Epilogo: Don't Forget Where You Belong

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Passarono mesi da quando lo sceriffo, tornato a casa dalla centrale, li trovò addormentati nel letto del figlio. Quando poi i ragazzi scesero in cucina a fare colazione regalò un sorriso sincero al figlio e, dopo un’occhiata intimidatoria da ‘se ferisci Stiles ti uccido con le mie stesse mani’ a Derek, si riaprì in un sorriso anche per lui.

La situazione in quella cucina fu parecchio strana, almeno all’inizio, per i due giovani, ma dopo poco si trasformò in familiare e quotidiana.

Passò del tempo. Tempo che scorreva veloce come un fiume in piena, come i mesi che precedettero il diploma di Stiles e degli altri del branco; altro lento e interminabile, come i giorni degli esami e degli ultimi test, che misero a dura prova i ragazzi, ma che, insieme, riuscirono a prendere in mano la situazione e a uscirne vittoriosi, anche Scott.

Passò veloce anche il periodo per scegliere i college, con uno Stiles combattuto se partire e lasciarsi famiglia, ragazzo e amici alle spalle per cinque anni, oppure restare a Beacon Hills e rimanere in compagnia almeno dei primi due. Alla fine, un po’ a malincuore, ma spronato anche da Derek, scelse il college, non dimenticandosi di tornare a fare visita appena possibile.

Passarono così cinque anni, dopo i quali Stiles fece definitivamente ritorno a casa tra le braccia di Derek, accolto calorosamente da suo padre e ritrovandosi con i suoi amici, anche loro reduci dal college.

La sua laurea in criminologia gli diede ancora più opportunità, come se ne avesse avuto bisogno, per lavorare con il padre; lavoro che gli portò molte soddisfazioni, come la promozione a capo della sua divisione.

Scott, dopo essersi laureato in veterinaria, divenne socio del dottor Deaton alla clinica. La sua relazione con Isaac era ancora solida come all’inizio. Anzi, con il tempo si era fortificata. Il biondino invece aveva optato per una carriera diversa: dopo cinque anni di studi, era diventato avvocato, il migliore che si poteva trovare a Beacon Hills. Ora lavorava con Stiles, aiutava in centrale e l’amicizia tra i tre ragazzi, ormai uomini, era sempre più indissolubile.

Erica e Boyd erano andati ad abitare insieme subito dopo il liceo, sposandosi dopo tre anni di convivenza. Fu un’occasione per tutti gli amici di ritrovarsi, dopo aver percorso strade diverse.

Allison, dopo un momentaneo allontanamento dal gruppo, si riavvicinò, facendo pace con se stessa e con la propria famiglia. Lei aveva frequentato una scuola d’alta moda e, per un caso fortuito, un famoso stilista, vedendo i suoi lavori, le propose una collaborazione. Fu costretta a trasferirsi a Los Angeles e a fare continui viaggi per tutto il mondo, facendo ritorno sempre a casa per le feste e non appena aveva un attimo di respiro.

Lydia aveva studiato medicina, mentre Jackson era diventato un giocatore di lacrosse professionista, uno dei migliori dei Los Angeles Riptide. La ragazza era a capo del reparto di pediatria del Children’s Hospital nella città californiana. Il carattere di lui, dopo quegli anni, aveva preso a rabbonirsi un po’, e il ragazzo era diventato più sopportabile e amichevole con tutti, persino con Scott e Stiles.

E Derek…

Beh, Derek era rimasto il solito sourwolf burbero, nemmeno Stiles era riuscito a smussare quel carattere spigoloso, ma al ragazzo non importava. Si era innamorato di lui anche grazie a quello. Il lupo si addolcì, anche se solo in presenza del suo compagno. Fu l’unica cosa che si concesse di fare, per il resto conservò il suo caratteraccio.

Stupì il ragazzo quando, il giorno in cui festeggiarono l’anniversario del loro settimo anno insieme, gli chiese di sposarlo.

Venne organizzata una cerimonia semplice, alla quale furono invitati i più cari amici e i parenti più stretti. Sì, anche Peter Hale. E Cora, la sorella di Derek, creduta morta e poi ricomparsa.

Fu un’occasione per stare insieme, per riunire tutti quanti ancora una volta. Ci furono risate, ma anche qualche lacrima. Tutte di gioia, ovviamente.

Stiles ne versò qualcuna quando il padre, con lo sguardo pieno di orgoglio, gli disse: “Tua madre sarebbe felice e fiera di te” e poi lo abbracciò, notando, anche durante tutta la cerimonia, lacrime silenziose che scendevano dal viso dello sceriffo.

Fu invitato tutto il branco, Melissa, Chris, Danny e alcuni colleghi di lavoro. Harry, il figlio di Erica e Boyd, di soli due anni, quel giorno fu coccolato dallo zio Stiles e dallo zio Derek e si trovò quasi sempre al centro dell’attenzione.

“Mio figlio ti adora. Ed è tutta colpa tua” sussurrò Erica a Stiles, in un raro momento in cui il bambino si era allontanato dagli sposi per finire tra le braccia di suo padre. Lui ricambiò il sorriso e la strinse con un braccio in vita, lasciandole un bacio sulla tempia. “Ed è come te da ragazzino: iperattivo, petulante e fin troppo sveglio. Gli va bene che lo adoro, o l’avrei già ucciso.”

“Aw, quindi volevi bene anche a me quando non ero che un adolescente?” la prese in giro affettuosamente.

Lei ridacchiò e poi lo squadrò dalla testa ai piedi. Cercò con lo sguardo Derek, intento a parlare con Stilinski senior e lo osservò attentamente. “Ve la cavate bene con Harry. Dovreste provare ad averne uno voi” suggerì la biondina. “Harry!” esclamò, mentre correva dietro al bambino, che stava per far rovesciare un vassoio pieno di prelibatezze.

Stiles rimase colpito da quelle parole, realizzando solo in quel momento quanto desiderasse un figlio.

“Ehi, tutto bene?” chiese Derek avvicinandosi a lui e lasciandogli un bacio sulle labbra. “Sembri pensieroso e la cosa non porta mai a niente di buono” ridacchiò cingendogli un fianco.

“No, è tutto okay.”

Il sorriso che Derek fece, fu uno dei più belli che suo marito gli avesse visto fare. E Stiles decise che quello gli sarebbe potuto bastare. Almeno per ora…

I Know It Ain't EasyWhere stories live. Discover now