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Forse era tutto fottutamente sbagliato, o forse era la cosa migliore che in quel momento potesse fare.
Nemmeno all'una della notte Londra era silenziosa. Il frastuono continuo delle auto in corsa donava vita a quel quartiere leggermente più tranquillo, ma un dettaglio non passò inosservato agli occhi azzurri di Roger.
Tutte le luci del palazzo erano spente, ma quella della sua camera no. Era quella dell'abat-jour, senza dubbio, data la tonalità più calda rispetto alla normale lampadina a led della luce principale, ci avrebbe scommesso un arto se gli fosse stato chiesto.
Eleonor era sveglia, ne era certo.
Aveva passato la giornata a fare giri insensati in auto, percorrendo Londra in lungo e in largo, senza voler qualcuno in mezzo a piedi, ma ora qualcosa dentro di lui era cambiato.
Gli mancava quel profumo, che gli ricordava la casa ideale, dove avrebbe voluto abitare per sempre. Gli mancavano quegli occhi pieno di quella gioia quasi infantile, gli mancavano quelle braccia attorno al suo corpo e gli mancavano da morire quei baci al gusto di dolcezza e guai.
Già, Eleonor Cooper era un vero guaio per la sua vita, ma anche la sua medicina per eccellenza, il suo luogo sicuro dove rifugiarsi. Non ce la faceva più ad evitarla e forse stava commettendo un enorme sbaglio portandosi il telefono all'orecchio, ma oramai, a quel punto, cos'aveva Roger Taylor da perdere?

Quando il cellulare prese a vibrare sul comodino, Eleonor abbandonò la sua attività di zapping per concentrarsi su esso, sbuffando.
Era l'una di notte, chi mai poteva essere a chiamarla a un tale orario, se non un George talmente maldestro da essersi dimenticato le chiavi di casa, come di consueto?
Mise a fuoco con una lentezza degna di una lumaca, ma quando il nome gli fu chiaro, i suoi occhi si spalancarono.
Roger.
-Pronto?- scattò mettendosi seduta sul letto, il cuore le stava battendo a tremila
-Ehilà-
La voce del biondo era avvolta da un velo di insicurezza.
-Ehilà? Ehilà?! Non ti fai vivo da ore e ciò che mi dici è "ehilà"? Mi stai per caso prendendo per il culo Rog?!- sbottò lei inalberata.
A quella sua domanda si susseguì un silenzio assordante, totalmente insensato e pieno di miriadi di cose non dette.
Eleonor allora, sentendosi più tranquilla nel saperlo almeno vivo e vegeto, sospirò e decise di essere meno dura nei suoi confronti. In quella circostanza la rabbia ed il nervosismo non li avrebbero portati a nulla, se non all'autodistruzione.
-Vorrei solo sapere dove sei stato. Sono stata in pensiero fino a un minuto fa, in più ho anche discusso con mio padre perché sarei voluta venirti a cercare, si può sapere ora dove sei?- gli chiese più calma, ma pur sempre preoccupata
-So che sembra folle da dire, ma sono sotto casa tua..-
Le comunicò, lasciandola senza parole per un momento.
-Sotto casa mia?- quasi non credendoci, Eleonor corse alla finestra, riconoscendolo fuori dal cancelletto principale
-Tu sei un folle! Cosa ci fai qui? Perché non sei a casa? Fa freddo!-
-So che può sembrare strano, ma non voglio tornarci a casa-
Il tono con cui le parlò non la convinse. C'era qualcosa che non andava, affatto. Roger era triste, o afflitto, o qualunque altra cosa, ma non sereno.
-Che hai? Tu non stai bene, lo sento- lo spronò a confidarsi
-Ho fatto un macello El e credo di aver perso la parte migliore di me.. i miei genitori-
-Rog, ma che dici? Cosa diavolo è accaduto in queste ultime ventiquattro ore?- Eleonor si passò una mano tra i capelli, sempre più agitata
-Dimmi che puoi scendere, andiamo a farci un giro, ho bisogno di stare con te-
-Rog, sono chiusa in camera e sono in castigo. Se solo provassi a muovermi i miei mi farebbero a pezzi, già ci ho discusso, figuriamoci!- gli disse rassegnata al proprio crudele destino
-Non dirmi così-
Emise un verso frustrato lui, rattristandola maggiormente.
