1.

26 3 1
                                    

8 maggio 1997
"Alessia muoviti faremo tardi!" La voce della signora Raimondi echeggiava nella villa di famiglia; due piani arredati in stile rinascimentale. Era difficile non notare quella casa, non erano molte ad essere così belle nei dintorni di Londra, ma quando si erano trasferiti dall'Italia nel 1982, la signora Raimondi aveva insistito: non si sarebbe mossa senza i suoi mobili, i suoi divani e tutto quello che c'era nella loro vecchia casa, e così il marito era stato costretto ad accettare quella richiesta.
"Alessia, andiamo.. giuro che la prossima volta prendi il bus se vuoi andare in centro"
Sì avviò verso la camera della figlia, cercava di entrarci il meno possibile, odiava come l'aveva ridotta: le pareti un tempo bianche e immacolate erano ricoperte di poster di vari cantanti che lei odiava; quelli che parlavano di droga e si strappavano i jeans all'altezza del ginocchio apposta! Era inconcepibile.
Bussò ma nessuno le rispose. Il cuore iniziò a batterle a mille. Corse in bagno e la vista le si annebbiò completamente; urlò. Ma più di questo non riusciva a ricordare. D'altro canto vedere tua figlia con una schiuma bianca che esce dalla sua bocca e un flacone di pillole vuoto aperto sul pavimento avrebbe mandato in tilt pure il genitore più calmo del mondo.
Il pronto soccorso arrivò subito, erano stati fortunati perché il traffico non era tanto, altrimenti per raggiungere quella zona ci sarebbero voluti almeno venti minuti.

Alessia si svegliò due giorni dopo.. svegliarsi era una cosa che non si aspettava. Pensava che fosse tutto finito, ma si sbagliava di grosso. L'otto maggio 1997 il cuore di Alessia Raimondi si fermò per tre secondi. Il dieci si svegliò dal coma e la sua vita iniziò di nuovo. Capì subito che niente sarebbe più stato come prima, ma non Immaginava quanto.

Il ragazzo che sparava fiori Where stories live. Discover now