Parte 29 Giustizia

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Cristian arrivò trafelato davanti alla stanza di Samir. Maha armeggiava con il telefono, impegnata a scrivere qualche messaggio.

«Ah, sei qui. Era ora», gli disse laconica.

«Sono qui e ci rimarrò», Cristian replicò, sperò di essere stato convincente, ma lo sguardo sbieco che lei gli aveva rivolto non faceva presagire nulla di buono. «So che avrei dovuto...», cominciò, ma lei non sembrò interessata.

«Non mi interessano le tue giustificazioni, ma se riesci a convincere quel testone a non farsi dimettere potremmo diventare amici».

«Affare fatto».

Cristian bussò alla porta, entrò anche se non gli era arrivata nessuna risposta. Samir stava sdraiato, ma aveva appena chiesto a un'infermiera di sollevarlo un po', e non aveva esitato a rivolgerle uno sguardo languido. Cristian alzò gli occhi al cielo, ma era un buon segno. Quando Samir lo vide si ammutolì, l'infermiera gli raccomandò di chiamarla se avesse avuto problemi e se ne andò.

«Pensavo fosse ancora Maha», Samir disse.

Cristian osservò il suo labbro spaccato a cui avevano messo dei punti, la ferita sul sopracciglio, ma i colpi più duri erano quelli che non si vedevano, nascosti dal camice e dalla pelle.

«Sono io. Posso?»

«Ti sei ricordato che esisto», Samir commentò amaro.

Cristian sedette accanto al suo letto, voleva prendergli una mano, ma non voleva essere precipitoso.

«Non eri qui la prima volta che mi sono risvegliato», Samir disse ancora, e solo allora Cristian capì quanto ne era rimasto ferito.

«C'ero la prima volta, ma tu eri troppo confuso per via dell'anestesia. Cazzo, mi ero preparato tutto un discorso, un sacco di cose da dirti, e adesso...» Allungò una mano sulla sua. Samir non la scacciò.

«Puoi iniziare dalla più facile».

«Grazie per aver fatto arrestare Rick».

«Non mi sarei più potuto guardare allo specchio altrimenti», Samir disse, la voce ancora un po' affaticata.

Cristian posò un dito sulle sue labbra. «Non intendo stare ancora con Marc». Vide gli occhi di Samir illuminarsi, ma ancora offuscati dal dubbio.

«E cosa ti ha fatto cambiare idea? se è solo perché io sono qui...»

Cristian lo interruppe: «È perché non andavo da nessuna parte con lui, mi hai ferito e io ero così deluso che pensavo di poter trovare un rifugio in Marc, ma il solo pensiero di darmi a lui senza difese, di farmi marchiare... Avrei dovuto ascoltare questo», si indicò il cuore, «ma avevo troppa paura di soffrire».

Gli occhi di Samir divennero lucidi. «Ho sbagliato, non ho saputo proteggerti».

Cristian avvicinò il suo viso a quello dell'altro. «Credevi di fare per il meglio. Da oggi voglio che ci diciamo tutto, ok?»

Samir annuì. «Ho chiuso con la vita di prima, farò mille lavori, ma non prenderò mai più quello che non mi appartiene, e se ci riesco mi iscriverò all'università».

«Speravo che te ne rendessi conto e che me lo dicessi». Si avvicinò per dargli un bacio, ma un ticchettio di passi e un colpo di tosse lo fermarono. Vide Samir spalancare gli occhi e quando anche lui si girò verso la porta ne capì il motivo.

L'ispettore che seguiva il caso della rapian era entrato, accompagnato dal suo detective di fiducia.

«Dobbiamo parlare con il paziente», quello disse.

Cristian sentì il cuore accelerare. Samir era fragile, non avrebbe permesso che lo interrogassero, che glielo portassero via. «Non può, non vedete in che stato è?»

Il detective si avvicinò. «Il dottore ci ha dato l'ok, la prego Cristian, dobbiamo fargli qualche domanda».

Samir intervenne: «Va tutto bene, Cri», disse, ma entrambi sapevano che Rick si era voluto vendicare facendo il nome di Samir alla polizia.

«Il sospettato che abbiamo trovato grazie a una segnalazione anonima, tra l'altro partita da Londra, ha fatto il suo nome», l'ispettore disse, infatti. «Dichiara che è stato lei a fornirgli i dati sulle telecamere e i sistemi di sicurezza della casa di Covent Garden», l'uomo guardò Cristian per studiarne la reazione, forse si aspettava una scenata di un fidanzato tradito.

«Io...», Samir cominciò, pronto a prendersi le sue responsabilità. Era il giusto prezzo da pagare per i suoi sbagli e il rischio che aveva fatto correre a Cristian, ma proprio Cristian lo precedette.

«Rick ci ha sentito. Frequenta la palestra gestita dal padre di Samir, e abbiamo notato più volte i suoi tentativi di attaccare bottone con noi, una volta l'ho sorpreso a origliare una nostra conversazione».

«E perché non ce ne ha mai parlato?», disse l'ispettore, corrugando la fronte.

«Rick e io ci conosciamo, Samir disse, non gli sembrava giusto essere coperto da Cristian.

Il suo omega lo interruppe ancora: «Sì, ma aveva preso le distanze e Rick non l'ha mai accettato. Non credevo che arrivasse a tanto, ecco perché non ve ne ho mai parlato prima».

L'uomo spostò lo sguardo dall'uno all'altro ragazzo, la parola di Cristian era più affidabile di quella di Rick che senza prove sembrava voler accusare Samir per una rivalsa personale. Tutta quella storia non lo convinceva, ma non aveva intenzione di fare una crociata contro il figlio di Carl. Inoltre, per sicurezza, aveva già fatto perquisire il posto dove viveva Samir e non aveva trovato traccia di refurtiva. «Bene», si limitò a dire, «vi aspetto per una deposizione ufficiale». Fece un cenno di saluto con la mano e uscì accompagnato dal suo detective.

Quando rimasero soli Samir fece una smorfia di dolore, Cristian gli sistemò il cuscino, ma sentiva che c'era qualcos'altro.

«Cosa c'è? Non è il caso di fare l'eroe, Samir. Se pensi di scontare tutti i tuoi peccati, lasciandomi solo, toglitelo dalla testa: Rick ti ha ricattato ed è già tanto se non lo denunciamo anche per questo».

«Grazie. Non credo di meritare ciò che hai fatto per me, ma...»

Cristian posò l'indice sulle sue labbra. «Niente ma, piuttosto Maha mi ha detto che vuoi firmare le dimissioni. Non pensarci nemmeno, è troppo pericoloso nelle tue condizioni. Promettimi che non lo farai».

Samir baciò le sue dita, nonostante le labbra gli facessero male. Non resisteva lì un minuto di più ed era ansioso di cambiare vita, ma non voleva dare a Cristian un altro dispiacere. «Prometto».

Alone no more - WATTYS WINNER - Omegaverse Where stories live. Discover now