-Vorrei essere anche io lì con te, odio l'idea di saperti da solo e triste e di essere completamente inutile-
Roger si guardò attorno. A parte qualche macchina vagante non vi era un'anima viva nei paraggi che potesse vederlo, perciò decise di compiere una mossa azzardata. Con un'agilità che nemmeno lui sapeva di possedere si arrampicò sul cancelletto, scavalcandolo con un balzo felino, riuscendo ad entrare nel cortile di casa Cooper, il tutto sotto lo sguardo scioccato di Eleonor.
-Tu sei un pazzo!- gli disse tentando di moderare la voce, una volta che lui fu sotto la sua finestra
-Non puoi provare ad aprirmi senza farti scoprire?- improvvisò una faccia da vero e proprio cucciolo
-Altrimenti mi arrampico, non è molto alto- il biondo indicò l'albero accanto alla finestra
-Non ti azzardare, è tutto troppo rischioso Roger! Se ti scoprono ci ammazzano entrambi e se provi ad arrampicarti rischi di farti male cadendo!-
Roger, però, parve non ascoltarla minimamente, fin troppo convinto di fare tutto il contrario di ciò che lei gli aveva suggerito.
Difatti il ragazzo, dopo aver preso visivamente le misure dell'albero su cui si sarebbe dovuto arrampicare, si avvicinò ad esso e cercò gli appigli giusti per arrivare al ramo che gli serviva.
-Rog, scendi subito!-
-Shh, ci sono quasi- si limitò a dirle lui, compiendo poi delle mosse colme di maestria, riuscendo miracolosamente ad arrivare senza un graffio al ramo più vicino alla finestra della castana, la quale, arresasi alla cocciutaggine del ragazzo, allungò entrambe le braccia verso di lui apprensivamente, aiutandolo a superare il davanzale senza fatica.
I due, senza dirsi niente, in un primo momento si guardarono intensamente e successivamente si abbracciarono bisognosi l'una dell'altro.
-Mi farai venire un infarto presto o tardi, brutto idiota- borbottò Eleonor con il viso nascosto sul petto di Roger
-Non sai quanto sentivo il bisogno di questo abbraccio- le disse lui stringendola con tutte le sue forze
-Si può sapere dov'eri?- la castana gli si allontanò portando le proprie mani sulle sue guance
-Eravamo tutti in pensiero, io stavo morendo. Non mi rispondevi, i tuoi neanche. Credevo ti fosse accaduto qualcosa-
-Mi dispiace tanto, sul serio. Avrei voluto farmi vivo stamattina, te lo giuro, ma tutto è andato a rotoli e mi sono rifugiato in me stesso-
Eleonor lo scrutò pensierosa, lasciandogli poi un bacio a fior di labbra, tanto gli erano mancate.
-Ora l'importante è che tu sia qui con me, sano e salvo. Però adesso dimmi cos'è successo, sono in ansia- lo intimò impaziente.
Roger annuì seguendo la castana, che gli aveva fatto cenno di sedersi dinanzi a lei sul letto, ricordandogli di parlare piano per non svegliare la sua famiglia.
-Non so da dove iniziare sinceramente-
-Da dove vuoi, io ti ascolto- Eleonor, per infondergli maggior sicurezza, gli afferrò le mani accarezzandone i dorsi con tutto l'amore possibile
-Rupert ha colpito ancora-
-Come? Cos'ha fatto?- i tratti del volto della ragazza si indurirono istantaneamente
-Ha spiattellato ad i miei genitori una vecchia vicenda riguardante me. Devi sapere che anni fa, dovevo avere all'incirca sedici anni, per scappare un po' dalla realtà mi inserii in un gruppo di.. persone poco affidabili, facendo uso di sostanze non molto legali assieme a loro- le riassunse nel modo più delicato possibile la faccenda
-Okay, non giudicherò le tue azioni passate, io non sono nessuno per farlo- continuò ad accarezzargli le mani
-Ma come ha fatto Rupert a scoprirlo e soprattutto ad averne le prove?-
-Sam-
-Sam?-
-Sì, anche lui era coinvolto. Una volta ci ritrovammo insieme in quella circostanza, giurandoci che sarebbe rimasto tutto tra di noi, ma evidentemente il caro vecchio Samuel Scott non sa proprio tenerli i segreti- le raccontò
-Perché credi che sia stato proprio lui?-
-Perché nelle foto che i miei genitori hanno visto c'ero solo io, quando nella realtà io e Sam eravamo vicini in quell'occasione. A scattarci la foto fu un coglioncello che voleva immortalare quel "momento epico" come lo chiamava lui. Sicuramente Sam lo avrà contattato e si sarà fatto dare le foto, modificandole in seguito per infangare solo me-
Eleonor guardò Roger a lungo. Non era arrabbiato, era solo tanto triste e spento. Non era il solito Roger, il suo Roger.
Il suo Roger l'avrebbe riempita di squallide battutine perverse e doppi sensi, l'avrebbe baciata senza mai interrompersi, le avrebbe raccontato solo le cose belle della sua giornata con il sorriso stampato in faccia, ma ciò non stava accadendo.
-Roger, tu sei a pezzi-
-Cosa te lo fa pensare?- abbozzò un sorriso lui
-Non hai speso un insulto per Sam e non hai dato di matto, anzi, sei davvero tanto tranquillo rispetto ad altre volte, non è da te- gli fece notare
-Stai male-
Il biondo la guardò, chinando successivamente il capo.
-Ho deluso i miei genitori, che mi hanno dato tutto, da sempre. Non riesco ad essere sereno- le rivelò.
Eleonor gli si avvicinò cautamente, attirandolo poi a sé per abbracciarlo. Era a pezzi e lei li avrebbe raccolti uno ad uno, ricomponendoli per farlo stare di nuovo bene. Glielo doveva.
-Va tutto bene-
-E' tutto una merda, invece- sussurrò lui nascondendo la testa nell'incavo del collo della ragazza
-Non importa cos'hai fatto in passato. Gli errori si commettono, errare è umano. Il valore di una persona non si vede dagli errori che essa commette, ma dai gesti che essa compie per riscattarsi. Tu hai un cuore d'oro e ami i tuoi genitori più di ogni altra cosa al mondo, meriti di essere felice-
-Dà tempo ai tuoi di metabolizzare tutto e tutto tornerà alla normalità, fidati di me. Loro sanno quanto vali, ma Rupert li avrà fatti sentire sbagliati come al suo solito-
Roger, già più calmo grazie alle sue parole, mischiate alla sua fragranza naturale, si strinse maggiormente a lei.
-Cosa farei senza di te, El-
-Sono dalla tua parte, sempre e comunque, ricordalo- gli garantì.
Roger si spostò leggermente, solo per baciarle le labbra.
-Io non voglio lasciarti ora, voglio stare con te-
-Anche io, ma non posso venire, te l'ho già detto- gli accarezzò i capelli lei mettendo il broncio
-E se restassi a dormire qui?- le propose speranzoso, facendole assumere un'espressione di disappunto, ma non dandole modo di parlare
-Sarò silenziosissimo, non emetterò un fiato che possa farci scoprire. Posso dormire anche per terra, ma non mandarmi via, ho troppo bisogno di te stanotte- le ribadì dandole una scossa al cuore talmente potente da farla annuire in automatico, non trovando la forza di dirgli di no
-D'accordo, tanto la porta è chiusa a chiave e i miei sanno che parlare con me è impossibile quando sono arrabbiata- confermò
-Oh, grazie grazie grazie- il biondo le si gettò addosso facendola quasi cadere dal letto
-Ehi vacci piano- ridacchiò Eleonor ricomponendosi
-Ora che ci penso, però, non ho il pigiama- si ricordò lui
-Eh no e non posso nemmeno prestarti qualcosa di George, sarebbe troppo rischioso-
-Ti dà fastidio se dormo in mutande?-
Eleonor immaginandosi la scena avvampò, negando prontamente con il capo.
-Non mi dà fastidio, ma potresti avere.. che so, freddo?-
-Su questo non ci sono problemi, dormo sempre in mutande e ti garantisco che il freddo non mi frena- le sorrise innocentemente lui alzandosi in piedi
-Se lo dici tu..- gli disse piano osservandolo intento a privarsi dei vestiti, riponendoli poi sulla sua scrivania, perfettamente ripiegati.
