19. È un ragazzo meraviglioso.

938 49 5
                                    

"Sei stata grandiosa, Aria! Te lo posso giurare, non sarei riuscito mai a fare un lavoro del genere su quelle unghie! Addirittura i disegnini... Pur essendo minuscoli li hai fatti perfetti! Non vedo l'ora di lavorare con te!".

Stare con Ian è uno spasso. Mentre facevo una breve dimostrazione delle mie capacitá in fatto di nail art, lui e Hailie mi sono stati vicini e mi hanno aiutata. E, completata l'opera su delle unghie finte, Hailie ha detto che ho un talento straordinario e che vuole che io lavori con loro. Ovviamente ho accettato, emozionata, e Ian è da mezz'ora che non la smette di farmi i complimenti. È un ragazzo meraviglioso.

"Dai, Ian, così mi metti in imbarazzo. Non ho fatto poi così tanto" dico, rossa in viso, cercando di sminuire la sua euforia. Afferro la mia borsa e seguo il mio nuovo compagno di lavoro fuori dalla Stanza dei Tatuaggi. "Ma cosa dici! Sei stata magica! Cavolo, dovevi vederti, mentre maneggiavi tutto quel materiale! Sembravi una veterana di questo lavoro! Dovresti essere davvero fiera di te" dice Ian, gesticolando con le mani. Hailie sta al bancone della cassa e sta ordinando alcuni fogli su una pila. Appena ci vede fa un sorriso e mi lancia un occhiolino. Ridacchio, imbarazzata, mentre Ian raccoglie le sue cose in uno zainetto, che mette in precario equilibrio su una sola spalla. "Allora, come ci vai a casa?" mi chiede Hailie, proprio mentre Ian apre bocca, sicuramente per continuare a lodarsi con me. Ancora una volta la ringrazio mentalmente.

"A casa..." dico, pensierosa, mentre lentamente ricordo di Luke, che avrebbe dovuto stare qui fuori ad aspettarmi. Che bello! Non so per quale motivo, ma sono superfelice di rivederlo. Forse l'entusiasmo di quel nuovo lavoro, e nell'essere riuscita a passare il 'test'. "Oh, viene Luke a prendermi e a accompagnarmi a casa" faccio, la voce piena d'ilarità. Hailie mi rivolge un'occhiata carica di sottintesi. Non riesco a decifrare l'espressione del suo viso, che dopo qualche secondo sparisce e lascia spazio alla preoccupazione. Si rivolge a Ian. "Potresti chiudere tu il negozio? L'auto dovrebbe arrivare tra circa un minuto, non vorrei perderlo" dice, controllandosi l'orologio al polso. Ian annuisce, e afferra al volo le chiave che gli sta lanciando Hailie. "Beh, allora, ci vediamo domani mattina! Buona giornata!" e detto questo la ragazza corre all'uscita, sbattendo la porta frettolosamente.

Ora io e Ian siamo soli, ma sono stupita nel contastare che non sono a disagio, come sarei dovuta sentirmi, a staee con un maschio che conosco da qualche ora. Ian diffonde uno strano senso di familiarità che ti fa sentire a casa, in un certo senso. È una bella sensazione. Mi piace.

Sono talmente presa dai miei pensieri che nemmeno mi accorgo di Ian, che è scivolato al mio fianco e mi ha nel frattempo detto: "Allora, usciamo!". Annuisco con qualche secondo di ritardo e mi lascio condurre fuori dal locale dalla sua mano ben salda sul mio braccio.

Il vento mi colpisce il viso quando esco dal negozio. Mi stringo nella mia felpa extra-large e con lo sguardo cerco il SUV di Luke, mentre il suono della saracinesca che viene abbassata da Ian mi colpisce le orecchie.

Niente.

Non lo vedo.

Dai, avrà fatto un po' di ritardo, non è il caso di farsi prendere dall'ansia per così poco, penso, cercando di calmarmi. Faccio un respiro profondo, mentre Ian viene al mio fianco e mi dice: "È qui quel ragazzo, come si chiamava, Lee...".

"Luke" dico, leggermente irritata. Ian sembra accorgersi del mio cambio d'umore e alza le mani a mo' di scusa. "I nomi non sono mai stati il mio forte, perdonami" dice, sorridendomi. Non posso fare a meno di ricambiare il sorriso, sentendomi in colpa per essere stata sgorbutica. Ian è così simpatico! Perchè dovrei arrabbiarmi con lui?

"Non hai ancora risposto alla mia domanda".

"No, non è arrivato. Ci sarà traffico" rispondo, cercando di difenderlo. Gesto istintivo, probabilmente. Percorro nuovamente con lo sguardo tutta la via, ma nessuna macchina nera in vista. Vedo con la coda dell'occhio Ian scrollare le spalle. "Ti aspetto. Non mi va di lasciarti da sola". Sbuffo. Sembrano le sue  parole. "Ehy, non preoccuparti" dico, voltandimi a guardarlo. Ha il cappuccio che gli copre metá faccia, ma posso vederlo fare un piccolo sorriso. "Ma no, cosa vuoi che sia aspettare per qualche secondo, no?".

Ma i secondi divennero minuti.

E i minuti divennero ore.

shadows. 》l. h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora