It's too late

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"Quante volte dovrò ancora chiederti scusa?!" la voce seccata di Louis rimbombò nell'aria, infastidendo tutti coloro che, come zombie, vagavano assonati per i corridoi della scuola.

"All'infinito! Non so se ti rendi conto, ma mi hai lasciata sola proprio durante il lento!" non faceva altro che ripetere Eleanor dalla sera del ballo.

"Te l'ho già detto! Ero uscito a fumare. Non potevo sapere che sarebbe partito il lento e poi é solo uno stupido ballo..." replicò ormai stanco di quelle continue lamentele.

"Solo uno stupido ballo?! Cosa sono costrette a sentire le mie povere orecchie!" urlò la ragazza gesticolando in un modo decisamente teatrale.

"Non mi hai nemmeno avvertita che saresti uscito! Sei sparito all'improvviso! Hai rovinato la mia reputazione! Cosa penseranno adesso di me? La sfigata che viene abbandonata dal proprio accompagnat…" continuò a sbraitare ormai in preda all'isteria ma, la sua ramanzina, venne interrotta dal dito di Louis posizionato proprio sopra le sue labbra.

"Eleanor... shhh... tesoro riesci a stare zitta per un secondo?! Vuoi capire che non mi importa un cazzo dei tuoi capricci? Ti ho già chiesto scusa e se questo non ti basta, non mi importa, l'ho fatto solo per galanteria. Tu non sei la mia ragazza, non mi devo giustificare con te." disse Louis tutto d'un fiato come ad impedirle di parlare ancora e, imitando l'eccessiva teatralità della ragazza uscì di scena.

Prima ora: storia. Era proprio in quell'aula che Harry aveva sentito l'amore di cui aveva tanto avuto bisogno marchiargli la pelle. Varcarne la soglia era stato difficile. Udire le voci che ne provenivano, ignare di tutto quello che era accaduto lì dentro, infastidiva enormemente il riccio. Come potevano profanare il loro tempio? Come potevano riempire quell'aula di urla, schiamazzi e risate quando invece, non molto tempo prima, era stata dominata dal silenzio più assoluto e dalla passione più travolgente? Loro non sapevano e mai avrebbero saputo e questo faceva sentire Harry partecipe di un segreto grande e solenne, di un qualcosa di eterno che mai sarebbe stato rivelato. Si sedette al suo posto e tentò di organizzare i pensieri ricucendo assieme tutti i frammenti di quella sera, fino a crearne un ricordo nitido e chiaro. Dalla solita disposizione dei banchi e dei suoi compagni, capì che il banco sul quale si era consumato il suo ricordo era proprio quello di Louis. Harry si sentì per un attimo a disagio poi, però, ne fu contento. Quel banco rappresentava un insulto alla persona di Louis e a tutte le cattiverie che, fuoriuscendo dalla sua bocca, lo etichettavano come ricchione, solo e inadeguato. Rappresentava la sua vendetta per gli insulti, le parolacce e le botte subite.

"Styles, che cos'é quella cosa che hai sul collo?" la voce di un suo compagno lo incuriosì.

"Cosa ma che dici? Non..." tentò di rispondere ma qualcuno gli spostò con forza la testa mettendo ben in mostra la pelle nascosta.

"É un succhiotto, Styles?!"

"Nooo, ma che dici? É impossibile. Al massimo si é bruciato con l'arricciacapelli!"

"Vediamo un po'! Su chi hai fatto colpo, Styles?!"

Si aprì una specie di dibattito tra tutti i presenti che circondarono il povero Harry.

"Ma che..." riuscì ad articolare portandosi la mano al collo e sfiorando quel pezzo di pelle vittima di tante attenzioni.

Ma, anche se attorno a lui c'era un continuo vociare, anche se la voce della professoressa appena entrata in aula giunse benissimo alle sue orecchie e, anche se quella cappa di parole e risate avrebbero potuto impedire a chiunque  di sentirla, lui la udì comunque. Arrivò come una lama sottile al timpano. Raggiunse la sua psiche provocando gli stessi effetti che aveva avuto la prima volta che l'aveva percepita. Le mani cominciarono a sudare, la bocca si fece asciutta, le gambe iniziarono ad essere scosse da un lieve tremore, la sensazione di calore all'inguine divenne sempre più accentuata. Era lei, non c'era alcun dubbio. Quella risatina maliziosa non poteva appartenere a qualcun altro sennò che al Cavaliere. Lui era lì, in classe, al suo fianco, ma non riusciva a capire chi fosse.

I feel you next to meWhere stories live. Discover now