24. Not Possible

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Mi aveva detto che sarebbe stato per sempre.
Qualunque cosa sarebbe successa.
Alcune volte penso che mi sarebbe piaciuto non essere una mutante;
Che sarebbe stato tutto tremendamente più facile.
Ma poi, penso che non sarebbe successo tutto questo.
Che non avrei incontrato nessuno di loro.
Che l'acqua per me sarebbe stata semplicemente l'acqua.
Ed allora, é lì, che divento brutalmente fiera di essere quello che sono: una mutante.

L'elicottero scende, sballottandomi a destra e sinistra.

<<Come la carichiamo?>>

<<Sulle spalle, portala tu.>>

<<No, lo porti tu quel peso morto! >>

Siamo atterrati. Sento il portellone aprirsi. Chiudo gli occhi, mi distendo.

Mi prendono e mi posano su una barella.

<<Come sta? >>

La voce di una donna adulta e severa riempie le mie orecchie.

<<Dovrebbe essere tutto apposto, ha dormito tutto il tempo.>>

<<Perfetto. Appena entrati in laboratorio potremo cominciare a preparare la siringa con il siero.>>

<<Vedremo cosa dirà il capo.>>

"Il capo". Devo assolutamente capire chi sarà mai questo "capo".

<<Vogliamo i soldi.>>

<<Prima dobbiamo analizzare le sue funzioni vitali in laboratorio. Non se ne parla. >>

<<VOGLIAMO I NOSTRI FOTTUTI SOLDI
ORA! >>

Acqua. La sento. È nell'aria, è dappertutto. Se solo potessi... No, ora no. Devo aspettare.

Sento la donna sbuffare sonoramente. I due tizi sogghignano compiaciuti mentre scatta l'apertura, probabilmente in una valigetta.

In un'altra scoppierei a ridere. Sembra la scena di un tipico film d'azione.

<<Bene, ora che ci avete dato i soldi, vorrei parlare con il capo... >>

<<Solo dopo che sarà effettuato l'intervento.>>

<<Lascia stare, al massimo torniamo dopo... >>

<<IO LA VOLEVO! >>

<< Purtroppo non possiamo cedergliela, come vada vada l'esperimento. In ogni caso dovrà servirci in laboratorio. È la nostra prima cavia umana.>>

<<ORA->>

Un colpo secco, come un pugno, giunge alle mie orecchie. O i due hanno fatto fuori la "dottoressa" oppure...

<<Ci scusiamo per l'intralcio. Sa, mio figlio è un mutante anche lui, farei di tutto pur di vederlo normale.>>

<<Grazie a voi per la disponibilità.>>

Gli energumeni se ne vanno, ed uno trascina l'altro. La barella comincia a muoversi. Ora. Apro gli occhi di scatto e lancio un'ondata d'acqua dritta sulla testa da far perdere completamente i sensi alla signora. Mi alzo velocemente e la trascino insieme alla barella in un angolo di un corridoio. Sembra un enorme ospedale. Questo posto è enorme, ma vuoto. Spero solo che non ci siano telecamere, ma non ho il tempo di controllare.

Prendo la sua borsa. Dentro c'è una pochette con dei trucchi e un portafogli. Nient'altro, ma è praticamente perfetto.

Mi lavo la faccia nel migliore dei modi, per poi truccarmi, imitando i colori della dottoressa. Le caccio in fretta e furia il camice, gli occhiali e le sciolgo i capelli, per poi formare uno chignon ordinato con i miei, nascondendo al meglio le ciocche blu. Ormai non sembro nemmeno io, se solo potessi cambiare il colore degli occhi.

For a second || Pietro MaximoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora