| Breakfast and Books |

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'L'Eveil' è la graziosa insegna dalle sfumature arancioni e rosa che si staglia di fronte ai miei occhi e da cui sembra provenire quell'invitante profumo di brioches zuccherate. Senza aspettare un secondo di più, guidata probabilmente dal mio stomaco vuoto, porto entrambe le mani sulla porta in legno che spingo immediatamente per varcare così la soglia del grazioso locale.

Le pareti e il pavimento sono completamente rivestite in legno lucido e davvero ben curato che danno al bar l'aria di uno di quei locali inglesi dove la birra scorre a fiotti. Sorrido al pensiero che un locale cosi raffinato che vende brioches e pasticcini tanto invitanti possa trasformarsi in un affollatissimo irish pub dove omoni barbuti sono soliti incontrarsi la sera per darsi alla pazza gioia davanti ad un'entusiasmante partita di calcio.

Una nuova ondata di profumo dolciastro non fa altro che aumentare il buco che si era creato all'interno del mio stomaco, convincendomi senza ulteriori indugi a prendere così posto ad un tavolino proprio accanto alla vetrata del bar che mi permette di osservare senza essere disturbata il freddo paesaggio esterno e le persone che, proprio in questo istante, passeggiano tranquillamente per la strada più o meno sorridenti, più o meno pensierose.

Un'anziana signora porta a passeggio il suo barboncino mentre il postino del quartiere ha appena parcheggiato il suo motociclo proprio nella strada di fronte al bar e sta ora inserendo nella cassetta della posta quache lettera o cartolina proveniente da chissà quale parte del mondo. Una coppia di giovani sposi si tiene per mano mentre osserva sorridente un bambino di forse due anni correre lungo il marciapiede tenendo stretto tra le mani un aeroplano, probabilmente il suo nuovo giocattolo.

Sistemo con premura il mio enorme cappello anni cinquanta di panno nero sulla testa, cercando cosi di rendermi invisibile agli occhi degli altri, estranei clienti del locale, mentre tento di scaldare le mie mani sfregandole le une con le altre, i gomiti appoggiati al bordo del piccolo e rotondo tavolo sul quale è posto un libro dalla copertina blu che sfioro delicatamente con il polpastrello della mia mano destra, incuriosita dallo spessore di quelle pagine. Subito lo raccolgo tra le mani curiosa di scoprirne il contenuto.

Tristano ed Isotta, recita il titolo.

Il mio cuore prende a battere furiosamente non appena il mio sguardo si posa sulla prima riga del primo capitolo del libro che riporta una bellissima quanto malinconica frase.

-Miei Lord, se volete ascoltare una grande storia di amore e di morte, ecco qui quella di Tristano e Isotta Regina-

Il campanello posto all'entrata del locale suona rumorosamente, ma non ho tempo per alzare lo sguardo, tutta la mia attenzione è rivolta su quella pagina spessa ed ingiallita dal tempo.

-Il solito May, grazie!-

-Vi narrerò di come queste due anime si amassero reciprocamente, attraverso grandi gioie ma anche grandi dispiaceri, e come infine essi morirono a causa del loro stesso amore-

-Ehi-

-Lei per mano di lui e lui per mano di lei-

Non ho il coraggio di proseguire nella lettura, le mie mani tremano mentre stringo quel libro più forte del dovuto.. La mia mente sembra voler ripecorrere ogni singola parola contenuta in quella frase, cercando forse di estrapolarne un singnificato astratto che non si ricolleghi nè ad Ashton, nè a Luke, invano.

Ricordo con estrema lucidità di aver letto per la prima volta quel libro a sedici anni. E mi sembra incredibile che, riprendendolo in mano adesso, rileggendo anche solo la prima riga, i miei pensieri riguardo alle vicende narrate nel libro siano completamente cambiati. Ero rimasta estasiata di fronte all'avvincente quanto triste storia d'amore impossibile tra i due protagonisti mai pensando di potermici ritrovare un giorno, quattro anni più tardi.

Death's game » l.hNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