Capitolo 31 - Un nuevo capítulo.

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Risposero entrambi dopo pochi minuti, ed io andai a prepararmi per uscire.
Indossai un paio di jeans e una maglia a maniche lunghe nera, poi presi il mio giubbottino di pelle, visto che stava arrivando la primavera e le temperature stavano cominciando ad alzarsi notevolmente.
Quando uscii di casa era circa mezzogiorno, e mi avviai verso la piadineria dove avevo appuntamento con i miei amici. Come sempre, arrivai per ultima e mi beccai la ramanzina di Melissa, in cui diceva quanto dovessi sforzarmi per arrivare puntuale. In effetti aveva ragione, ma ero una ritardataria cronica e non c'era davvero niente che riuscisse a farmi arrivare in orario, nemmeno il più largo degli anticipi.

Ci raccontammo un sacco di cose, tra cui il fatto che Melissa e Riccardo avessero deciso di andare in vacanza a Marrakech quell'estate, dato che desideravano godersi per bene il caldo. Solo in quel momento realizzai che mancassero tre mesi scarsi all'inizio dell'estate, e che Paulo probabilmente avrebbe dovuto recarsi in Argentina per la Copa America. In ogni caso ne avremmo parlato più avanti, soprattutto perché io contavo di laurearmi proprio a giugno.

"Tu hai qualche novità con Dybala?" chiese Melissa,
"Non chiamarlo così." risi, e le tirai una gomitata,
"Comunque sì, una novità ce l'ho. Stasera gli dirò che sono pronta ad andare a vivere con lui, soprattutto visto che ho ottenuto il lavoro di cui vi parlavo l'altro giorno."
"Sapevo che ce l'avresti fatta." sorrise Leo fieramente, ed io ricambiai il sorriso.
"Wow, io e Riccardo ci abbiamo messo due anni prima di andare a convivere, sei sicura di essere pronta?" chiese Mel affettuosamente,
"Mai stata più pronta, dico sul serio. Piuttosto, mi spaventa un po' questa cosa del lavoro e della tesi. Come faccio a conciliare le due cose? Di sicuro non voglio rimandare la laurea, ma so anche che mi serve il lavoro." dissi, passandomi una mano tra i capelli,
"Secondo me puoi fare tranquillamente tutto, basta solo che ti organizzi." disse Leo, con il suo solito tono da studente di economia.
"Non studio economia, non sono portata per la suddivisione e l'organizzazione delle cose." scherzai, facendo sorridere anche i miei amici.
Continuammo a chiacchierare per quasi tutto il pomeriggio, finché decisi di andare a casa. Volevo ancora preparare la cena per Paulo.

La cosa ironica in tutto questo è che bruciai il pollo che avevo cercato di fare, quindi mi ritrovai ad ordinare una pasta alla carbonara da un ristorante che faceva le consegne a domicilio. In compenso avevo fatto una torta, che avremmo mangiato come dolce alla fine della nostra cena.
Preparai tutto, accesi le candele e apparecchiai il tavolo.
Appena finii mi feci una doccia ed indossai un vestito viola che avevo comprato un sacco di anni prima, ma che non avevo mai indossato.

Paulo arrivò pochi minuto dopo che abbi finito di asciugarmi i capelli. Lo sentii entrare in casa e chiamarmi, ma rimasi nella cabina armadio cercando disperatamente di infilare le scarpe con il tacco. Mi sentivo davvero bella quella sera.

"Mi amor? Sono a casa." disse Paulo, ed io lo trovai a girare intorno al tavolo con uno sguardo curioso. Quello sguardo da bambino, quello sguardo luminoso che caratterizzava così tanto il suo modo di vedere il modo. Ero follemente innamorata di quello sguardo.
"Ciao." sorrisi, e aspettai che si girasse per guardarmi.
Mi guardò dalla testa ai piedi, e poi mosse qualche passo verso di me. Quando fummo faccia a faccia mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi diede un bacio.
"E tutto questo per cos'è?" chiese, indicando il tavolo.
"Devo parlarti e dobbiamo festeggiare. Comunque ammetti che sono la fidanzata migliore del mondo."
"Pensavo non servisse ammetterlo, dato che ne sono più che consapevole. Di cosa devi parlarmi? Odio essere tenuto sulle spine." mormorò, ed io gli sorrisi.

Si fece una doccia veloce, stanco per gli allenamenti, e poi venne a mangiare.
"Sei bellissima stasera." disse, mentre infilava una polo bianca sopra ai jeans neri. Pensai che si fosse vestito così solo perché aveva visto me essere elegante, sopratutto perché di solito appena tornato a casa si metteva in tuta.
"Grazie, anche tu sei molto bello." sorrisi.
Intrecciammo le mani sopra al tavolo, e Paulo iniziò a disegnare piccoli cerchi con il pollice.
"Mi hanno chiamata oggi dal giornale." dissi in tono calmo,
"E cosa ti hanno detto?" domandò subito lui,
"Mi hanno presa." sorrisi. Lui si alzò e fece il giro del tavolo, venendo a darmi un bacio, per poi scendere sul collo.
"Sono così orgoglioso di te. Sapevo che avresti ottenuto il posto." sussurrò al mio orecchio, ed io gli lasciai un ultimo bacio prima che tornasse a sedersi.
"Ora ho un lavoro, e ho uno stipendio. Quindi stavo pensando che potrei trasferirmi qui, se la tua proposta è ancora valida, e solo a condizione che tu mi permetta di pagare minimo tre bollette."
Quando pronunciai quelle parole vidi i suoi occhi illuminarsi e lo vidi aprirsi in un sorriso che non dimenticherò facilmente.
Questa volta fui io ad interrompere la cena ed alzarmi in piedi, mentre lui fece lo stesso e mi prese in braccio facendomi girare. Mi baciò a lungo, ridendo.
"Te amo con locura."


Hello everybody!
So che l'una e mezza di notte non è proprio l'orario perfetto per pubblicare un capitolo, ma sono appena tornata a casa e avevo una voglia matta di scrivere, so I hope you enjoy. :)
All the love. ♥️
Sofia.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. حيث تعيش القصص. اكتشف الآن