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Io ed Ashton ci eravamo dati appuntamento in biblioteca quello stesso pomeriggio, esattamente alle tre in punto.

Non mi era mai piaciuto arrivare in ritardo, che si trattasse di andare a scuola, ad un appuntamento o per una qualsiasi visita. Ed era così che, precisamente alle quattordici e trentotto, avevo già preso il mio posto lungo uno dei grandi tavoli in legno massiccio presenti nell'immensa biblioteca adiacente all'università, uno dei posti in cui amavo studiare, sempre cosi silenzioso e poco frequentato.

Non avevo più incrociato Luke durante il resto della mattinata; mi piace presumere che abbia lasciato l'università subito dopo la prima lezione, lasciando la povera Jennifer Red totalmente sola ad affrontare una ricerca non certo leggera e semplice.

-Ehi-

La voce profonda di Ashton si fa spazio nei miei pensieri, facendo si che il mio sguardo, prima perso ad osservare senza troppa attenzione dei candidi fogli pieni di parole e strani simboli, si sposti sul suo volto solare e che mi appare totalmente privo di preoccupazioni.

-Sei in anticipo- gli faccio notare, controllando l'ora sul mio orologio.

-Non mi piace farmi attendere, e comunque non sono l'unico a pensarla cosi a quanto pare- ribatte divertito lui, prendendo posto proprio di fronte a me, appoggiando con una certa noncuranza il suo zaino sul tavolo.

Sorrido al pensiero di aver almeno una cosa che mi accomuna a lui.

-Cominciamo subito?- chiede, una volta finito di sistemare svogliatamente l'occorrente sul largo tavolo ed aver poi appoggiato all'orecchio destro una sigaretta.

-Se vuoi andare a fumare fai pure, non ho fretta- dico, mantenendo la mia attenzione fissa su quel piccolo cilindro di tabacco e nicotina ora leggermente nascosto da qualche disordinata ciocca di capelli. La sua inconfondibile risata riecheggia piano per gran parte della biblioteca prima che un -Anche la mia sigaretta non ha fretta se

è per questo- esca dalle sue labbra, che emanano quel sapore misto tra tabacco e menta fresca che riesce sempre a stordirmi piacevolmente.

Gli sorrido grata e, senza aggiungere altro, dopo essermi raccolta i capelli, impugno tra le mani la mia inseparabile biro nera, cominciando a scarabocchiare qualcosa di assolutamente poco pertinente con la chimica sul mio quaderno di appunti, la mia mente assorta a seguire invece con maggiore attenzione ogni singolo movimento del ragazzo di fronte a me.

Ashton si limita a sorridermi evidentemente divertito dalla situazione, dopo avermi scoperta intenta ad osservarlo per l'ennesima volta nel giro di mezz'ora.

Ricambio il suo sorriso visibilmente in imbarazzo, prima di rivolgere completamente la mia attenzione su quegli appunti e decidere finalmente di concentrarmi su quella maledetta ricerca.

Purtroppo per me, o forse per entrambi, quell'atmosfera cosi tranquilla e quasi rilassante che si era creata dura poco più di un'ora, cioè fino a quando un ragazzo completamente vestito di nero non si fa rumorosamente spazio tra i vari tavoli e ci raggiunge, sedendosi a peso morto proprio accanto a me cominciando a fissarmi con aria tutt'altro che rilassata e distesa. Mi innervosisco di fronte alla sua presenza, di fronte a quel brutto vizio di mordicchiarsi il labbro inferiore.

Tutto nel comportamento di Luke mi rende nervosa e non solo perché dimostra sempre di essere un gran maleducato in tutto quello che fa, ma in particolare perchè sono sicura che, in questo caso, lui stia facendo tutto questo apposta, solo per infastidirci.

Il suo tamburellare nervosamente le dita sul tavolo merita presto anche l'attenzione di Ashton che, dopo un'ora passata a lavorare in pieno silenzio sbatte la penna sul tavolo, alzando il suo sguardo, ora particolarmente severo, verso Luke.

Death's game » l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora