-episodio 1-

3.6K 11 0
                                    

Bryan
Sono sveglio da non so quanto tempo, ma non ho alcuna voglia di alzare le chiappe. L'estate sta finendo ma il sudore bagna le mie mutande. Astrid e Freida sono ai miei lati, Astrid è girata al contrario così appena apro gli occhi mi ritrovo i suoi piedi in faccia. Cazzo è veramente stressante vivere con queste due, per di più Astrid ha sempre avuto dei piedi puzzolenti. D'altronde cosa ci si aspetta da una donna bionda e con gli occhi celesti, un difetto ce lo deve pur avere.

Ha fatto strada come prostituta in passato, nel suo paese d'origine,l'Italia. Mi sono sempre chiesto se qualcuno le ha mai domandato di leccarli i piedi, che spettacolo orrendo. Smetto di pensare e dopo essermi messo in piedi, cerco di alzarmi dal letto senza fare troppo rumore.

"Amore ma che cazzo! Ti sei ancora pisciato nel letto" si lagna Freida mettendosi seduta sul letto e facendo uno sbadiglio non molto femminile.
"Sto sudando, chi è che spegne il ventilatore!"

L'ultima volta che ho pisciato nel letto è stato dopo un festa, e la mia scusante è che ero completamente ubriaco.

"Astrid" sospira mentre io sono intento a levarmi i boxe, rimanendo completamente nudo
"dice che consuma troppo e io non vorrei mettere in dubbio ciò che dice, è lei quella che a fine mese paga le bollette" conclude con voce stridula e giudicatrice. La guardo, mettendo le mani sui fianchi
"Che vorresti dire, sai che ho lasciato la scuola fino ai 16 anni"
"Lo so amore, non è colpa tua se tuo padre ti ha costretto a lavorare nella sua officina, e se non sei molto sveglio" l'ultima cosa lo dice a bassa voce e non sono in grado di sentirla bene.
"Non mi ha costretto, adoro stare lì" lei fa un sorrisino con quelle sue labbra grandi e belle.

Freida è Latina americana ed al contrario di Astrid ha una bella carnagione olivastra, che la rende ancora più bella. I capelli neri e altrettanto gli occhi la rendono una delle donne più belle che abbia mai incontrato. La amo, mi viene duro solo a pensarci. Io e Freida ci conosciamo fin da piccoli e i nostri genitori ci hanno sempre spinti a stare insieme. Infatti a 14 anni eravamo già fidanzati, ricordo la prima volta che abbiamo fatto sesso,ci amiamo così tanto. Più di due anni fa, però, abbiamo incontrato Astrid che dopo essere stata cacciata dal college di Yale ha cercato casa. Eravamo stanchi della vita di coppia solita, avevamo bisogno di qualcosa di nuovo, di fare sesso con qualcun altro. Così l'abbiamo accolta nella nostra casa e dopo un periodo di semplice convivenza, in cui ognuno pagava il suo abbiamo deciso di provare con Astrid nuove cose.

Vado nel piccolo bagno della nostra camera e senza neanche chiudere la porta, entro in doccia. Canticchio felice, è domenica mattina e non devo lavorare finalmente. Avevo detto la verità a Freida che adoro stare nell'officina ma solo perché mia cugina Joseline (Americana al 100% come me) adora mettere in mostra le sue tette prosperose. So che prima che vengano quelle cose da donna, di cui non ricordo il nome, le bombe si gonfiano. Mi chiedo come abbiano fatto a non scoppiare quelle tette, insomma sono più grandi di quelle di Astrid che ha una quinta abbondante. Joseline chiamata da tutti Jose, ha un debole per me. Ha provato più volte a cercare di scoparmi, ma mi sono trattenuto (diciamo). Ma non preoccupatevi, siamo cugini di secondo grado non c'è stato nessun incesto.

Quando finisco di lavarmi, mi avvolgo un asciugamano e mi ammiro allo specchio soddisfatto. Indurisco i muscoli sulle braccia e sul petto e sorrido soddisfatto, nella mia bellezza. Le ragazze nell'altra stanza scherzano e le raggiungo.

Si stanno limonando, non posso fare a meno di rimanere fermo per osservarle. Ogni tanto si girano per guardarmi e sorridermi maliziosamente, mi viene duro solo a guardarle.
"Buongiorno bellezze, fatemi spazio" mi levo l'asciugamano di dosso e vado ad unirmi a loro.

Freida
Mi rivesto e mi giro a guardare i miei due amori sono bellissimi. Guardo l'ora sul mio comodino e per fortuna sono in tempo per mangiare qualcosa prima di andare a lavoro . Vado in cucina ma mentre esco dalla stanza, inciampo in un mucchio di vestiti sporchi.
"Chi li ha lasciati qui" mi giro a guardali puntando il dito prima a uno e poi all'altro. I due si guardano complici
"Non è il mio turno" dicono insieme. Impaziente, sospiro e vado a controllare il tabellone dei nostri turni settimanali. Odio perdere il controllo delle cose, se fossi a casa 24 ore su 24 la pulirei da cima a fondo. Ma purtroppo non ho questo privilegio, devo lasciare fare anche a loro. Ma vedere tutto questo disordine in casa mi da seriamente fastidio.

Threesomes Where stories live. Discover now