Eleonor deglutì percependo le proprie gote in fiamme, mordendosi poi l'interno guancia. I suoi ormoni stavano facendo seriamente le capriole, facendo nascere nella sua testa dei pensieri che non era solita a fare, affatto.
-Ecco fatto- il biondo la raggiunse nuovamente sul letto, imitandola nello stendersi su di esso, coprendo entrambi con il piumone
-Tutto ciò mi fa strano- disse la castana con il viso a pochi centimetri da quello di Roger
-Come mai?- le chiese lui curioso ed estremamente rilassato.
Le lenzuola di flanella, come tutto il resto, odoravano dannatamente di Eleonor e ciò lo stava spedendo in Paradiso, inevitabilmente.
-Tu che dormi qua, assurdo- mostrò le fossette imbarazzata, addolcendolo
-Sei bellissima quando ti imbarazzi, sai?- le disse spontaneo.
Eleonor gli sorrise ancora. Averlo lì, dopo tutte quelle ore di silenzio, la stava facendo rivivere in modo spensierato.
Senza rispondergli, si avvicinò a lui e lo baciò, stavolta con più trasporto rispetto a prima. Difatti, dopo aver ottenuto il permesso per approfondire quel bacio, la castana si era fatta attirare maggiormente dal biondo, che in qualche goffa maniera era riuscito a farla stendere sopra di sé, facendole avere del tutto il controllo della situazione.
Eleonor sembrava non avere freni, a differenza di tutte le altre volte. Dopo aver baciato più e più volte le labbra di Roger, era scesa di sua spontanea volontà a lasciargli una fila di baci umidi sul collo, fino a raggiungere le clavicole, sulle quali lasciò altri baci ancora, ardenti rispetto alla pelle fredda del ragazzo.
Roger percepì quell'enfasi in Eleonor. Il tocco era diverso, i baci erano diversi, il suo modo di agire, tutto era completamente diverso. Per questo la fermò.
Le portò le mani sul viso, sottraendosi dolcemente dal bacio.
-Ferma- le mormorò
-C'è qualcosa che non va?- andò nel pallone lei
-Ho sbagliato tutto, non è vero? Sono un disastro- si coprì il volto intenerendo Roger, che la ricondusse subito al suo fianco
-Non hai sbagliato nulla. Come immaginavo, sei una bomba in certi campi, ci sai proprio fare- le disse ironicamente, imbarazzandola di meno rispetto a prima
-Ma non permetterò che accada stasera. Non abbiamo libertà, siamo segregati in camera tua e la situazione è merdosa. Ci meritiamo un momento migliore, dove potremo essere noi stessi e liberi di lasciarci andare come vogliamo-
La castana lo guardò con ammirazione. Roger Taylor non aveva solo il volto da principe azzurro, ma anche i modi. Lui era il suo principe e stava mettendo il loro bene e la loro totale serenità sopra i bisogni fisici, il che fu la dimostrazione più bella che il ragazzo potesse darle.
-Ora dormiamo, è tardi-
Eleonor annuì percependo il cuore battere all'impazzata. Cosa gli stava succedendo? Che tutto il suo affetto spropositato per Roger si stesse veramente tramutando in qualcosa di nettamente più grande e potente?
-Vieni qui- il biondo la fece poggiare sul suo petto, circondandole poi la vita con le proprie braccia per averla più vicina a sé
-Sei la cosa più bella che potesse capitarmi Eleonor- le baciò la fronte, cadendo dopo pochi minuti in un sonno profondo, sotto lo sguardo vigile di Eleonor, che non volle addormentarsi fino a che non si fosse addormentato lui per primo.
Voleva vegliare su di lui, proteggerlo, farlo sentire al sicuro, come Roger aveva sempre fatto con lei.
Una volta che si fu accertata che stesse dormendo, gli spostò una ciocca bionda da davanti al viso, vedendolo rilassato come mai prima d'ora.
Era sereno nel mondo dei sogni e ciò riusciva a rasserenare anche la castana, che gli lasciò un ultimo piccolo bacio sulla punta del naso, per poi sussurragli delle parole che, forse, da sveglio non avrebbe mai avuto il fegato di dirgli.
-​Credo proprio di amarti, Rog-

The Only Exception // R.M.T.Where stories live. Discover now