Parte 22 Heartbreak

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Oltre il vetro con i piedi piantati a terra, le braccia lungo i fianchi e lo sguardo indifferente, stava un ragazzo di altezza media, i capelli ricci e bruni, e la corporatura esile.

Cristian lo fissava, ma quella sagoma non gli diceva nulla né riusciva a collegarla all'uomo, il ladro, che era entrato nella sua stanza la notte della rapina. Marc, accanto a lui, gli mise una mano sulla schiena come a rincuorarlo. Dall'altro lato, Carl e un poliziotto fissavano il vetro.

«Potete prendervi tutto il tempo che volete», il poliziotto disse, «questo l'abbiamo arrestato grazie a un nostro contatto tra i ricettatori, ma potrebbe aver ottenuto la refurtiva da qualcuno e non essere coinvolto nella rapina».

Carl si avvicinò al vetro, fissò lo sguardo sul sospettato. «È lui. È quello che mi ha costretto ad aprire la cassaforte, tu Cristian che dici?»

Cristian strinse i pugni, e respirò profondamente. Gli occhi di quell'uomo oltre il vetro non gli dicevano nulla, e, in ogni caso, se quello aveva minacciato Carl non poteva essere l'uomo che era entrato nella sua camera per aggredirlo. «Potrebbe parlare?», domandò.

«Certo», il poliziotto rispose solerte. Accese il microfono per comunicare con l'altra stanza. «Dica il suo nome», ordinò al sospettato. Quello ubbidì.

«È l'uomo che mi ha minacciato», Carl confermò.

Cristian, invece, non riconobbe quella voce. Non era la voce roca che lo aveva terrorizzato e non apparteneva all'uomo che aveva tentato di fargli del male. Il ricordo delle sue mani gli fece venire un brivido lungo la schiena, un conato di vomito. Marc lo attirò a sé.

«Va tutto bene, Cri, ci sono io», gli disse. Lui ne provò conforto.

«Non è quello che è entrato nella mia stanza», disse. Il pensiero che quell'altro fosse ancora in giro gli fece galoppare il cuore nel petto. E se fosse tornato? E se fosse tornato per vendicarsi di Samir? Della lezione che Samir gli aveva dato? Si trovava in una situazione di merda e tutto per colpa dell'uomo che amava e che aveva creduto essere il suo alfa. No, non poteva essere l'alfa che aveva sempre sognato, si disse. Il suo alfa non lo avrebbe mai messo in simili guai. Soffocò un moto di rabbia e di pianto che sempre lo coglievano quando pensava a ciò che era accaduto. Samir avrebbe dovuto denunciare l'altro ladro, ma probabilmente temeva di mettersi nei guai.

«Possiamo andare?», domandò, si sentiva soffocare e voleva solo respirare un po' d'aria, tornare al campus, alle sue lezioni, alla vita che conduceva prima che Samir gliela stravolgesse.

Il poliziotto sorrise comprensivo. «Ma certo».

Cristian salutò Carl e decise di prendere un taxi, ma Marc lo fermò.

«Cri, ti accompagno con la mia auto».

Cristian annuì, non aveva la forza di protestare e doveva ammettere che Marc non gli aveva mai detto: «Avevo ragione io su Samir». Era solo stato gentile con lui e la sua famiglia, offrendo loro tutto il supporto di cui era capace e forse, per la prima volta, Cristian capiva cosa sua madre volesse dire quando lo esortava a non abbandonarsi alla passione e al cuore, ma ad usare la testa anche in amore. Sua madre ci era passata prima di lui e voleva solo aiutarlo, ma Cristian era stato testardo, aveva inseguito Samir, un ragazzo così diverso da lui, un ragazzo che non aveva esitato a tradire la sua fiducia.

Il campus quella mattina di inizio aprile era assolato, e tanti studenti si attardavano fuori per approfittare di quel calore inaspettato.

«Devo ripetere degli appunti prima della lezione, credo che prenderò qualcosa alla caffetteria, dovrei trovarci anche Arturo, ma non voglio trattenerti», Cristian disse a Marc.

Alone no more - WATTYS WINNER - Omegaverse Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang