Epilogue: Little Things

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"Spingi, spingi, spingi... Ah! Sì!".

"La vuoi piantare di fare questi versi? I vicini ci prenderanno come i nuovi inquilini ninfomani" borbotto lanciando un'occhiataccia a Luke prima di lasciarmi cadere sul divano nuovo appena portato in casa.

"Quali vicini che abbiamo un loft? E non dirmi quello di sotto, Nicole Kidman è a Los Angeles a girare un film quindi non c'è nessuno".

"Ma John Green...".

"John Green è due piani sotto di noi, quindi possiamo fare tutto il rumore che ci pare e piace" conclude Luke, raggiungendomi e sedendosi accanto a me, allungando un braccio dietro alle mie spalle quasi fosse un riflesso incondizionato.

"Va bene" borbotto, alzando poi la testa per lasciargli un bacio a fior di labbra prima di guardarmi intorno.

Il nostro appartamento -o loft, come Luke ci tiene a ricordare di continuo- è ancora mezzo vuoto con serie di scatoloni in giro per la casa, ma piano piano sta iniziando a prendere vita, a cominciare dalla nostra camera da letto che finalmente ha una struttura per il letto, evitandoci di continuare a dormire su un materasso a terra come abbiamo fatto per l'ultima settimana.

Questo non ci ha impedito di dormire, certo, ma preferisco le doghe del letto al parquet nella schiena.

"Ancora non mi sembra vero" commenta Luke dopo qualche istante, abbassando la testa per guardarmi, "questa è davvero casa nostra".

"Credici pure, non dimenticherò facilmente quanto ci abbiamo messo a imbiancare il salone e le camere" sorrido innocentemente, guardandolo alzare gli occhi al cielo.

"L'abbiamo fatto solo perchè tu mi hai impedito di chiamare degli imbianchini".

"Non imbronciarti, mi pare di ricordare che ci siamo divertiti parecchio" suggerisco ammiccante, guardando l'espressione di Luke farsi più maliziosa.

A quanto pare, si ricorda anche lui delle nostre pause durate pomeriggi interi.

"Touchè" sorride, prendendomi poi la mano con l'anello di fidanzamento e baciandomela, una strana abitudine che ha preso fin da quando ho detto sì.

Adesso, il Cuore di Diamanti della famiglia Hemmings brilla al mio anulare per la grande, grandissima disapprovazione di Liz Hemmings, e nonostante all'inizio avessi qualche timore ad indossarlo sempre al dito per via della sua grandezza, adesso non me ne separo quasi mai per la felicità di Luke.

È stato strano abituarsi ad essere paparazzata e a vedermi continuamente sulle pagine delle riviste patinate, ma Luke mi è sempre stato accanto, proteggendomi il più possibile dagli obbiettivi indesiderati e cercando di tenere nascosto il nostro fidanzamento il più a lungo possibile.

Peccato che nonna Grace non fosse della medesima opinione, sbandierando a destra e manca che siamo in procinto di pensare ai figli, cosa che non potrebbe essere più lontana dalla realtà.

"Tra quanto arrivano?" Domanda poi Luke, senza bisogno di specificare di chi stia parlando, e non ho nemmeno il tempo di rispondere che il campanello suona.

"Sette in punto, chissà perchè ho come la sensazione ci sia lo zampino di Claire dietro" commento con un sorriso, alzandomi per andare ad aprire la porta che rivela appunto Claire, Ashton e un Calum sonnolento.

"Perdonalo, è appena tornato da Hollywood e non si è ancora ripreso dal jet lag" sorride subito la mora, porgendomi poi un elegante pacchetto di pasticceria, "gelato per dessert. Arba mi ha detto che sta arrivando con le pizze".

"Ancora non sono certo sia stata la scelta più saggia far prendere a lei la pizza" aggiunge Ashton, abbracciandomi prima di superarmi per raggiungere Luke.

"È appena arrivato il letto, se volessi testarlo prima di cena... Tanto dobbiamo ancora apparecchiare" sorrido in direzione di Calum che sembra a malapena reggersi in piedi, e infatti non aspetta che dica altro prima di annuire, seguendo il mio cenno verso la camera da letto.

Io e Claire rimaniamo ad osservarlo ciondolare fino alla porta della camera da letto, un sorriso sulle sue labbra: "poverino, il nuovo film lo sta stremando. Non fa altro che fare avanti e indietro da New York a Hollywood perchè vuole comunque stare con me e Ashton il più possibile, ma così facendo si riduce praticamente a una prugna secca".

"È un romantico" commento, guardandola scuotere la testa.

"È un folle, ma non lo amerei se non lo fosse".

"Diana, metto i piatti di ceramica?" Domanda Luke attirando la mia attenzione, girandomi solo per vederlo con le preziosissime e fragilissime porcellane cinesi di Grace Hemmings che ci ha gentilmente regalato per il nuovo appartamento.

"Magari quelli di carta" rispondo occhieggiando quei piatti dall'aria talmente fragile da rompersi solo a guardarli, e lui sorride, annuendo e tornando a parlare con Ashton.

"Ma non avete la lavastoviglie?" Domanda Claire, confusa, facendomi rabbrividire.

"Certo, ma quei piatti vanno lavati rigorosamente con acqua a quindici gradi centigradi e sapone di Marsiglia direttamente dalla Provenza, Grace si è premurata di ricordarmelo una decina di volte".

"Quella donna non finirà mai di perplimermi".

"A chi lo dici, a chi lo dici" sospiro osservando Luke ridere di qualcosa con Ashton, un'espressione spensierata sul suo viso.

"Adesso sta bene, vero?" Domanda sottovoce Claire, osservando la stessa scena davanti a noi, ed io annuisco, fiera del mio fidanzato.

Non è stato facile, mentirei se dicessi altrimenti, ma una relazione non è mai semplice in ogni caso.

Ci abbiamo messo tre anni a far quadrare tutto, tre anni per rendere Luke quello che è adesso, ed io non rimpiango nemmeno uno dei sacrifici che abbiamo fatto.

Se ora abbiamo una casa nostra e pensiamo al matrimonio è merito di quei sacrifici che sono valsi assolutamente la pena.

"Adesso sta bene, sì" rispondo con sorriso, quando il campanello suona, segnalando l'arrivo di Arba.

"Cinque dollari che ha iniziato a mangiarsi la sua pizza".

"Dieci che ha preso una fetta anche dalla mia".

Ovviamente, ho vinto dieci dollari.


È strano pensare che anche questa storia sia giunta a una conclusione perchè questa storia, nata per gioco e portata avanti perchè mi sono innamorata dei personaggi, ha significato tanto per me.

Ogni storia ha un posto particolare nel mio cuoricino, ma Fake Girlfriends Agency mi ha insegnato a giocare con i miei personaggi, a farli apparire non per come sono davvero, a nasconderli e a trasformarli, a partire proprio da Luke e finendo con Diana, la narratrice con il rossetto rosso che ha sempre una parola gentile per tutti.

Ringrazio voi tutte per averla letta, per averla apprezzata, per averla magari anche amata come ho fatto io.

Ringrazio darkargent che non credeva nella relazione a tre ma che, alla fine, ha trovato un senso pure ad essa.

Ringrazio bestdrugever che era con me quando ho avuto l'idea e quando gliel'ho raccontata, nella nostra amata caffetteria di Via Garibaldi. Senza te sarei come un cappuccino senza schiuma.

Grazie mille ancora, ci rivedremo molto, molto presto.

Amore e biscotti per tutte,

Chiara.

Twitter: fletchersmile98
Instagram: fletcherssmile98

Fake Girlfriends Agency || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now