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Erano le 23.40 e Ben non era ancora tornato a casa. Nelle ultime settimane faceva sempre gli stessi orari: usciva alle 7.30 e rientrava passata la mezzanotte. Spesso non rientrava proprio ed io non capivo il perchè, non mi aveva mai detto il motivo. E' vero che nell'ultimo anno avevamo avuto molti problemi, ma non mi sembravano così gravi da poter mettere fine alla nostra relazione. Forse lui stava cercando di farmi una sopresa, ma non era da lui. Magari la sua carriera di attore lo stava consumando, ma perchè non parlarne? Non avevo nessun'altra dea del perchè del suo comportamento.

Mentre lo aspettavo ero sul divano che guardavo le nostre foto in Egitto un anno e mezzo prima quando tutto era ancora limpido. Avevamo deciso di andare a trovare il suo collega e amico Rami e i suoi genitori. La nostra ultima vacanza. Avevo solo una luce soffusa accesa ed ero già in pigiama. Ero stanca e volevo andare a dormire ma quella notte pretendevo delle spiegazioni da Ben. Quando 4 anni prima ci eravamo messi insieme ci eravamo promessi anche fedeltà, fiducia e lealtà. Io cercavo di rispettarlo sempre, ma ultimamente notai che lui non faceva lo stesso nei miei confronti.

Quando sentii la chiave girare nella toppa della porta erano le 23.51. Mi alzai dal divano e andai verso di lui nel momento in cui aprì la porta. Mi vide e si spaventò facendo un balzo.

"Cosa ci fai ancora in piedi?"

"E tu perchè rientri a quest'ora?"

"Non è affar tuo" rispose quasi incazzato.

"Allora non è neanche affar tuo" ribattei. Ma quella sera ero decisa a scoprire la verità. E lo avrei fatto a qualunque costo, lo avrei giutato.

"Ti ho ripetuto spesso di non aspettarmi"

"E io ti dico sempre che non lo faccio invece"

"Non c'è bisogno." Si tolse la giacca e le scarpe riponendole al loro posto.

"Chi mi assicura che non devo farlo?"

"Io, amore mio." Si avvicinò a me e mi baciò appassionatamente. Ogni volta ci cadevo, non riuscivo a resistergli.

In un batter d'occhio ci ritrovammo nel nostro letto a baciarci con foga. Lui era sopra di me, mi piaceva e mi eccitava parecchio quando lui aveva il potere nella nostra vita sessuale.

Lui poi mi tolse la maglia e i pantaloni del pigiama insieme alle mutandine. Mi guardò e sorrise. Poi si addentrò nelle mie parti intime iniziando a leccarmi delicatamente la vagina. Accelerò il ritmo ed io ansimavo dal piacere. Infilò poi due dita e le spingeva dentro e fuori piano e dopo sempre più veloce. Quasi non riuscivo a respirare dal piacere e mi ero dimenticata di tutto. Forse un suo trucchetto? In quel momento non mi interessava. Quandò finì si mise nuovamente sopra di me e mi tolse il reggiseno per prima toccarmi i capezzoli e per poi leccarli e succhiarli fino a renderli turgidi. A quel punto si alzò per togliersi i pantaloni.

"Faccio io" dissi togliendogli dapprima la cintuna e sfilandogli infine i boxer.

Leccai il suo membro dritto dalla punta alle palle e poi lo misi in bocca fino a farmelo arrivare in gola perchè a lui piaceva molto così. Andai avanti e indietro per un paio di minuti che mi piaceva sentirlo ansimare e farmi dire quanto fossi brava.

Poi si mise in modo tale da aprirmi le gambe e infilarmi il suo membro nella vagina. Inziò a penetrarmi piano e poi aumentò sempre di più il ritmo. Quando finì ci mettemmo a 69 e facemmo ancora l'amore in modo da godere entrambi insieme.

"Girati" disse poi Ben.

Misi dei cuscini sotto il mio corpo e mi feci penetrare ancora dal mio ragazzo. Sentivo il rumore del suo pene dentro di me e mi eccitavo ancora di più.

"Vengo!" urlò lui ancora possedendomi.

Mi girai e lui venne sulla mia faccia. Ingoiai un pò del suo sperma per fargli capire che apprezzavo. Era leggermente salato. Lui mi guardò compiaciuto.

"Ti è piaciuto?" chiese straiandosi affianco a me e col fiatone.

"Altrochè!" risposi guardandolo. Ma in quel momento notai un particolare che non avevo visto prima. Come avevo fatto a non vederlo? Eppure era così evidente. E tutta la mia passione si tramutò in rabbia.

"Cos'è questo?" chiesi prendendo il fermaglio che aveva tra i capelli biondi. Glielo porsi per farglielo vedere e lui lo prese.

"Dev'essere tuo" fu la sua risposta. Ma vedevo ansia e agitazione nei suoi occhi.

"Non è mio." Capii allora il motivo per cui non tornava a casa: non era il suo lavoro tanto meno una sorpresa per me. Quel figlio di puttana del mio fidanzato aveva un'amante mentre io avevo le fottute corna.

Girls like you | Ben HardyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora