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23.04
Nessuna chiamata. Nessun messaggio. Nessun segno di vita.
Possibile che fosse sparito nel nulla, senza far sapere niente a nessuno?
Eleonor non ne poteva più di quel silenzio tra loro. Roger era letteralmente sparito e non solo con lei, ma anche con ognuno dei suoi amici. Sia lei che Claire si erano consultate con i restanti membri del loro gruppo, ma nessuno sembrava saper niente.
John si stava preoccupando, così come la castana, che nel tardo pomeriggio aveva provato a chiamare il biondo, ottenendo sempre soltanto la risposta della segreteria telefonica.
Aveva il cellulare staccato, cosa le
rappresentava una cosa del genere? Cosa stava cercando di ottenere Roger scomparendo dalla vita di ogni suo affetto?
Eleonor, dopo l'ennesima chiamata inutile, si alzò dal letto per delle fitte d'ansia che le stavano tormentando la pancia. Non poteva dormire, guardare un film o distrarsi sul cellulare, ogni cosa che potesse fare le risultava fottutamente inutile.
Si affacciò alla finestra, tentando di scorgere nel buio la sua Alfa Romeo rossa, ma era solo una sua fantasia. Lui non c'era e non ci sarebbe mai stato.
-Dove sei Rog?- parlò ad alta voce
-Novità?- Claire fece capolino dalla porta della sua camera, anche lei fin troppo nervosa per riuscire a dormire
-Niente di niente, sembra essersi polverizzato. Neanche i suoi mi rispondono e sto seriamente iniziando a preoccuparmi- sospirò per la frustrazione
-I ragazzi hanno notizie?-
Claire negò il tutto con il capo, dispiaciuta.
-Dovevo immaginarlo-
-Non disperiamo, magari domani si farà vivo, che ne sai?- chiese la mora provando ad essere positiva
-E tu credi davvero che io riuscirò a resistere fino a domani senza sapere niente di lui? Dio, vorrei prenderlo a ceffoni in faccia!-
Eleonor iniziò a massaggiarsi le tempie, pensando ad una soluzione.
Ciò che le balenò in mente era una pazzia, ma doveva tentare.
-Vado a cercarlo- esordì
-Che?- sbarrò gli occhi la sorella
-Quello che hai sentito. Esco a cercarlo-
-El sono le undici di sera, dove pensi di andartene da sola?! Non sai neanche da dove iniziare, non puoi davvero fare una cosa simile-
Eleonor, senza prestarle ascolto, si infilò il giubbotto chiudendo velocemente la zip.
-Mi verrà in mente qualcosa strada facendo-
-Eleonor. Mamma e papà sono giù in salone, attaccati all'ingresso, ti mangeranno viva-
-Capiranno-
La castana lasciò la sorella maggiore con un dito sospeso a mezz'aria, correndo giù per le scale.
Percorse i pochi metri che la separavano dall'ingresso, pronta ad andare alla ricerca di quel testone del suo fidanzato.
-Eleonor?-
Laura le si avvicinò con un sopracciglio inarcato.
-Dove staresti andando signorina?-
-E' una lunga storia mamma, non ho tempo, poi ti spiego- provò ad abbassare la maniglia, ma la voce di Dylan la bloccò definitivamente
-Che succede qui?- chiese l'uomo
-Niente, è tutto nella norma, ma devo scappare- li informò a grandi linee
-Scappare? E dove credi di voler andare a quest'ora da sola?- sua madre sbiancò.
La castana sospirò pesantemente, il tempo stava scorrendo e la sua ansia stava solo aumentando.
-Da Roger-
La mascella di Dylan per poco non toccò il pavimento.
-Tu pensi davvero di andare da Roger a quest'ora?!-
-Papà è una storia lunga, non vedere il marcio dove non c'è. Devo parlargli, sono preoccupata-
-Esiste il telefono El- le ricordò Laura
-Oddio, voi non capite! Non potete capire, la situazione è disperata, io devo andare da lui- si lamentò, implorandoli
-Vi prego, non vi chiederò mai più niente-
-Non se ne parla. Non esiste che tu vada a casa del tuo fidanzato alle undici passate della sera, qui si sta oltrepassando ogni limite!-
-Ho diciotto anni papà, non più quindici! In più lavoro e sono indipendente, aiuto a casa e vi ho sempre dato ascolto..-
-Però stavi sgattaiolando via come una ladra-
-E' una fottuta emergenza!-
-Puoi risolvere tutto domani- tagliò corto l'uomo
-Sembra molto preoccupata Dy, forse dovremmo..- provò Laura
-Non se ne parla! Fino a che lei vivrà sotto questo tetto comanderò io e un mio no non si discute!- sbottò Dylan alzando fin troppo la voce
-E se continui ad insistere dovrò metterti in punizione come si fa con i bambini, ma non penso che tu voglia questo, no?-
Eleonor strinse i pugni, furiosa con suo padre. Lui non poteva capirla. Avrebbe potuto farsi carico di accompagnarla a cercare Roger, per poi rimanere lì con lei, eppure aveva deciso di giocare allo stupido dittatore e di lasciarla marcire nelle sue ansie, non provando nemmeno a comprenderla un minimo.
-Sappi che ti sto odiando papà- lo guardò delusa
-Vai in camera Eleonor, è meglio così- si limitò a risponderle
-Non me lo farò ripetere, capo- ribatté indignata tornandosene in camera e sbattendo la porta, che chiuse a chiave.
Non voleva vedere nessuno, sentire nessuno, parlare con nessuno. Voleva solo urlare la sua frustrazione fino a svuotare i polmoni da ogni più piccola traccia d'ossigeno. L'unica persona che voleva sentire e vedere era scomparsa da ore e lei non poteva nemmeno andarla a cercare, a causa delle gelosie infondate di suo padre, troppo preso a dover comandare per tentare di prestarle il dovuto ascolto.
Era tutto assurdo.
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The Only Exception // R.M.T.
FanfictionEleonor e Roger. Due realtà parallele, ma legate nel profondo da un destino già scritto. Due storie passate che li hanno cambiati totalmente, spingendoli inevitabilmente a diventare l'uno l'eccezione dell'altra. Cosa succederebbe se due anime segn...
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