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Corse fino alla stazione di polizia e quasi piangendo chiamò uno dei poliziotti.
In inglese gli spiegò che non si avevano traccie un ragazzo da ben quattro giorni e ne voleva denunciare la scomparsa.
Firmò alcune carte e immediatamente cominciarono le ricerche.
Marinette contribuiva per quel che era possibile, aveva girato tutto il paese -spiagge, piazze, locali, alberghi...- senza trovare traccia del ragazzo; intanto la polizia interrogava le persone che lo conoscevano per trovare anche solo qualche traccia da seguire.
La corvina era disperata.
Prese una decisione:quella sera comprò un biglietto e salì su un pullman e partì diretta alla provincia più vicina.Pensò che se Adrien voleva nascondersi era più probabile che si recasse in una città più grande per avere più probabilità di non essere trovato.
La città era a una decina di chilometri dal paese ma anche essa si affacciava sul mare,non era troppo grande ma era almeno il doppio dei dove residevano.
I palazzi erano bassi e quasi tutti semi- dipendenti,le piazze erano abbastanza grandi e i negozi erano molti.La luce del centro rispondeva nella notte mentre il frastuono della città copriva i suoni.
Marinette non perse tempo e si diresse verso un albergo.Era arredato con mobilio moderno ms aveva un non-so-ché di retrò.Era pieno di scaffali in vetro con appoggiati sopra riviste e porta fiori in ceramica neri con all'interno garofano bianchi a dare contrasto.Chiese se avessero come cliente un ragazzo alto,biondo e dagli occhi verdi.Adrien Agreste in pratica.Ma le risposerò così: "No,I'm sorry miss".La ragazza non si arrese si diresse in tutti gli alberghi della città e lo stesso fece con i B&B ma tutti le davano la medesima risposta.
La corvina era stanca e demoralizzata,quindi si fermò per la notte nell'ultimo in cui era andata.Prese una stanza piccola al costo di 50€ a notte,che però era comunque ben arredata.Aveva i muri sul grigio chiaro con un lettino da una piazza poggiato di parallelo alla parete,alle finestre erano appese due tendine di raso e per ultimo c'era un armadio di fianco alla porta che conduceva al bagno.Passò tutta la notte in dormiveglia per via degli incubi che le frullavano nella testa.
Il giorno dopo pagò e uscì in fretta,aveva in programma di cercare un un'altra città dato che in quella non c'era traccia del ragazzo.

Adrien stava camminando per le stradine della provincia, con il cappuccio alzato e gli occhiali da sole sul viso.
Pensava a tutto quello che era successo quella settimana,alle cose e belle e le cose brutte.
Entró in un bar e pagò un caffé e un cornetto al pistacchio.
Si sedette e sorseggiò il suo caffè rimugiando sulle sue azioni.
Aveva lasciato Marinette da sola e non aveva mai risposto ai suoi messaggi o alle chiamate...che avesse sbagliato?Che fosse stato esagerato?
(Vedo in lontananza una miriade di commenti con su scritto "Ma va?"😂)
Comunque fosse la ragazza non avrebbe più voluto vedere di certo.La aveva abbandonata solamente perché si era fatto accecare dalla rabbia.Per la sua stupidità aveva perso non solo la persona che amava,ma anche un' amica.Sentì gli occhi pizzicarli e le lacrime scene egli sul volto, rendendo salata la bevanda.
I singhiozzi scuoterli il corpo e i pensieri che aveva trattenuto nel suo cuore iniziarono a ronzargli furiosamente nella testa.
Scappò fuori cercando di mettersi in salvo dal mostro che era diventato, ma non poteva scappare fa se stesso.
Si diresse in spiaggia,il rumore delle onde di solito lo calmava.Questa volta invece fece solo aumentare la sua depressione.Gli facevano tornare in mente quella volta che mano nella mano con Marinette stava camminando nelle stradine per non farsi vedere dai fan,non potevano fare tutto quello che aveva in programma ma bastava passeggiare così;tenendosi stretti l'un l'altra ascoltando il suono del mare che si infrange sulla costa.
Non poteva più stare lì,doveva trovare un altro loro dove andare.Un posto dove non ci fosse nulla a ricordargli la ragazza,in modo da soffrire di meno.
Sarebbe stato difficile.A lui bastava guardare le tre coppie per pensare a lei;gli bastava guardare il cielo e gli balzavano in mente i suoi occhi azzurri;gli bastava guadare un bar e gli veniva in mente quando stavano insieme a Kagami che gli sfotticchiava;gli bastava sentire la risata di un bambino s gli veniva in mente lei quando rideva, perché la spensieratezza di quella ristata ricordava quella di un bambino...
Lei ormai era nella sua vita...
Stava seriamente pensando di metter fine a tutte le sofferenze,non sarebbe stata tanto difficile la scelta del suicidio...
Ma non poteva,qualcosa gli diceva di andare avanti.

Quel pomeriggio si diresse alla stazione del treno con il suo zaino nero in spalla,<<Un biglietto>> disse atono all'uomo partito che siederà dall' altra parte del vetro.
<<Per dove?>> chiese paziente il buon uomo.
<<Qualsiasi posto andrà bene,basta che sia qui vicino e parta a breve>> il signore pigiò velocemente i tasti del computer che aveva sulla scrivania e dopo aver spiegato al biondo tutto ciò che doveva sapere sul viaggio gli diede il biglietto.Sarebbe partito con il treno della corsia 7 venti minuti dopo.
Era seduto sulla banchina fissando un punto indefinito tra il fumo dei treni che partivano.
Sentì dei passi provenire da dietro di lui e si girò.
Vide la persona che meno si aspettava in quel mometo,c'era Marinette che lo fissava incredula con le mani sulla bocca,quasi a contenere un urlo.
La ragazza lasciò cadere il biglietto e si gatto con le braccia al collo del biondo abbracciandola mentre piangeva per la gioia.
<<Oddio,ADRIEN!Ti ho cercato ovunque!>> disse tra un singhiozzo e l'altro.
Il ragazzo era rimasto impirtrito ma a quelle parole si sciolse e la abbracciò,appoggiando la testa nell'incavo del collo di lei e si mise a piangere.
<<Oddio Mary,scusami. Sono un idiota io>> disse cercando di asciugarsi le lacrime.
<<Oh ma sta zitto deticente>> gli disse per poi unire le loro labbra in un bacio.
Adrien era intontito,se lo stava sognando (di nuvo)?
Superato lo schock iniziale prese i fianchi di lei le con le mani e ricambiò il bacio.
Ma per lui non era abbastanza,spinse dentro la lingua cercando il consenso della ragazza,che ovviamente acconsentì,e le loro lingue iniarono uma danza in cui si rincorrevano e giocavano tra loro.
Dopo cinque minuti si staccarono ansimati e si fissarono negli occhi per un minuto altro.
<<C-cosa...cosa vuol d-dire questo?>> chiese il modello ancora senza fiato.
La ragazza gli prese il colletto tra le mani e si tirò di nuovo vicino al suo viso<<Che ti amo stupido>>

Sei la mia metàWhere stories live. Discover now