3 capitolo

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Lucien
La mia piccola, ha sofferto tanto aveva paura quando mi ha visto per la prima volta, non mi interessa quello che ha detto io la difenderò sempre.
Staccherò la testa a ognuno che le abbia fatto del male.
Ora e tra le mia braccia si e addormentata dopo che ha pianto per non so quanto, il dottore ha finito di visitarla e benda ogni sua ferita.

Voglio andare dal suo vecchio branco dice Ulisse, il mio lupo

Anche io, ma ora e troppo bella per lasciarla da sola e voglio aspettare che si sveglia

Passano alcune ore e io la guardo dormire accarezzandole i capelli, sono così morbidi.

Vedo i suoi occhi azzurri aprirsi e si posano subito su di me

«Sei rimasto qui tutto il tempo?» dice non rispondo, sono troppo impegnato a guardarla, il suo naso piccolo, le labbra carnose ma non troppo, lei si posa tutte e due le mani sul suo viso, mi chiedo che cosa le hanno fatto...

«Piccola, perché ti copri?»

«Perché sono brutta» le prendo dolcemente le mani le gliele sposto com delicatezza che non pensavo di avere.

«Annabbele, tu sei bellissima, non pensare mai, e dico mai di essere brutta perché non lo sei, hai dei occhi bellissimi che sembrano ghiaccio mentre alla luce sembrano bianchi, non ti posso dire altre cose senno ti metti paura, ma tu sei bellissima.» gli dico ma scuola la testa come per dire "stai dicendo tutte cazzate, non è vero niente" cazzo.
«Piccola posso sapere chi ti ha messo queste cose in testa? Perché non è vero un cazzo quello che hanno detto, tu sei bellissima e sono geloso di tutti quelli che ti hanno guardato fino ad ora»

«Nessuno mi guardava in quel branco, erano troppo occupati a disprezzarmi e a fargli da schiava, nessuno mi guardava come mi guardi tu, come se sono la cosa più preziosa del mondo, me lo sono sempre detta sola tranne la cuoca che aiutavo mi diceva molto raramente che ero bella» la sua storia mi fa rigirare tutti i organi, facendomi venire da vomitare, come fanno ad un branco dove si deve essere uniti e di non sentirsi superiore a nessuno di trattare così una ragazzina di 16 anni

«Posso farti io ora una domanda?»

«Si»

«Ora dove sono, di chi è la camera? Come si chiama il branco? Perché hai la stanza così bella? Perché...» mi sta riempiendo di domande e io prima di scordarmele tutte la fermo.

«Rispondo a tutte le domande, ma una alla vota, si, questa e la mia camera, questo e la casa branco dei Casanova e la stanza stanza lo fatta ristrutturare qualche mese fa prima era tutta nera e non mi piaceva più quindi l'ho cambiata ora e molto più bella» dico sorridendole per poi abbracciarla, si mette nelle mia braccia come se fossi l'unica persona in vita sua che lo abbia fatto.

«Ti posso fare un'altra domanda o ti arrabbi?» la sua voce e un sussurro che mi fa impazzire.

«No, dimmi» gli accarezzo i capelli, come faccio sempre, sono troppo morbidi.

«Perché mi accarezzi sempre i capelli?»  mi chiede
«Perché sono morbidissimi e mi piace il loro odore piccola, ti da fastidio?» gli chiedo alzandole la testa che e sul mio petto i suoi occhi sono una cosa bellissima.

«No, tranquillo»

«Hai fame?» gli chiedo perché e quasi ora di cena e non ha pranzato e non so se ha fatto colazione

«Si...»

«Vuoi scendere o ci facciamo portare il cibo qui?»

«No, tu devi stare col branco io posso mangiare anche qui» i suoi occhi parlano e mi chiedono di restare con lei. Chiamo il mio beta, Alex, e gli chiedo se ci può portare la cena di sopra.

«Ci portano qui da mangiare»

«Grazie...»

OmegaWhere stories live. Discover now