15. Try

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<<Se facciamo la radice cubica del primo...>>

Giocherello con la penna, mentre fisso un punto vuoto. Quante volte avrò già risolto questa formula? Faccio girare lo sguardo per la classe, che sembra completamente disinteressata. Anche Jean guarda fuori dalla finestra, assente. E se non segue Jean, la questione è grave. A differenza dell'aula di Xavier, le altre hanno banchi e cattedra, come una normalissima scuola. Noto con la coda dell'occhio Pietro addormentato sul banco, e per poco non comincio a ridere.
Non sono sicura se Scott stia dormendo anche lui o meno, dato che non posso vedere gli occhi.
La professoressa non sembra essersi accorta di nulla e continua a spiegare imperterrita. Indica numeri e lettere sulla lavagna, mentre continua la sua nenia assopiante.

La campanella suona di colpo, risvegliandoci dalla trance che si era creata.
Sento un rumore abbastanza forte e metallico. Ci giriamo tutti di scatto.
Pietro è caduto per terra e sbatte gli occhi velocemente, come se non capisse cosa sta succedendo. Si rimette in ordine, grattandosi la nuca. Ridiamo tutti di gusto, persino lui, mentre la professoressa lo guarda di sbieco. Mi alzo e raccolgo quaderni e penne, seguendo gli altri.

<<Stavo per addormentarmi... >>

Dice Ororo portandosi una mano sul viso

<<Non dirlo a me. >>

Pietro risponde stiracchiandosi. Questo ragazzo ha un'incredibile capacità. Sembra essere tranquillissimo, mentre io sono tesa come una corsa di violino al solo pensiero di parlargli. Non che mi abbia rivolto parola da stamattina.

<<Be', almeno per oggi credo che sia finita qua. >>

<<Parla per te, noi abbiamo allenamento... di nuovo. >>

<<Sicuramente è più divertente di una lezione di matematica. >>

Risponde Scott sbadigliando.

<<Ehi, Al, c'è il tuo spasimante che sta correndo verso do te. >>

<<ALYSSAAA! >>

<<Ciao James! >>

Ha le braccia spalancate e un gran sorriso sul volto.

<<Sembri felicissimo! Cos'è successo? >>

<<Ho preso dieci al compito di inglese! >>

<<Wow! Ma sei bravissimo! >>

<<Lo so! >>

Gli do un bacio sulla guancia, piegandomi con un po' di difficoltà, dato il gesso.
Le guance ricoperte da lentiggini diventano scarlatte. Mi rialzo e rido, scompigliandogli i capelli.

<<Ora devo andare... ciao! >>

Mi saluta con la mano, ed io ricambio, seguendo gli altri in cucina. Jean si avvicina all' orecchio, sussurrando.

<<Se fossi brava con i ragazzi come con i bambini avresti tutti ai tuoi piedi... >>

<<Ma sta' zitta! >>

Spingo leggermente Jean tra le risa.

<<Come va con Scottino, eh? >>

<<Come fai a...? >>

<<Lo capirebbero anche le mosche... >>

<<Si vede così tanto? >>

Alzo una spalla ammiccando, facendole capire che è così. La vedo arrossire leggermente, mentre prende il piatto.

For a second || Pietro MaximoffWhere stories live. Discover now