That kiss on stage.

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Distrutto. Spaventato. Instabile.

Ecco come Louis si sentiva al momento.

I ragazzi avevano concluso il concerto ormai da due ore, andarono tutti a festeggiare ma Louis non era dell'umore, era troppo occupato a pensare e per non preoccuparli decise di farsi scortare direttamente in hotel dicendo che aveva sonno.

Sapeva che non avrebbe dovuto stare solo.

Rimase nella sua stanza d'hotel un'ora prima di crollare,  provò a resistere e distrarsi mangiando qualcosa, ascoltando musica e cercando di rilassarsi ma i pensieri erano troppi e lui troppo debole.
Crollò al pavimento nascondendosi in un angolo, sperando di poter scomparire per almeno un paio d'ore, cercando tranquillità e vergognandosi dei pensieri che stava facendo. Il petto gli faceva male, il respiro gli mancava, le mani tremavano.
Iniziò a piangere subito lasciando sfogare tutta la tristezza mista alla tensione accumulata quella sera, lasciando che quei begli occhioni blu diventassero rossi, gonfi, doloranti e che i singhiozzi prendessero il controllo della stanza.

Non era sua intenzione baciare Liam sul palco, non voleva farlo, è stato un'incidente ma aveva visto la reazione di Harry, il suo sguardo deluso.
Il pensiero di poter ferire l'amore della sua vita lo stava logorando dentro come mai prima d'ora, l'aveva ridotto in lacrime sul pavimento pregando di riuscire a respirare, di stare sveglio.
Non capiva cosa sentiva, amava Harry con tutte le più piccole cellule del suo corpo ma avere Liam così vicino aveva svegliato qualcosa in lui di strano, un bisogno di possederlo che nessuno mai gli aveva fatto provare, si ritrovò dietro alle quinte in bagno a dover risolvere il problema che Liam aveva creato. Era spaventato perché sapeva che Harry era arrabbiato, se avesse saputo questo, questi pensieri, sarebbe stato anche peggio, non poteva tenerlo solo per sé, gli stava facendo troppo male, lo stava stressando più del necessario. Non avrebbe mai ammesso che Liam lo eccitava. Non l'avrebbe fatto neanche a sé stesso.

Erano passate tre ore, tre ore di pianti e di pensieri, Louis era stanco, distrutto, ma non riusciva a calmarsi, non riusciva a trovare un modo per smettere di pensare al fatto che dovrà guardare Harry pensando a quanto vorrebbe le labbra del suo migliore amico, si sentiva così in colpa a pensare cose del genere, Liam era etero e felice, perché rovinare la sua vita? Doveva parlarne con qualcuno, Niall probabilmente, lui lo avrebbe aiutato.

Passi.
Stava sentendo dei passi per il corridoio e sapeva bene che erano i tacchetti degli stivali di Harry.
Il panico cominciò ad irradiarsi nel suo corpo, spalancò gli occhi terrorizzato da ciò che sarebbe accaduto e sentì una morsa alla gola che nel giro di qualche secondo gli portò via tutto il fiato che aveva, lasciandolo in cerca di aria e facendolo piangere ancora più di prima letteralmente terrorizzato, tremante ed accoccolato sul pavimento con le braccia attorno alle ginocchia.

Nel momento in cui Harry aprì la porta automatica Louis si lasciò scappare un singhiozzo più forte.

<<Lou?>>

Non sembrava arrabbiato, almeno questo andava bene.

Harry ci mise un paio di secondi per realizzare ciò che stava succedendo al suo fidanzato.

<<Dio amore mio.. cazzo Louis>>

Si inginocchiò davanti al suo ragazzo guardandolo con occhi preoccupati e prendendogli entrambe le mani.

<<Lou, vita mia, dio cosa succede? >>

Louis aprì la bocca per parlare ma non uscì nulla, solo ansimi di fatica, sospiri negati.

Il riccio nel vederlo in queste condizioni cercò di afferrarlo, riuscì poco dopo a sollevarlo e poggiarlo sul letto, si tolse gli stivali velocemente e lo coricò accoccolandolo a sé e tenendolo stretto.
A quel gesto Louis strinse forte nelle sue mani la camicia di Harry, come se avesse paura che potesse scappare.

That kiss on stage.Where stories live. Discover now