15. Una trappola?

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01.30am.

Pensavo al fatto che non sarei mai più stata felice, mi sbagliavo. Pensavo che sarei rimasta sola al mondo, ma non è stato così. Il costodella mia felicità era alto, e aveva sicuramente un prezzo dapagare.

Miles camminava accanto a me ed era felice, mi chiedo a cosa stiapensando.

"Sei silenziosa, piccola Abby." disse stringendo la mia mano. "Stavo pensando ad una cosa. Come fai ad essere felice dopo tutto quello che è successo?" si fermò senza mai che le nostre mani si slegassero e continuò a sorridere. I suoi occhi brillavano di amoree mi scioglievo sotto a quello sguardo, sorrisi anche io.

"Regolare un sorriso non è così difficile." mi feci accarezzare la guancia con affetto. "Non lo è quando ci sei tu."

"Sarò sempre qui. Ho notato che ultimamente hai avuto degli sbalzi d'umore"mi disse ricominciando a camminare.

"E non ne capisco il motivo..." sospirai tenendo lo sguardo basso,mentre calciavo un sassolino immaginario. "Ti ricordo che sei una vampira, ma allo stesso tempo una strega, è nella tua natura agire ancora con sentimenti umani."

"Mi sono sempre comportata così, il mio carattere non è cambiata. Ho imparato a fidarmi di me stessa e del mio modo di agire." Lui mi sorrise e continuammo a camminare in silenzio, il vento portava odori diversi che mi fecero salire la fame. Sentii la mano di Miles irrigidirsi, gliela strinsi rassicurandolo. "Sei pronta?"lo sentii dire. "Sempre."

"Brava la mia ragazza!"

Senza mai staccare le nostre mani iniziammo a correre verso le montagne, pronti a placcare la nostra sete insieme.

Quella notte dopo essermi nutrita con il mio ragazzo, chiamai Oliver, dopo tanto tempo.

Ero pronta a sentirlo e a stargli vicino, dopo tutto, dovevo parlare con lui. La felicità non significa nulla se non abbiamo nessuno con cui condividerla e lui non aveva nessuno.


Un paio di giorni dopo.

Mi ero sempre preoccupata per il mio futuro e pure facevo fatica ad accettare il fatto che potesse essere incerto. Avevo continuamente paura che Marcus sarebbe potuto tornare e vivevo con un grande peso.

Non riesco nemmeno a concentrarmi, cosa mi sta succendo?

Ero in piedi, davanti al tavolo e su esso c'era la mappa della città,tenevo un filo di piombo in mano. Stavo cercando di capire dove fosse il nostro peggior nemico. Tuttavia, i miei pensieri erano da qualche altra parte.

Se non mi concentro, non concluderò niente di niente. L'ultima volta sono stata aiutata da mia madre a fare la localizzazione. Sentii bussare e subito riconobbi l'odore, lo aspettavo con impazienza da un paio di giorni e forse era lui il mio problema.

"Entra,Oliver! Ti stavo aspettando..." gli dissi appoggiando il filo e avvicinandomi a lui. "I tuoi occhi sono rossi oggi, come mai?"fu la prima domanda. "Ehm... la fame, scusa. Ma stai tranquillo,so mantenere la mia sete." lui mi sorrise leggermente. "Mi dispiace di averci messo così tanto." mentre parlava i suoi occhi iniziarono a vagare per la stanza. Si avvicinò al tavolo dov'ero io e vide la foto mia e di mamma. Ricordai che era stato lui a scattarcela.

Avevamo fatto un pic-nic. Sospirò e la riappoggiò per poi voltarsi verso di me. "Volevi che venissi qui e ho rispettato la mia promessa."

Sorrisi e lo abbracciai molto velocemente e lui ricambiò, ma poi mi staccai. Non volevo fare danni. "Sono così contenta che tu sia qui, ti piace la stanza?" gli domandai. "Sono impressionato,Abigail. Quindi è il tuo spazio di lavoro... Che cosa fai esattamente?" guardai lo specchio e spostai tutti i miei capelli dal lato sinistro. "Ho tanto da mostrarti, ma dobbiamo parlare."

Bound By Blood.Where stories live. Discover now