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KONNOR

Jackson insegue sotto la pioggia Hazel ed osservo tutto dalla finestra rivolta verso la strada. Si urlano contro. E mi sento così impotente. Anche stupido a dire il vero. L'ho accusata di essere gelosa quando dentro le sta crollando il mondo addosso e mi sento una vera merda. Essere a conoscenza che sta male, che soffre anche in piccole parti mi fa ribollire il sangue. Hazel, è... è sempre Hazel, nonostante tutto, e vederla spenta fa stare male anche a me. «Cosa guardi?» Hanna mi piomba accanto e guarda la mia stessa scena. «È terribile non credi? Ricevere una notizia del genere.» sussurra e poggia il capo sulla mia spalla continuando a guardare fuori dalla finestra. «Sei silenzioso.» si alza di scatto e si sofferma a guardarmi. «E' per lei non è vero? C'è qualcosa che non mi hai detto Kon?» domanda confusa. «Niente di importante. È solo una persona a cui voglio bene e che in questo momento sta soffrendo.» mi limito a dire ma non se la beve. «Voglio la verità Konnor.» inchioda i piedi al pavimento e incrocia le braccia. «E' lei? Quella che Lori menziona ogni tanto senza scendere in particolari? L'ho sentita. Ogni tanto parla con Bradon. Non le sono mai piaciuta ed Hazel è la sua migliore amica. Tutto torna. Non è così?» sembra quasi sul punto di piangere. «Non è come pensi.»

«Ah no?» ride «Hai amato una sola persona in tutta la tua vita e mi vieni a dire che non è come penso? L'hai amata e lei sta male. Sei fermo qui a fissare questa triste scena da lontano e scalpiti perché vorresti andare lì e fare qualcosa. Ti conosco. Non riesci a stare al tuo posto.» sbotta ed ora è furiosa. «Non voglio andare lì è cambiare le cose.» ringhio. «Come puoi essere così insensibile? Fosse stata un'altra persona avrei reagito allo stesso identico modo.»

«Ma non è un'altra persona. È lei. E sembra che tu non sia riuscito a dimenticarla.» le si incrina la voce. «Stai dicendo assurdità» scuoto la testa e mi allontano sia dalla finestra, sia dalla sua figura. Hazel è l'unica persona che mi ha preso il cuore e me l'ha strappato via dal petto. Il mio cuore era suo e lei l'ha preso senza più ridarmelo. Ma sono andato avanti, anche senza cuore, me ne sono costruito uno nuovo, uno tutto mio che non può rubarmi più nessuno. Ma nonostante questo mi sento stupido. Stupido per aver insinuato che fosse gelosa della mia vita, ho addirittura pensato che fosse gelosa di me. Ero talmente accecato da quest'idea che non ho capito cosa si nascondeva sotto. Eppure sono sempre riuscita a leggere o meglio, ha sempre dato modo di essere trasparente, pronta a non nascondere nulla e a dire sempre tutto. Ma questa volta non l'ha fatto e solo dopo mi sono reso conto del perché. Non sono pronto ad affrontare una discussione con Hanna. Non ora almeno. È successo tutto così in fretta e non voglio far riemergere episodi del passato proprio ora. Non voglio raccontare nulla. La vita continua. Far riemergere il passato è come fare cento passi indietro senza guardare avanti. Torno in camere e sfilo la maglietta lasciandola a casaccio sulla sedia, tolgo i jeans e mi dirigo verso il bagno privato situato in camera. Decido di fare una doccia, scosto le tende della doccia e mi fiondo dentro senza aspettare che l'acqua diventi calda. Poggio entrambe le mani sulle mattonelle e mi appoggio piegando la testa all'interno, verso il basso. Chiudo gli occhi e le frustrazioni scivolano via insieme all'acqua. Perché mi sento sempre in dovere di risolvere le cose? Di metterle al posto giusto? Strofino gli occhi e continuo la mia doccia sperando di non dover fare i conti con i miei pensieri tutta la notte. Quando si tratta di Hazel si sconvolge sempre tutto. Mi domando come ha reagito Jackson alla notizia e, cosa avrei fatto io se fossi stato al suo posto. Non riesco ad immaginare una vita senza una famiglia. E' al primo posto della mia lista, ma se Hanna non avesse potuto avere figli cosa avrei fatto? E se invece avesse funzionato con Hazel? Le sarei rimasto comunque accanto. Credo anche che non posso far questo genere di pensieri sotto la doccia e per una persona che non è più mia e che ormai è passata. Non posso farli perché fin quando non sei dentro ad una situazione è inutile stare lì a pensare ai "Se" e i "Ma". Chiudo l'acqua e afferro l'asciugamano stringendolo in vita. Resto in bagno ancora per qualche minuto prima di tornare in camera e affrontare le domande di Hanna. È sempre così curiosa, vuole sapere ogni cosa. Una volta in camera mi vesto velocemente dandole le spalle mentre è seduta dalla sua parte del letto. «Non l'hai negato.» sussurra nel silenzio della stanza. «Cosa?» domando confuso. «Non hai negato quando ti ho chiesto se fosse lei. Hai solo sviato il discorso.» borbotta guardandosi i piedi per quanto le sia possibile farlo. «E' lei.» ammetto tanto comunque non mi avrebbe dato pace fin quando non le avrei detto chi fosse. «Bene. E la ami ancora?»

«Come puoi pensarlo?» scuoto la testa infastidito. «Non hai risposto!» il suo tono di voce si alza. «Le voglio bene. Ma non la amo. Non più. È passato tanto tempo.» rispondo e non sono convinto nemmeno io della mia risposta. «Quando la osservavi dalla finestra... la guardavi in un modo... - tentenna- in un modo così profondo e diverso. Non mi hai mai guardata così. La guardavi come se sotto la pioggia volessi rincorrerla tu.» non mi guarda negli occhi e so che da un momento all'altro le lacrime le righeranno il viso. «Hanna. Non è così. Le voglio bene ma non fa parte più della mia vita. Ci sei tu ora e la nostra famiglia. Ci siete voi. Non posso cancellarla dalla mia vita perché anche grazie a ciò che ci è successo che sono qui ora in questa stanza ad accarezzarti la pancia. Non ti mentirò e forse ciò che sto per dirti ti farà del male ma voglio essere onesto. L'ho amata, per tanto tempo. Un tempo che non so nemmeno definire. Non ricordo nemmeno com'è iniziata. Ma l'ho amata, forse anche più del dovuto ma per lei non è mai stato come lo era per me e lo dovevamo soltanto capire. Ci vogliamo bene, perché prima di tutto eravamo amici e lo siamo ancora. E nonostante tutto abbiamo sempre bisogno uno dell'altro, anche senza parlarci. Se c'è un problema di cui non posso parlarti probabilmente chiamerei lei ma questo non significa che tu non sia importante. Lei farà parte sempre della mia vita. Ma il primo posto ci siete voi e questo non cambierà.» sono inginocchiato davanti al suo pancione e la fisso negli occhi mentre il silenzio è l'unica cosa che riecheggia nell'aria.

L'attimo in cui ti ho rivisto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora