Quando Louis gli chiede, appoggiandogli il mento sulla spalla, se stia bene, Harry ride e scuote via i demoni finché non tornano ad essere i mostri sotto il letto di un bambino.

Per la prima volta nella sua vita ha degli amici. Amici. Al plurale, più di uno. Il modo in cui Liam, Niall, Zayn ed Eleanor lo hanno accolto nelle loro vite lo fa sentire più a casa al numero 25 di Rowntree Avenue che nel suo stesso appartamento. Era rimasto così colpito quando Eleanor lo aveva invitato alla festa di compleanno del suo fidanzato, che gli altri lo avevano preso in giro tutto il giorno.

"Davvero Eleanor? Posso lavare i piatti?" Zayn si era entusiasmato, con gli occhi spalancati e contenti, mentre Harry era arrossito fino alla punta dei capelli, felice di essere uno di loro ed essere preso di mira per qualche battuta. Alla festa, Louis aveva dichiarato a chiunque stesse ascoltando che Harry era il suo ragazzo, e Harry aveva indossato quell'etichetta con così tanto orgoglio che la faccia gli doleva da quanto stesse sorridendo durante tutta la sera. Beh, sorridendo e pomiciando.

Si chiede quanto a lungo tutto ciò continuerà ad essere suo. Louis, gli amici, la felicità. Non prova nemmeno a sperare. Prende ogni giorno come viene, e con ogni giorno che passa, con ogni nuovo bocciolo che spunta sugli alberi fuori dalla finestra di Louis, Harry sente l'orologio ticchettare. Sta prendendo in prestito del tempo.

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"Harry..." mormora Louis sul suo petto. La sua pelle è così calda che Louis si chiede se Harry abbia qualche strano potere che gli fa sempre irradiare calore. Come il sole.

Gli sta pigramente disegnando dei cerchi immaginari sulle spalle nude. I suoi occhi sono chiusi ed è appoggiato sul caos di capelli di Louis.

"Mhhh?" Risponde assonnato.

Quando Louis non risponde subito, Harry si sposta leggermente.

"Lou? Tutto ok?"

"Sì, solo... vorrei parlare di una cosa ma non vorrei che venisse fraintesa." Louis sente Harry abbandonare la sua posizione e, quando alza lo sguardo, il riccio lo sta fissando serio, le labbra tese in un broncio.

"Che cosa? Puoi dirmelo."

Louis sospira, tirandosi su e appoggiando un gomito di fianco alla testa di Harry. E' così bello. Le ultime tracce di sonno sono ancora impresse agli angoli degli occhi, c'è una macchia rossa sulla guancia derivante dalla sua posizione sul cuscino e ha un profumo naturale, di shampoo alla mela e muschio che Louis ha imparato ad associare ad Harry. E in quel momento vorrebbe solo seppellirsi tra i suoi ricci e respirare il suo profumo per sempre.

"Louis?"

"Scusa", Louis sbatte le palpebre. Fa un profondo respiro. "Ok, allora... vedi, la cosa è... ehm, beh... ok, la cosa è che..."

Harry lo guarda paziente, in attesa, con occhi sinceri ed innocenti.

"...la cosa è che.... quella notte, nel nostro anniversario, quando ho dato di matto e me ne sono andato?" Le parole di Louis suonano come una domanda, ma non c'è dubbio che Harry si ricordi quell'episodio vividamente. "Beh, voglio parlarti di quella notte."

"Ok". Harry annuisce contro il cuscino, con un sguardo seriamente onesto. Sembra quasi che si stia preparando, anche se quando parla la sua voce è gentile come al solito, come un genitore preoccupato che cerca di far parlare il figlio reticente. "Che cosa in particolare?"

"Ecco, vedi", Louis appoggia una mano sul petto di Harry, "non sono stato completamente onesto con te sul motivo per cui ho dato di matto." La sensazione del respiro stabile di Harry, il su e giù del petto sotto il suo palmo, gli calma un po' i nervi.

We The Fireworks || Italian TranslationWhere stories live. Discover now