46. Ho una fame da lupi.

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Due giorni dopo, mi arriva la notizia che Luke era stato ufficialmente dimesso dall'ospedale.

Non sapevo come prendere questa notizia, a dirla tutta. Da una parte ero stracontenta: lui era guarito e in forze e non dovevo più temere per lui. Dall'altra, mi metteva soggezione il fatto di averlo di nuovo vicino di casa e di doverlo quindi vedere tutte le mattine e spesso dover parlare con lui. Infatti, dopo gli scambi affettuosi di parole tra me e lui all'ospedale, avevo paura di cosa sarebbe potuto succedere e se questo sarebbe stato un male per me.

In realtà il vero problema era Ian. Non gli avevo detto nulla al riguardo del mio bacio con Luke, del fatto che forse ero innamorata persa di lui e di dover prendere in considerazione quindi l'idea di lasciarlo per evitare futuri disastri. Ma non ce la facevo. Ho detto a me stessa di aspettare, di vedere che succede, e di parlarne con Ian in futuro, se i sentimenti che provo per Luke sono reali, ma forse è solo un modo come un altro per rimandare la faccenda.

La vera sorpresa è quanto sia invece cambiato Luke che, dopo il fatto dell'ospedale non è più schivo e brusco con me, ma anzi mi chiamava spesso, e ogni ccasione era buona per fare due chiacchiere. 

La dimostrazione di quanto sia diverso dal Luke di una volta mi capita il giorno dopo la sua uscita dall'ospedale. 

Sono le otto di sera e qualcuno mi citofona con molta enfasi. Io, rigorosamente vestita di t-shirt giallo sporco e salopette di jeans, sto passando l'aspirapolvere, cosicchè vado ad aprire circa un minuto dopo. Credo sia Ian, ma mi pare strano perchè aveva detto che quella sera sarebbe stato a casa sua con degli amici per vedere una partita in tv. Forse un cambio di programma? Apro la porta.

Luke risplende sulla soglia come il sole a mezzogiorno. Indossa ciò che tutti i ragazzi indossano, jeans e felpa larga, eppure a me sembra sia vestito di tutto punto. Appena mi vede, sfodera un sorriso da capogiro. "Uhm.. Ehy, ciao!" dico, con finta disinvoltura mentre nel mio stomaco gironzolano insetti a piede libero. "Ciao" dice lui, guardandomi fisso negli occhi. Mi sento a disagio. Stare vicino a un ragazzo del genere mi mette un nervosismo incredibile. Per un po' rimaniamo in silenzio. Sono talmentre imbarazzata che decido di parlare io per prima. "E cosi, ho sentito che ti hanno dimesso..." passa nemmeno un secondo e mi rendo conto di aver vinto il premio per La Più Grande Stronzata Mai Detta. Certo che l'avevano dimesso, se stava li di fronte a me! Luke sembra notare il mio imbarazzo e, mentre una volta l'avrebbe appesantito prendendomi in giro, ora fa finta di nulla e annuisce. "Si, è vero" dice. "La verità è che non posso stare senza di te". Mmmh... che? Rimango basita e lui improvvisamente scoppia a ridere. "Dio mio, Aria, rilassati, stavo scherzando! Sei cosi tesa che sembri un elastico!". Faccio un sospiro di sollievo e ridacchio anche io. Aveva ragione, dovevo rilassarmi. In fondo, era solo lui. Luke. Un amico. La voce della mia coscienza cerca di dirmi qualcosa approposito del fatto che gli amici non si baciano, ma la metto a tacere. per dire "Entra, dai, non rimanere qui fuori". Luke declina gentilmente l'offerta. "Tranquilla, ma ho una fame da lupi e volevo sapere se per caso ti andasse di venire a mangiare un boccone con me". "Oh, certo" dico, più velocemente di quanto non volessi in realtà. E se lo venisse a sapere Ian? Ma Ian non dovrà per forza venire a saperlo, giusto? "Aspetta, giusto il tempo di cambiarmi..." provo a dire, ma Luke mi squadra da capo a piedi e mi sorride. "Stai benissimo. Andiamo." Allora afferro le mie Converse nere sporche, le infilo senza nemmeno slacciarle prima e mi catapulto con lui sulla strada.

Non posso fare a meno di pensare al mio appuntamento con Ian. Solo che li era completamente diverso. Qui siamo vestiti molto sobriamente, li eravamo scintillanti. E quando Luke mi dice che aveva intenzione di andare alla pizzeria qui vicino, capisco che in confronto al ristorante chic di Ian questa cena sarà molto meno romantica di quella con l'altro ragazzo e più casual. Ma quando entriamo nel locale, piccolo e mezzo vuoto, realizzo che forse questa cena sarà molto meglio dell'altra, perchè, come credo ben sappiate, gli appuntamente mi mettono agitazione, e questo era invece più simile a una cena tra amici. Luke mi sorride e non posso fare a meno di pensare, mentre ricambio il gesto, che forse la differenza è data proprio da lui, e che i sentimenti che provo per questo biondo sono vivi. E vegeti.

shadows. 》l. h.Where stories live. Discover now