Capitolo 25 - Te deseo.

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Quando ebbi finito, mi avvolsi il corpo e i capelli in un asciugamano, prima di asciugarli e lasciare che i boccoli scuri ricadessero sulle mie spalle. Infilai il maglione e i jeans, con le mie amate Dr. Martens.
Mi truccai un po' più del solito, mettendo un rossetto viola; d'altronde Paulo aveva detto che la serata sarebbe stata una sorpresa, perciò non volevo farmi trovare impreparata.
Uscii dal bagno per prendere il profumo, e trovai davanti a me Paulo in camicia e jeans neri.
Era bellissimo, semplice ma perfetto.
Aveva addirittura i capelli in ordine, il che non era così scontato, considerando le volte in cui ci passasse le mani in mezzo per tentare di dar loro una forma.

"Sei bellissima." disse, trascinando le S come al solito,
"Anche tu sei molto bello." risposi, senza staccare gli occhi dai suoi,
"Sei pronta?"
"Non so nemmeno per cosa dovrei esserlo, però sì, sono pronta." mormorai, con un sorriso,
"Pensi di riuscire a sopravvivere ancora un paio d'ore senza avere il controllo su tutto?" ridacchiò Paulo, scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo con fare plateale,
"Posso provarci." sospirai, fingendomi preoccupata, ma senza riuscire a trattenere un sorriso.

Quando uscimmo dall'hotel, Paulo mi disse che il posto misterioso era vicino, perciò ci andammo a piedi. Ad un certo punto del tragitto, il mio ragazzo mi disse di chiudere gli occhi, e come se non  bastasse mi bendò con quella che doveva essere una sciarpa.
"Paulo, qualsiasi sia la sorpresa, non credo sia il caso di usare questa... qualsiasi cosa di lana pungente per assicurarti che terrò gli occhi chiusi." mi lamentai,
"Ti amo." buttò lì,
"Ti amo anch'io, ma l'amore non c'entra niente con questo scherzo, o gioco, o qualsiasi cosa tu stia facendo." farfugliai, a metà tra la rabbia e la risata. 
"Sei bellissima stasera." continuò lui, e potei quasi vedere il suo sorriso compiaciuto, nonostante avessi gli occhi bendati,
"Paulo smettila di cercare di corrompermi facendo il quindicenne con gli ormoni a mille." risi, e lui fece lo stesso, senza preoccuparsi minimamente di togliermi la sciarpa dagli occhi.

Dopo cinque minuti, Paulo mi avvertì che stavamo entrando in un ascensore, e non farmi scappare un sorriso perché, nonostante stesse facendo del suo meglio, non riusciva a nascondere l'entusiasmo dalla voce.
Appena le porte del fatidico ascensore si aprirono, e Paulo cominciò ad armeggiare con la sciarpa che avevo sugli occhi, capii di essere arrivati nel luogo misterioso.

Mai mi sarei aspettata la vista che avevo davanti: la terrazza dell'Empire State Building.
Non era la terrazza stracolma di turisti che mi aspettavo, e capii dopo pochi secondi il motivo; l'edificio aveva due terrazze, e noi ci trovavamo in quella superiore. Il che significava che Paulo aveva speso una cifra inimmaginabile per comprare due biglietti.
"Quanto ti è costato tutto questo?" chiesi, spostando lo sguardo sulle poche persone che erano sparse in quel piccolo spazio,
"Segreto." rispose Paulo, con il tono di un bambino,
"Non posso credere di essere davvero qui." ammisi, guardando la città sotto di noi, che a ogni secondo sembrava illuminarsi di più,
"Io non posso credere di essere qui con te." disse Paulo, lasciandomi spiazzata, mentre abbassava lo sguardo in un gesto...imbarazzato. I pochi momenti di timidezza di Paulo erano veramente rari, visto che il resto del tempo lo passava facendo lo spavaldo e lo sfacciato. In fondo, però, sapevo che sotto a quell'apparenza di sicurezza, si nascondeva un ragazzo dolce e sensibile.
"Ti amo." mormorai semplicemente, azzerando la distanza tra i nostri corpi e posando le mie labbra sulle sue.
Mi attirò a sé, cingendomi i fianchi con le mani, e sussurrandomi dei "ti amo" ogni volta che ci staccavamo per prendere fiato.
Restammo in quel limbo d'amore per un tempo indefinito, intanto che il mondo intorno a noi scorreva inconsapevole di essere fermo ai nostri occhi.
Quando ci staccammo l'uno dall'altra, ci incamminammo verso la balaustra, e rimanemmo in silenzio ad osservare lo spettacolo che ci circondava.

L'infinità del cielo scuro sopra di noi era alleggerita dalle stelle, più vicine che mai, e sotto di noi una miriade di luci colorate si accendevano e spegnevano a una velocità mozzafiato.
Ero innamorata di quella vista, ma mai quanto lo ero del ragazzo in piedi accanto a me.

"Non voglio tornare a casa domani." dissi, in tono lamentoso,
"Nemmeno un po'?" chiese Paulo, lasciandomi un bacio sulla punta del naso, mentre scuotevo la testa in risposta alla sua domanda.

Nonostante la temperatura congelata, ci sedemmo sulle piastrelle rosso scuro della terrazza, uno abbracciato all'altra, e restammo lì fino a quando anche l'ultima persona se andò. Alle due di notte una security guard venne ad avvisarci della chiusura e, a malincuore, fummo costretti a lasciare quell'angolo di paradiso. Mentre uscivamo dalla terrazza, mano nella mano, mi girai un'ultima volta e lanciai uno sguardo veloce ad un luogo che avrei portato nel cuore per sempre.

Una volta fuori dall'edificio, ci rendemmo conto di esserci persino dimenticati di cenare perciò, infreddoliti più che mai, ci limitammo a prendere una cioccolata calda in uno stand, per poi dirigerci verso l'hotel, mentre la neve iniziava a cadere e ricoprire nuovamente tutto di bianco.

Quando entrammo nella nostra camera, misi una felpa di Paulo, che rimase in boxer, e poco dopo mi feci riscaldare dalle coperte soffici.
Mi accoccolai al petto di Paulo, e gli sussurrai un "grazie." riferito, non solo a quella giornata, ma a tutta quella settimana da sogno.
Prima di addormentarmi completamente, potrei giurare di averlo sentito baciarmi tra i capelli e sussurrare un "ti amerò per sempre."

Hello everybody!
Sono in pullman per tornare da una gita a Nizza, e quindi amatemi perché ho pubblicato nonostante questo.
All the love. ♥️
Sofia.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Where stories live. Discover now