"nanakorobi yaoki: fall seven times and stand up eight"

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Dicono che in certi momenti la vita ti metta alla prova e tu non puoi far altro che affrontarla, così dicevano ed io non ci credevo, pensavo fosse una delle solite frasi fatte ma ben presto ebbi l'occasione di rendermi conto che certe cose accandono quando meno te lo aspetti e ti ritrovi dentro una delle sfide della vita e non sai nemmeno come ci sei capitato dentro, solo devi uscirne in un modo o nell'altro e andare avanti perchè la vita è questo e tu devi solo trovare la forza di rialzarti e continuare tra mille conquiste e spesso anche tra alcune grandi perdite. Cosa che personalmente non pensavo sarebbe mai successa, soprattutto a me. Ah già ma la vita è così.

Era una mattina diversa dalle solite e monotone giornate di lavoro ma allo stesso modo difficile, l'aria era pesante seppure il cielo dava segno di voler tornare azzurro e da quando ero uscito di casa anche il mio passo sembrava esserlo,  camminando per le strade affollate arrivai in una che per tanti era una meta turistica mentre per me era sempre la stessa e solita strada che ogni mattina,o almeno ogni mattina fino ad una settimana fa, qualche volta anche di corsa, percorrevo per andare al lavoro: Camden Town. Ero stanco di quel posto, stanco dei ricordi asfissianti che mi portavo dietro e che sarebbero stati per sempre legati a quel posto e a quelle strade ogni giorno sempre uguali, ero talmente stanco che quella mattina da quello stesso posto io stavo scappando, e lo stavo facendo davvero.

Strinsi l'agenda fra le mani e mi sistemai il borsone sulla spalla, ci avevo messo il minimo indispensabile tutto quello che mi sarebbe servito per scappare e fuggire da quei terribili ricordi e sperai per un attimo che con il tempo si sarebbero affievoliti, ma sapevo sarebbe stata dura. Aumentai il passo verso la stazione degli autobus alzando gli occhi al cielo e guardando quel cielo che dopo tanto tempo finalmente era tornato azzurro e quel poco di sole sembrava voler uscire a tutti i costi; riabbassai lo sguardo in tempo per vedere all'ultima postazione il pullman diretto alla via di fuga, diretto alla porta che mi avrebbe fatto uscire da questo labirinto che era diventata la vita londinese: London Stansted Airport.

Mostrai i biglietto all'autista e presi posto vicino ad un giovane ragazzo con la testa china sul finestrino e con le cuffie nelle orecchie, sembrava immerso nei pensieri e forse anche lui di qua se ne stava andando, forse se ne stava andando si, ma chissà se al contrario mio sarebbe tornato,  rimasi con il dubbio e mi sistemai aspettando di arrivare all'aeroporto.

Durante il viaggio sentì tutte le responsabilità sulle spalle e per un attimo i dubbi mi assalirono, stavo facendo la cosa giusta? Sarebbe stata la scelta che avrebbe cambiato le cose? Avrei dimenticato? Pensai che forse no, non era la cosa giusta ma era la cosa di cui avevo bisogno e per un attimo azzerai la mente e lasciai perdere tutte le domande che continuavano a tormentarmi e non appena il pullman partì cercai di rilassarmi vedendo per l'ultima volta quelle strade alla stessa  velocità con la quale speravo sarebbero svaniti tutti i pensieri.

Mi avevano sempre fatto notare quando implulsivo e diretto fosse il mio modo di fare, pensavo sempre poco alle conseguenze fino a quando queste non si presentavano e mi ritrovavo faccia a faccia con grandi sfide e ce n'erano tante di sfide che avevo superato, tante difficili e costruttive e altre piccole ma che mi avevano pur sempre lasciato un segno. Però la vita è bastarda, la vita prima ti mette alla prova e poi ti da la spiegazione, è la peggiore delle maestre ma è così che alla fine si impara a vivere, o almeno così tutti dicono, solo che io a vivere ero quasi arrivato a smettere di farlo quando quella enorme parte di me se n'era andata e pensavo di non riuscire ad uscirne solo che ci sono momenti in cui la vita seppur bastarda, ti regala qualcosa, qualcosa che ti ridà la voglia di andare avanti nonostante il dolore, nonostante le difficoltà. Quella cosa, piccola ma immensamente grande, la vita a me l'aveva ridata e nonostante me ne avesse tolta una della quale non me ne sarei mai perdonato, quello che mi aveva donato era più grande di ogni dolore, più grande di ogni difficoltà ed era forse per quello che in quel momento stavo scappando, per vivermi quella cosa che avevo ricevuto e che forse era l'unica che ancora mi teneva fermo a terra.

Cercai il mio posto fra quelli liberi e mi sedetti, tante voci riempivano l'aria dell'aereo, ragazzi in gita scolastica, turisti che parlavano in lingue che nemmeno riuscivo a capire, era tutto un unico rumore che venne subito interrotto dal comandante di volo che come di routine augurava il buon viaggio. Un forte odore di caffè mi arrivò al naso quando notai che un hostess vestita con un completo interamente azzurro e giallo stava passando nella corsia centrale con il solito carretto delle bevande e cibi di ogni tipo che da quanto costavano ti facevano passare la voglia di mangiarli, personalmente non avevo mai preso nulla di questo genere in nessuno dei voli che avevo preso in tutta la mia vita perciò completamente disinteressato mi limitai ad allacciare le cinture e guardare fuori dal finestrino in attesa di partire.

Non appena venne annunciata la partenza chiesero di spengere gentilmente ogni dispositivo elettronico prima del decollo e quando sbloccai il cellulare guardai lo sfondo che avevo cambiato proprio la sera prima e sorrisi appena per poi rimetterlo in tasca ripensando che quella piccola ma grande cosa che la vita mi aveva regalato sarebbe stato il motivo per cui Amsterdam mi avrebbe aiutato a cambiare finalmente pagina a quel libro che per troppo tempo era rimasto fermo al solito punto.

"nanakorobi yaoki: fall seven times and stand up eight"

(dal giapponese: 'cadi sette volte ma rialzati otto volte')

Quando la vita ti butta giù tu ricorda che ci sarà sempre qualcosa per cui lottare e non mollare mai.

[ Questo è solo l'inizio e come vedete ancora non ho svelato il nome del protagonista, cosa che succederà presto, in ogni caso spero vi piaccia e so che può sembrare un po' corto ma ripeto, è solo l'inizio.]

AmsterdamWhere stories live. Discover now