La prima volta di Steven Gerrard

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La data è quella di un giorno di fine Novembre del '98, più precisamente il ventinove, il momento, è uno di quelli che fanno epoca, ma andiamo con ordine.
Liverpool- Blackburn è una di quelle partite che stanno nel mazzo, una normale partita di campionato, non certo una delle più sentite.
I Reds, in vantaggio per due a zero e con la pratica ormai archiviata, al novantesimo minuto, decidono di optare per una sostituzione, una di quelle dedite a far passare il tempo, a spezzare il gioco.
In piedi, vicino alla lavagna luminosa, è pronto a fare il suo ingresso in campo un ragazzino, capelli a caschetto e barba inesistente.
Nelle case di tutti gli ascoltatori piomba, come un lampo, una voce sarcastica, quella del telecronista: "Il suo nome non era nemmeno sul Match-program di oggi, in molti si domanderanno chi sia questo ragazzino".
Il ragazzino era Steven Gerarrard, diciotto anni compiuti da poco.
Gioca a calcio praticamente da sempre e vive in una famiglia dove si respira Liverpool a colazione,pranzo e cena.
Un paio di strofinate al naso, il volto leggermente spaventato, solcato da una sottile emozione, la maglia nei pantaloni, come un veterano d'altri tempi.
Mister Houllier gli dà un colpetto sulla testa, è ora.
L'ovazione che accompagna l'uscita dal campo di Vegard Heggem è calorosa, ma la domanda dei tifosi è una, fissa e irremovibile: "Chi sarà mai questo ragazzino?"
Probabilmente nessuno se lo sarebbe mai aspettato che di lì a qualche anno, di ovazioni, i tifosi dei Reds, na avrebbero regalate al ragazzino del ventinove Novembre '98 un'infinità.
Certi amori però si sa, sbocciano dal nulla, in una notte fredda, per poi rimanere in eterno, oltre il tempo e l'impensabile.
"You'll never walk alone" è il grido dei tifosi del Liverpool.
"Seppellitemi ad Anfield" è la riposta del ragazzino, che sarebbe poi diventato capitano, leggenda.

"Seppellitemi ad Anfield" è la riposta del ragazzino, che sarebbe poi diventato capitano, leggenda

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