Prologo

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Come quasi tutti i pomeriggi, Scott e Stiles raggiunsero casa Hale, nella riserva, subito dopo la scuola. Stiles e Peter sedevano sui gradini della veranda, guardando verso lo spiazzo davanti alla casa, dove si trovavano tutti gli altri che si allenavano per rafforzarsi e imparare a difendersi meglio, a lavorare come squadra. Ogni tanto scambiavano qualche parola, commentando quello che vedevano o parlando di altro. Derek tentava di spronare tutti a dare il meglio di sé, ovviamente con i suoi metodi burberi e scontrosi, che non lo rendevano più simpatico agli occhi dei suoi beta e dell’umano. Isaac si allenava con Scott, mentre Erika e Boyd cercavano di sopraffare Derek, ma naturalmente l’alfa primeggiava.

Era ormai tutto il pomeriggio che andavano avanti così, tra ossa rotte e scuse (non da parte di Derek) e il branco si stava per concedere una pausa, quando all’improvviso il cellulare di Stiles cominciò a squillare. Si voltarono tutti a guardarlo con gli occhi sgranati, alternando lo sguardo tra lui e Derek, il quale stava mentalmente incenerendo il povero umano. La regola era semplice: cellulari spenti durante le sessioni di allenamento, per evitare qualsiasi distrazione, che sarebbe potuta costare caro. Ovvio dire che Stiles, sbadato com’era, si era scordato di spegnerlo.

“Stiles…” Derek non lo stava guardando male. Peggio. Il suo nome venne fuori quasi come un ringhio.

“Sarà-sarà meglio che risponda…” tirò fuori il telefono dalla tasca e, dopo aver dato un’ultima occhiata a Derek, aggiunse “…m-magari da un’altra parte…”

Si alzò in fretta e furia e, con ancora il telefono che squillava, entrò in casa, per stare lontano da orecchie indiscrete. Certo, se fossero state umane. Peccato che fosse in compagnia di sei lupi, tutti dotati di udito sopraffino.

“Scott, controlla che sia tutto a posto.” suggerì Derek credendo fosse lo sceriffo.

“È solo Danny.” rispose il beta tranquillamente, tornando ad allenarsi con il compagno.

‘Danny? Chi è questo Danny? E cosa diavolo vorrà da Stiles?’ pensò Derek. ‘Aspetta… Danny… questo nome non mi suona del tutto nuovo. Oh, ora ricordo. Già, Miguel…’ Ancora si ricordava di quell’episodio accaduto a casa Stilinski. Corrucciò le sopracciglia, cercando di pensare. Decise che voleva saperne di più.

“Allenatevi tra di voi.” disse rivolgendosi a Erica e Boyd. “Voglio vedere come ve la cavate senza di me.”

Si andò a sedere accanto a Peter, prendendo momentaneamente il posto di Stiles.

“Nipote, cosa stai facendo?” chiese curioso e non molto convinto dalla scusa poco credibile di Derek.

“Taci.” fu l’unica risposta che ricevette. Alzò gli occhi al cielo e decise che se ne sarebbe occupato più tardi. Derek nel frattempo teneva lo sguardo fisso sulla coppia in allenamento, ma con la testa altrove. Stava origliando la telefonata di Stiles. Un po’ si sentiva in colpa, ma nemmeno troppo.

... i-io e te?... Domani sera? C-credo si possa fare… Passi tu alle 8? V-va bene, sono libero. Allora-allora a domani… Ciao, Danny… Ciao.

Le sopracciglia di Derek stavano quasi cominciando a fargli male talmente erano arcuate. Non si accorse nemmeno che tutti i ragazzi si erano fermati e guardavano nella sua direzione, come in attesa di qualcosa. Si ricompose subito nella sua aria da duro, alzandosi in piedi e ponendosi tra di loro.

“Bene, direi che per oggi può bastare. Ci ritroviamo domani alla stessa ora. Puntuali.” e senza aggiungere altro, entrò in casa, scansando Stiles che invece stava uscendo, lanciandogli la solita occhiata poco amichevole. Non poté non notare il battito del cuore accelerato del ragazzo, cosa che fece guadagnare a Stiles uno sguardo confuso. Sbatté la porta dietro di sé, si andò a sedere sul divano in soggiorno e appoggiò la testa sullo schienale, chiudendo gli occhi e inspirando profondamente.

“Che voleva Danny?” chiese un curioso Scott mentre raggiungevano la Jeep di Stiles.

“Niente di che, solo… invitarmi a uscire domani sera.”

“Sul serio, amico? Forte!” rispose Scott allargando le labbra in un sorriso, contento per l’amico e salirono in macchina, dirigendosi verso casa.

I Know It Ain't EasyWhere stories live. Discover now