Hang 'em High.

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Autore: Matteo Conti 



Un leggero odore di fumo e tabacco riempì in fretta l'aria della chiesa e, oltre la luce lunare che filtrava attraverso le vetrate, una scintilla con le varie sfumature del fuoco brillava al buio illuminando appena un viso duro e barbuto. L'uomo scosse appena la mano per spegnere il fiammifero in modo da poterlo buttare a terra prima di prendere una bella boccata dal sigaro ed espirare subito dopo una nube grigia mentre i lenti passi facevano risuonare il rumore dei pesanti stivali che indossava, il tutto accompagnato dal tintinnio metallico degli speroni.

«Cristo non basterà a salvare questo posto» commentò calcando il cappello prima di mettersi a sedere su una delle panche. Pulì il poncho, sistemò il cinturone e continuò a fumare tranquillamente inspirando ed espirando fumo da quel sigaro che si era acceso poco prima mentre la cenere era lasciata cadere sul pavimento di legno. Dieci minuti dopo aveva quasi finito di fumare in santa pace quando il portone di quel luogo sacro si aprì in un lento cigolio che straziò i cardini, ma non si sentirono altri rumori dopo. Nonostante ciò il pistolero in uno sbuffo spinse con le gambe per alzarsi maledicendosi sottovoce per aver scelto un lavoro del genere, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro senza contare che così avrebbe deluso i genitori; chissà che avrebbero pensato se avesse lasciato tutta quella cittadina a marcire diventando un nido di quei parassiti? Mosse appena la testa per togliersi quei pensieri al momento inutili e prima ancora che se ne rendesse conto la mancina aveva già estratto una delle due Colt 45. spostandola verso il soffitto. Il pollice abbassò il cane che ricadde contro la parete precedente alla camera di scoppio dopo che l'indice premette il grilletto, facendo così generare abbastanza energia da riscaldare il bossolo, far esplodere la polvere da sparo e scagliare il proiettile di argento lucente fuori dalla bocca della canna della rivoltella, ma non si fermò in una delle travi del soffitto e al posto del suono di legno scalfito si udì il rumore di carne lacerata e ossa rotte seguito da una fine pioggia di sangue e un tonfo pochi secondi dopo. Sei paia di occhi rossi si accesero nel buio della chiesa seguiti dal luccichio di altre sei paia di bianchi e lunghi canini mentre i loro possessori emisero un sibilo di rabbia.«Ce ne avete messo di tempo» iniziò il cacciatore «Ho quasi finito il sigaro. Che ne dite se vi uccido prima di spegnerlo?» e detto questo estrasse pure l'altra pistola mentre due vampiri gli scagliarono contro, ma inutilmente vista la coppia di proiettili piantati loro in testa. Soffiò sulla canna di entrambe mettendo le armi nelle fondine e portò poi le mani dietro la schiena. Un terzo vampiro pensò che attaccarlo ora sarebbe stata una buona mossa, ma invece di incontrare il collo del barbuto la sua bocca impattò contro la lama ricoperta d'argento di un'ascia da boscaiolo che separo la testa in due parti facendo sfrigolare la carne maledetta dell'essere. «Quattro a zero per me. Dai racconti sembravate molto più cattivi» portò l'ascia su una spalla mentre guardava i loro occhi rossi fissi su di lui «Ti squarteremo come un maiale e poi trasformeremo questo paesino in un troiaio di sangue e cadaveri» sibilò uno di quelli rimasti che scomparve nell'ombra mentre gli altri si erano spostati solo per lanciarsi in un attacco a tenaglia. "Patetici" fu il suo unico pensiero mentre girò il corpo per calare la testa di ferro dell'ascia nel cranio della sanguisuga che aveva attaccato alle spalle per poi tirare appena il manico dell'arma in modo da scoprire un grilletto nascosto nel legno che, una volta premuto, fece volare un proiettile verso la fronte dell'altro essere che esplose lanciando materia cerebrale ovunque. L'ultimo rimasto aveva un tic ad un occhio e digrignava i denti guardando verso di lui «C-chi diavolo sei? Chi cazzo sei!?» disse stringendo i pugni facendo risuonare i muscoli che si tirarono vedendo il pistolero.


«Te lo faccio tornare alla mente» disse mentre il sigaro era quasi finita «Avrai sentito della mano sinistra del Diavolo». Il vampiro sgranò gli occhi pronto a fuggire «Trinit-» tre proiettili dai revolver si infilarono nello stomaco del mostro che barcollò sputando sangue. Trinity lanciò in aria due monete voltandosi e portando le armi sulle spalle con cui sparò verso le monete che fecero rimbalzare i colpi negli occhi della bestia che crollò a terra con le mani sulle orbite mentre si sollevò in aria l'odore di carne che brucia. L'uomo infilò di nuovo le pistole nelle fondine iniziando ad avvicinarsi alla sua preda che urlava di dolore e inveiva continuamente contro Dio e lui.


«BRUTTISSIMO FIGLIO DI PUTTANA! BRUCERAI UN GIORNO TESTA DI CA-» la bocca gli venne chiusa con il mozzicone acceso e la punta dello stivale infilato nel cavo orale. Dalla cintola afferrò una corda di canapa con un cappio e lo guardò poi con disprezzo.

 «Chiudi quella bocca di merda».



Alba. I primi raggi del sole riscaldavano il cacciatore mentre cavalcava lento fuori dalla città su un destriero meccanico. Sorrideva sotto il cappello sapendo che avrebbero gradito il regalo carbonizzato dalla luce solare che aveva lasciato appeso ad un albero accanto alla chiesa.

Imperial Wars: AnthologiesHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin