Estremisti

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Il traffico newyorkese a quell'ora era più caotico che mai: le vie affollate erano un vero e proprio labirinto in cui ci si poteva perdere.

Charlie amava quella città, così viva, in cui ormai abitava da otto anni insieme al suo "branco di adozione", che sfortunatamente amava molto meno.

Charles Owens aveva quindici anni, aveva capelli neri e lunghi, spesso legati in una coda che ricadeva tra le scapole del ragazzo. I suoi occhi erano di uno strano color verde con delle pagliuzze dorate laterali e spesso gli veniva fatto notare che quel colore era simile a quello degli occhi dei serpenti o dei gatti, ma a lui non importava: contro i serpenti non aveva nulla e i gatti gli stavano simpatici, anche se il suo sentimento non veniva quasi mai ricambiato da quei felini domestici.

In ogni caso, in pochi notavano che il colore dei suoi occhi variava con il cielo nuvoloso e che dal solito verde giallastro, si trasformava in un grigio chiaro.

Charlie camminava svelto tra la folla di persone, doveva tornare dal capo del suo branco e non voleva rischiare di essere in ritardo, altrimenti Noah Bryson lo avrebbe sicuramente messo in punizione e non voleva potergli dare quella soddisfazione.

Il branco di lupi mannari guidati da Noah viveva in un edificio abbandonato tempo addietro dai no-mag e Charles Owens era stato adottato dal branco all'età di sette anni, senza però poterne realmente fare parte.

Charlie sospirò e scosse la testa: odiava Noah.

Il ragazzo si riscosse da quei pensieri e attraversò la strada, lasciando passare un'autopompa di passaggio per poi trovarsi al sicuro sul marciapiede opposto.

«Questa grande città risplende dei gioielli dell'inventiva umana: cinematografi, automobili, la radio, la luce elettrica...»

Charlie spostò lo sguardo, puntandolo alla fonte della voce che stava urlando e declamando quelle parole. Una smorfia gli si dipinse sul volto, mentre notava la donna parlare ad una piccola folla di persone che si era riunita intorno a lei. Doveva essere un'estremista di qualche setta.

Il ragazzo superò la folla e continuò a camminare spedito, pensando all'estremismo che lo attendeva appena sarebbe arrivato.

Voltò in una stradina, poi in una ancora più stretta. Il fascino di New York si trasformava lentamente, ad ogni suo passo, a sporcizia e grigiore.

Arrivò quindi davanti ad un vecchio palazzo con i muri grigi scrostati e si avvicinò alla porta dall'aspetto malandato. Bussò.

«Chi è?»

«Charlie!»

«Davvero?»

Il ragazzo sbuffò.

«Red aprimi!»

La porta si aprì e Charlie entrò.

Un uomo dai capelli castani e dagli occhi di uno strano color azzurro lo osservò, severo. Il ragazzo gli lanciò un'occhiataccia, ma l'altro non sembrò minimamente turbato. Charlie pensò che il colore dei suoi occhi era quello di un azzurro sporco, come acqua di un fiume inquinato.

«Noah ti stava aspettando, ragazzino.» Disse l'uomo.

«Lo so, infatti sono qui.» Rispose Charlie, fingendosi impassibile.

Si trovava in un cupo ingresso dove l'unica fonte di luce proveniva dall'alto delle scale che stavano proprio di fronte a lui e che iniziò a salire, sentendo i passi dell'altro seguirli e, nel mentre, lo scatto della porta che si richiudeva da sola... O meglio, che Red aveva fatto chiudere con un secco movimento della mano usando la magia.

In cima alle scale, Charlie seguì un lungo e stretto corridoio, fermandosi davanti l'unica porta che trovò aperta. All'interno si trovavano quattro uomini, uno di loro se ne stava seduto dietro una grossa scrivania di legno, su cui aveva poggiato i piedi, e sembrava stare molto comodo sulla poltrona di velluto verde scuro. Gli altri tre erano pigramente appoggiati in vari angoli della stanza, ma sul volto sembrava trasparire una velata preoccupazione.

Charlie incrociò lo sguardo con quello del primo uomo, che gli rivolse un ghigno beffardo per poi esclamare: «Ah! Ma tutte queste preoccupazioni riguardo chissà quale creatura mostruosa in città, diventano un vuoto niente quando vedo il nostro piccolo Figlio della Luna!»

Gli altri si voltarono verso la porta e fu Red a spingere dentro la stanza il ragazzo, che si era bloccato all'uscio, come se fosse indeciso se entrare o fare un improvviso dietro front e scappare via.

«È appena arrivato, Noah.» Disse l'uomo di nome Red.

Charlie vide il capo branco annuire tra sé e sé: era un uomo con folti capelli scuri, tenuti molto corti ai lati e più lunghi sulla nuca, il colore degli occhi era un bel marrone, aveva labbra ben delineate e carnose e i lineamenti del viso erano pronunciati. Charlie sospirò e abbassò lo sguardo al pavimento della stanza. Sì, Noah Bryson era un bell'uomo esteriormente ma il ragazzo era conscio che il capo del branco interiormente non lo era affatto.

«Lasciateci.» Ordinò il licantropo agli altri.

Charlie si scostò dall'uscio sempre tenendo lo sguardo a terra, sentì i passi allontanarsi e, infine, la porta della stanza chiudersi.

«Charles Owens, sei in ritardo.»

Non era vero e Charlie lo sapeva, come lo sapeva Noah.

«Per questo ti meriti di essere punito.»

Il ragazzo inspirò ed espirò lentamente, poi alzò di poco gli occhi, incrociando lo sguardo dell'uomo, che continuò: «Per questa volta, te la cavi con poco ragazzino. Per una settimana, sarai tu a lavare i piatti sporchi dopo cena.»

Charlie non ribatté e, dopo un breve istante di silenzio, Noah Bryson gli ordinò: «Ora vai in camera tua.»




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Mi è venuta l'idea per questa storia sia dalla saga di film "Animali fantastici" (di cui per ora sono solamente usciti  i primi due), sia dal vero e proprio libro "Animali fantastici: dove trovarli" di Newt Scamander, adottato dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts come testo per le lezioni di Cura delle Creature Magiche, reperibile in svariate ristampe anche in qualsiasi libreria Babbana. 

La figura dei Lupi Mannari nell'universo magico di "Harry Potter" è chiara e concisa: ad ogni plenilunio il mannaro si trasforma, senza poter controllare la cosa, a meno che non prenda in tempo la Pozione Antilupo, che funge da sedativo. Ho pensato quindi di modificare questa parte della figura e ampliarla. 

Accetto pareri e critiche, sempre che queste ultime siano costruttive e non "a random". Grazie mille! 

-charliestrange!



These Werewolves (and where not to find them)Onde histórias criam vida. Descubra agora