choice A

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Decisi di andare in camera mia; stare per conto mio mi avrebbe fatto bene.
Appena arrivai, dopo aver percorso una rampa di scale, mi chiusi nella mia stanza, andandomi a sedere nel letto. Presi il necessario per rollarmi una cicca e ne girai una. Andai di fianco alla finestra, la aprii e mi accesi la sigaretta, iniziando a fumare.
Non amavo il tabacco, ma lo alternavo alle canne.
In quel preciso momento, una notifica fece illuminare lo schermo del mio telefono.

Felisja🌹
Puoi stare in videochiamata?

Le scrissi un semplice: "sì, ti chiamo io", poi posai il telefono sulla scrivania. Feci cadere la cenere in eccesso, poi finii la cicca, chiudendo poi la finestra.
Felisja era la mia migliore amica, la ragazza che mi era sempre stata accanto da quando avevamo entrambi sei anni. Non capii mai quando, ma accadde che mi innamorai di lei; lei non lo sapeva. Poi un giorno venne da me dicendomi "La settimana prossima mi trasferisco a Parigi".
Mi distrusse quella notizia; quella notte piansi.
Mi connettei a Skype dal computer, e la vidi online, quindi le inoltrai la chiamata. Non attesi molto, solo alcuni istanti, poi vidi la mia faccia da cazzo farsi piccola e spostarsi nell'angolo in alto a destra dello schermo, e la sua faccia comparire a schermo intero.
Era bellissima, come sempre.
-Ciao Arthur- disse lei dolcemente, con un sorriso stampato in volto.
Spuntò un mezzo sorriso anche a me, dopotutto ero felice di rivederla, anche se in videochiamata.
Non era la stessa cosa, ma i suoi occhi scuri rimanevano sempre bellissimi; il suo sorriso mi faceva sempre lo stesso effetto.
-Ciao Felisja- salutai in risposta.
Le sue labbra, caratterizzate dal solito rossetto colore corallo, erano sempre bellissime, e nonostante fossimo in due stati diversi, la voglia di baciarla non se n'era andata.
-Come va, lì a Bologna?- chiese guardando distrattamente un foglio che aveva in mano.
Cercai per un secondo di capire che foglio fosse, ma lo tolse dalla mia vista prima che mi fosse stato possibile. Poi mi concentrai sulla domanda che mi aveva posto.
-Tutto bene dai, nulla di nuovo.. da te a Parigi? Deve essere una figata- ipotizzai io, passandomi una mano tra i capelli.
-Sì è tutto bellissimo qua, anche se il francese resta una spina in un fianco è una figata- ridacchiò.
Sorrisi.
-Da quanto sei lì? Ho perso il conto dopo le prime due settimane, credo- ammisi.
Ero una frana nel tenermi a mente le cose.
-cinque mesi e mezzo- rispose, ridendo.
-Non ti ricordavo così messo male- aggiunse poi.
Risi nervosamente. Aveva ragione, ero un caso perso, e ciò mi distruggeva.
Non dissi nulla, mi limitai a guardarla negli occhi. Ribadisco, a guardarla nei pixel che delineavano i suoi occhi.
Nella realtà erano mille volte più luminosi e magnetici.
-A scuola?- chiese lei, dopo qualche minuto di silenzio.
-Tutto bene.. nulla di emozionante, come al solito- risposi io, puntando lo sguardo su un post-it attaccato allo schermo del computer.
Il foglietto era giallo. Era un giallo spento, non di quelli caratteristici dei post-it. Sembrava fosse stanco.
Sopra c'era scritto "I love you♡"
Lo scrisse lei, qualche giorno prima di partire.
-Che guardi?-
La sua voce era sempre così dolce.
-Il post-it che hai scritto e attaccato al mio computer-
Tornai a guardarla; stava sorridendo.
-Mi ricordo, si-
Poi non dicemmo altro.
Sembrava che gli argomenti di cui parlare, fossero chiusi a chiave da qualche parte, ed io non potessi raggiungerli.
Ci pensò lei a tirare fuori argomenti, o almeno, ci provò.
-Come sta Andrew?-
Pur di non dire nulla mi chiese di una persona che conosceva appena.
-Sta bene, l'ho sentito oggi pomeriggio-
Non ero bravo a parlare, per niente.
La sentii sospirare, probabilmente si stava annoiando.
-Sai, qua in Francia è tutto meraviglioso, le persone sono così eleganti e fini, l'unica pecca sono i prezzi di centro città.. sono assurdi!- ridacchiò leggermente.
-Ma ci si può abituare, alla fine il lavoro che faccio mi retribuisce molto bene, e posso permettermi di prendere quello che preferisco. Poi, conosci com'è fatto mio padre, e pretende di aiutarmi in ogni modo.. sai, mi considera ancora la sua piccola principessa- sorrise -nonostante io abbia quasi vent'anni. Quindi mi paga lui l'affitto di casa, e con quei soldi vado fuori a mangiare con le mie colleghe di lavoro.. oh a proposito. Tempo fa ho parlato di te a Monique, e vedendo una tua foto ha detto che sei carino- concluse, continuando a sorridere.
Ricambiai il sorriso, passandomi una mano tra i capelli.
-Ringrazia..-
-..Monique- mi completò.
-..Monique da parte mia- sorrisi.
La osservavo attentamente, cercavo di imprimere nella mia mente ogni suo particolare.
Si fece una coda di cavallo, facendola sembrare ancora più bella di prima: il suo volto angelico era meglio visibile.
-Senti Arthur, devo dirti una cosa importante..-
Persi un battito, per la mia mente passarono mille idee diverse.
-Dimmi tutto Felisja- dissi io, guardandola negli occhi.

Cosa dirà Felisja ad Arthur?

Scelta C
tornerò in Italia per Natale

Scelta D
mi sono fidanzata







𝐀𝐫𝐭𝐡𝐮𝐫.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora