VII Miriam Gauss

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Ragazza 21enne, capelli rosso-ciliegia, occhi verdi e un mare infinito di lentiggini .
Pochi dettagli ma che saltavano subito all'occhio alla sua vista, non tutti però la apprezzavano per le sue particolarità. Non a caso lo stile era tipo hippy; jeans a zampa di leone, una cintura che le stringeva il vitino sottile e la solita maglia con scritto Bollywood.
Ricci indomabili, sempre annodati, per questo portavo una bandana simile a quella di Jack Sparrow; non aveva un gran portamento,anzi era tutt'altro che fine. Non si poteva certo dire che era una brava ragazza, ma allo stesso tempo non si poteva negare il contrario. Eppure con tutte le sue stranezze era riuscita a arrivare ad punto che le persone normali non potevano immaginare. Troppa carriera e denaro, tuttavia vestiva sempre uguale; poteva sembrare paranormale che avesse nell'armadio solo più di cento magliette e pantaloni tutti uguali, eppure  era proprio questo il motivo del suo successo. Era partita da un piccolo collage del Queens da quella che era una band del gruppo della scuola per poi arrivare a essere una delle star degli ultimi tempi degli USA. Si potrebbe dire che alle spalle avesse avuto una famiglia che la sosteneva, ma nulla del genere.
Il padre e la madre erano sempre state due persone alla mano, vent'anni insieme per poi divorziare definitivamente con debiti da pagare fin sopra al collo. Eppure in quegli anni erano sempre riusciti a pagare le tasse del campus che frequentavano i figli . Beh! Mettersi a vendere oggetti di proprietà al mercatino  dell'antiquariato per raccomodare qualche  soldino e far campare la famiglia non era il massimo!
Eppure quella sua tenacia, quella sua grinta la avevano sempre accompagnata e non l'avevano mai mollata. Gli altri sempre pronti a criticare quello che faceva, sempre rifiutata dalla società , ma le sue mani erano di una persona che il pane se lo guadagnava con la fatica, il vero sudore del lavoro era sceso dalla sua fronte grondante sotto il sole anche nei più periodi più caldi delle estati newyorkesi. Lavoro ? Sempre cambiato, dal rider alla waiter , insomma non se ne stava mai seduta sul divano a guardare la tv, questo era più che certo.
-" Scricciolina, ben tornata"- questa frase  risuonava nella sua testa come un giradischi, quelle voce , quelle ultime parole non se le sarebbe mai dimenticate ! Il papà aveva un modo così tenero quando si rivolgeva alla figlia, l'unica poi, ma quella sera ....quella maledetta notte tutto cambiato... dal nulla succede il disastro. 
Le gride del padre la svegliano di soprassalto : " Miriaaamm ! Scappa !" , il fumo incomincia invadere la stanza, la casa brucia le fiamme alte raggiungono la soglia della finestra che dava sul giardino del retro.
Senza esitare strappa la coperta dal letto , se la avvolge intorno per ripararsi dal fuoco.
Intuitivamente capisce che le urle del padre arrivano dall'ascensore del palazzo.
Salta un cortocircuito generatore dell'ascensore, dalla scintilla alla goccia che fa straboccare il vaso succede quello che in una famiglia non dovrebbe mai accadere .
Quella notte centinaia di sogni e di vite si spensero tra le fiamme, famiglie distrutte, piene di rabbia, astio, dolore e soprattutto disperazione !
Succedettero giorni di inferno , notti insonni e mesi in cui la vita per Miriam sembrava aver perso senso.
Ma due anni dopo il tragico evento, : " Scricciolina, ciao sono papà,  quando leggerai questa lettera probabilmente non ci sarò più, ma non essere triste per me, vivi la tua vita e non pensarmi troppo, semplicemente vivi , io ti starò accanto a ogni tuo singolo passo, con amore infinito il tuo Pá" .
Una lettera? Perché ? Non era accaduto tutto per pura causalità ?  Come possibile?
Se prima Miriam si sentiva distrutta e frustrata, adesso era più piena di domande e perplessità !
Qualcuno aveva attento alla sua vita ? A quella del padre e quella della sua famiglia ?!

Red ( in corso di scrittura)Where stories live. Discover now