Prologo

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Due mondi
divisi dall'acqua
Due cuori
separati dal sangue
Due gemelli
illuminati di rosso
Un istante
Per cambiare il-

Un tonfo risuonò nel silenzio. Alzai gli occhi dalla mia lettura di Storia delle Predizioni e chiusi il volume in pelle.

《Oh Satana!》

Raccolsi il libro che era scivolato fino ai miei piedi e mi alzai dalla poltrona, raggiungendo il goffo ragazzo dai capelli scuri impegnato a radunare le pergamene e i libri che gli erano scivolati dalle braccia.
Mi inginocchiai sul pavimento di fronte a lui e gli porsi il libro.

《Grazie Dorcas! Non volevo disturbarti...》

Sorrisi e feci spallucce.

《Nessun disturbo Melvin. Anzi, mi ha offerto una scusa per abbandonare i miei compiti!》

Il giovane ricambiò timidamente il mio sorriso.

《Allora dovresti essere tu a ringraziarmi.》

《Forse sì.》

Ci rialzammo entrambi da terra e sentii crescere un leggero imbarazzo dentro di me.
Avevo praticamente ignorato Melvin dalla sanguinosa sera nella Chiesa Sconsacrata.

Quando quegli angeli gli avevano passato la lama sul collo mi era sembrato di vivere la scena a rallentatore. Era per terra, morto, gli occhi ancora aperti e il mio grido di preghiera non l'aveva smosso. Non importava quanto piangessi o quanto strepitassi...

Melvin non si muoveva più.
Per un attimo ho pensato che il mondo non avesse più senso.
Che sarebbe stato un posto peggiore.

Quando Sabrina, con inaspettati occhi bianchi e una corona di spine in testa, lo aveva fatto risvegliare e tornare in piedi come se nulla fosse, ho ringraziato tutto l'inferno e i dannati per quel dono.

Ciò mi aveva spaventato. Io, una strega, una sorella oscura, una figlia di Lucifero, non avrei dovuto essere in grado di provare sentimenti così forti.

Io conosco la lussuria, non l'amore, mi ripeteva il cervello.

Melvin mi guardava pensieroso, la bocca che si apriva e chiudeva senza far uscire nessun suono, come se volesse dire qualcosa ma non ne avesse il coraggio.

Alla fine sospirò pesantemente e un'ombra di determinazione sfumò il marrone dei suoi occhi.

《Lo so che forse non vuoi parlarne, ma... vorrei davvero sapere cosa... cosa è successo per non farti più rivolgere neanche una parola con me.

Nel mezzo della frase si era bloccato, di nuovo timido nel giro di un secondo.

《Vedi Melvin...》

《Se è per quello che è successo durante il Lupercalia...》

In quel momento mi sentii malissimo.
Mi avvicinai e lo abbracciai, facendo cadere di nuovo i libri.
Per un attimo non ottenni nessuna reazione, poi ricambiò il mio abbraccio e passò le mani attorno alla mia vita, scatenando un'ondata di ricordi.

《Oh no Mel! Non è affatto per quello!》

Lo strinsi forte, poggiando la testa sul suo petto. Il suo cuore batteva furiosamente, tanto che riuscivo a sentirlo nelle mie orecchie.

《Sorella?》

Mi irrigidii e mi allontanai di scatto.

Agatha era all'ingresso della biblioteca, le mani incrociate davanti a sé e la testa leggermente piegata.

《Sto interrompendo qualcosa?》

《No sorella. Adesso ti raggiungo.》

La strega lasciò la stanza girando su sé stessa, le lunghe trecce scure che seguivano i suoi movimenti.

Blood of my bloodWhere stories live. Discover now