《Ragazze, vado a prendere un po' d'aria.》 dico alzando un po' la voce per farmi sentire dalle mie amiche.

《Che succede? Sei pallida.》 Blanca è visibilmente preoccupata.

《Mi gira la testa, credo che sia perché ci sono troppe persone qui.》 le spiego e lei annuisce.

«Vuoi che veniamo con te?» mi chiede la mia migliore amica, Rachel e Karen annuiscono come per dire che per loro va bene.

«No, non importa. Tocca a Dylan e Drake adesso, rimanete qui.» dico alle ragazze, perché è vero, ho scoperto che ci sono sei partecipanti quindi Dylan, Drake e i loro due avversari.

«Okay, ma se hai bisogno di qualcosa chiamami.» mi raccomanda Blanca ed io annuisco.

Mi alzo subito e corro praticamente via da questo posto, non appena esco fuori prendo una boccata d'aria fresca.

So che tutta questa preoccupazione è dovuta al fatto che ci fosse Grayson su quel ring e avevo una paura folle che si facesse davvero male, anche se so che quei pugni non sono stati niente per lui, ma non per me.

«Non ti è piaciuto l'incontro?» la voce di Grayson mi coglie di sorpresa dato che ero immersa nei miei pensieri, ma comunque non sussulto come sempre, avevo bisogno di sentire la sua voce.

«Stai bene?» gli chiedo quasi sussurrando, non ho neanche il coraggio di voltarmi a guardarlo perché mi vergogno.

«Guardami.» mi ordina lui ed è ciò che faccio, non ha neanche un livido e ne sono felice, è bellissimo, come sempre e io lo sto ispezionando da cima a fondo «Lo stai davvero chiedendo a me?» mi chiede poi, guardandomi seriamente.

Eh? Fa sul serio?

«Perché? A chi dovrei chiederlo?» gli chiedo decisamente confusa, quest'uomo mi farà impazzire.

«Non sono io quello che ha la faccia distrutta.» e la freddezza con la quale pronuncia queste parole mi fa rabbrividire «Sei pallida, bambina. Stai bene?» mi chiede poi e sembra preoccupato.

«Io... Non lo so, non mi è mai capitato prima.» gli dico sinceramente.

«Cosa?»

«Non ti piacerà sentirtelo dire, mister ego di ferro.» dico prima ancora di rendermene conto, doveva rimanere un fottuto pensiero.

«Questo sta a me deciderlo.» ribatte lui incrociando le braccia al petto, cosa che fa quando aspetta o pretende una risposta.

«Mi sono preoccupata.» gli dico, morendo di vergogna.

«Per chi?» mi chiede lui e per un attimo sembra confuso.

Che diamine?

«Per te. Per chi altri sennò? Che razza di domanda è questa?» borbotto guardandolo male.

«Ripeto, non sono io quello che non potrà guardarsi allo specchio per le prossime due settimane.»

«Si, ma quando hai ricevuto quei pugni» inizio a dire ma prima che lui possa dire qualsiasi cosa, continuo «So che ti ha praticamente fatto il solletico, ma a noi comuni mortali sono sembrati dolorosi da morire, a me soprattutto.» perché so che avrebbe detto che non si è fatto nulla, «Mi è salito il cuore in gola in quell'istante. Ma è okay, credo che sia stata l'ansia accumulata dall'inizio dell'incontro.»

Perché caspita, anche se è sempre stato in vantaggio, mi sono preoccupata per tutto il tempo.

Lui non dice niente, ma quando faccio per tornare dalle ragazze, lui mi prende per mano e mi avvicina a se.

«Sto bene.» sussurra a pochi centimetri dalle mie labbra, io appoggio la fronte sul suo petto e chiudo gli occhi.

«Sono contenta che tu stia bene.» sussurro non sapendo cos'altro dire.

«Non sono abituato a tutto questo.» dice e io lo guardo senza capire «A te che ti preoccupi per me. In realtà nessuno si preoccupa per me e non dovresti farlo neanche tu. Io me la cavo sempre, in un modo o nell'altro.» un po' mi confida e un po' mi consiglia, accarezzandomi i fianchi.

«Beh, se vorrai che io venga a vedere i tuoi incontri, dovrai abituartici.» gli dico con un piccolo sorriso, avvicinandolo di più a me.

«Mi piace.» dice all'improvviso guardandomi negli occhi.

«Cosa?»

«Che ti preoccupi per me.» mi dice, togliendomi il fiato.

«Ed è una cosa buona?» gli chiedo sperando in una risposta positiva.

«Non per me.» risponde prima di baciarmi, facendomi scordare anche il mio nome.

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