11 capitolo

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Lucien

La vedo ridere con i miei fratelli e con Alex e trovo che sia la cosa più bella che esiste.

«Ragazzi, non per interrompervi, ma per arrivare da Lucas ci vogliono tre ore ed e quasi ora di pranzo, e gli ho detto che arrivavamo da lui al primo pomeriggio, possiamo andare?» gli chiedo e Annabbele viene da me prendendomi la mano, so che ha paura, ma non la da a vedere. E mi dispiace per lei molto.

«Stai bene?» gli chiedo facendola girare verso di e la faccio entrare in una camera mentre gli altri sono andati alla mia macchina.

«No, quasi per niente» mi risponde sinceramente.

«Piccola, te lo giuro sulla mia vita, non ti succederà niente.» gli dico per poi baciarla come per sigillare la mia promessa. La bacio con trasporto, e dolcemente, sento le sue lacrime amare mischiarsi al nostro bacio ma non mi interessa, voglio solo farla sentire bene. La prendo e la metto contro un muro, mentre le mie mani giocano con il suo sedere. Cazzo. Stiamo andando troppo oltre ma finché lei non mi dice di fermarli io non lo faccio.
La alzo da terra facendole allacciare le gambe sui miei fianchi e mi in cammino verso il letto, mentre la sto ancora baciando, mi mio cazzo e duro, non ce la faccio più, verrei entrare in lei, ma aspetterò. La butto sul letto e le levo la maglia, quasi strappandola, scendo con i baci sul collo, fino ad arrivare vicino al seno. La guardo come per dirgli se glielo posso slacciare e lei annuisce lentamente, e così faccio.

La sua  pelle e calda a contatto con la mia che è fredda, i suoi seni si adattano perfettamente sulle mie mani, ne troppo grandi e nemmeno troppo piccoli. La guardo per poi baciarli mentre una mia mano scende fino al suo sesso.

«Lucien...» sussurra eccitata mentre le bacio il collo.
La mano entra nei sui jeans. «Lucien» sussurra di nuovo un po' più forte.

«Dimmi» gli rispondo.

«No, questo no, ti prego.» mi prega e io levo subito la mano.
«Piccola, scusa, non dovevo andare così oltre.» mi scuso mentre gli passo la maglio e il reggiseno, anche se preferisco che non se lo mettesse dopo che l'ho vista quasi nuda, ma ci sono diversi maschi in macchina e non voglio uccidere ne mio fratello e tantomeno il mio migliore amico.

«Tranquillo, solo che non sono ancora pronta.» e così tenera quando si scusa anche se la colpa non e sua. La bacio delicatamente sulle labbra.

«Dai, andiamo o quei coglioni dei miei fratelli e Alex penseranno male.»

Quando si e vestita la prendo per mano e la porto alla mia macchina, mentre gli altri ci aspettano con quella di Klaus.

«E tua?» mi chiede e i suoi occhi luccicano dalla felicità.

«Si piccola, perché?»

«Hai una Ferrari e tuo fratello una Lamborghini»

«Non e colpa mia se siamo ricchi» gli rispondo e la abbraccio.

«La posso portare?» mi chiede

«Si» le passo le chiavi e dopo va alla portiera del guidatore e sale «Piccola, hai la patente?» gli chiedo perché sono più di 10 minuti li senza fare niente.

«Ehmm... No» mi dice arrosendo lievemente dio quanto e bello quando lo fa. 

«Okay, accendi la macchina» mette la chiave nel quadro d'accensione «Ora premi quel pulsante» glielo indico e lei fa quello che gli ho detto.

«Premi la frizione»

«Non si deve mettere la retromarcia?»

«L'ho già fatto io, ora, premi , ma prima gira tutto il manubrio verso di me»

«Okay, così?» mi chiede.

«Si, ora l'acceleratore e nel mentre giri il manubrio per non sbattere al maro.»

«Okay» sospira e poi fa retromarcia senza distruggere niente .

« Lascia il volante, così che torni come prima» lo fa «Ora premi l'acceleratore e esci dal garage» lo preme troppo velocemente e la macchina si spegne.

«Ehm, la riaccendo?» gli sorrido per poi annuire. «Ora?»

«Ora piccola,  devi lo stesso premere l'acceleratore piano e lasciare il freno»

Dopo il terza volta che si spegne riesce a uscire. Siamo stati circa venti minuti li dentro per una breve lezione di guida.

Gli dico che strada deve fare e segue le mie indicazioni e a metà strada incontriamo Klaus e quando vede la mia macchina accende la sua e continuiamo insieme la strada per andare da nostro cugino.

***

Dopo tre ore o di più arriviamo alla casa branco.

Mi giro verso Annabbele e mi sembra tranquilla.

«Piccola, perché sei così tranquilla?» gli chiedo e la mia mano finisce sulla sua guancia.

«Non lo so perché, ma sono tranquilla quando sono con te, anche se devo vedere il mio violentatore» mi dice sorridendo. Mi avvicino a lei prendendola in braccio e falla sedere su di me, avvicino le labbra alle sue per baciarla con dolcezza.

«Sono felice per te che sei felice piccola.» mi sposto per dirle questo per poi baciarla di nuovo.

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