"Non farla soffrire"

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Non fu tanto il pugno ma che quando mi spostai per schivarlo sbattei con la testa contro il ferro dell'altalena. Mi guardai intorno e notai che c'era la luce e quindi capii che era pomeriggio, almeno questo, mi stropicciai gli occhi e notai che c'era qualcuno che mi accarezzava i capelli, era Adam! Lo guardai e lui con occhi preoccupati mi disse"Caren, tutto ok? Stai bene? Hai male alla testa?" io lo guardai, feci un ghigno e gli accarezzai la guancia al che lui si tranquillizzò e quando lo vidi piu' calmo gli dissi "Adam tutto apposto, sto bene" e sorrisi debolmente ma lui non mi volle credere e chiamò subito sua madre che è un medico che arrivò al parco dove mi trovò stesa su una panchina con la testa appoggiata sulle gambe di quel ragazzo estremamente bello, dolce e premuroso mentre faceva delle forme indefinite sui miei capelli. La mamma mi visitò e mi disse che era tutto apposto e che dovevo avere solo qualche giorno di riposo, ne bastavano tre o quattro e già dal secondo giorno mi sarei sentita meno con la testa nel pallone. Mentre sua mamma mi spiegava tutto ciò Adam non mi staccò gli occhi di dosso nemmeno per un secondo e ogni tanto compariva un sorriso che con la coda degli occhi, qualche volta riuscivo ad accorgermene. La mamma di Adam, Rose, si allontanò per non stressarmi troppo e sussurrò a suo figlio nell'orecchio "Non farla soffrire perchè nel suo sguardo ho notato tanta sofferenza" il ragazzo guardò la mamma sorpreso e poi tornò su di me accarezzandomi come una bimba di tre anni che dorme tra le braccia di suo padre. Rimanemmo così per svariati minuti quando, sotto il suo tocco delicato mi addormentai e lui mi prese e non so dove mi portò...

Mi risvegliai nel suo letto, profumava di profumo maschile, quello che amavo e le lenzuola tenevano molto caldo, mi alzai e notai subito che la maglia non era la mia, non era quella che avevo oggi pomeriggio, quella con cui ero andata a scuola, indossavo una maglia larghissima dove potevano starci tre me lì dentro ed era tutta nera con una scritta che quando la lessi mi misi a ridere ad alta voce, Buongiorno un cazzo, non capivo perché avessi iniziato a ridere così ma fatto sta che l'avevo fatto ed il problema è che in casa c'era molto silenzio, un silenzio di tomba e pochi secondi dopo la mia risata vidi sbattere la porta della stanza e comparve Adam spaventato che corse verso il letto e mi tartassò di domande "Caren tutto bene? che hai? ti senti male? ti gira la testa?" A tutte ste domande mi misi a ridere e gli risposi "Adam...stavo solo ridendo, tranquillo sto bene ahaha" Lui mi fissò per qualche secondo e poi incominciò a ridere e io lo imitai e quando smisi gli chiesi con fare molto dubbioso "hey a perché ho una tua maglia addosso?" lui mi guardò dritta negli occhi e per un momento temetti di aver fatto qualcosa e di non ricordarmelo, capitemi, ma in realtà lui sorrise e mi disse in tono scherzoso per alleggerire il tutto "Piccola avevi una felpa felpata e appena ti ho messa a letto mentre dormivi hai incominciato a sudare e quindi ti ho messo una mia maglia di cotone a maniche corte, tutto qui" Lo guardai e gli dissi scherzosamente "perché mi hai chiamato piccola?" lui mi guardò sorpreso e mi disse abbassando lo sguardo "Ah scusami mi è venuto spontaneo n on volevo darti fastidio" Lo scrutai per bene e notai che aveva bisogno di qualcuno al suo fianco, che non stava bene con sé stesso così mi sentii in dovere di farlo, gli presi il viso tra le mani e i miei occhi si incrociarono con i suoi color azzurro mozzafiato e delicatamente mi accostai a lui tanto da sentire il suo respiro sulla mia bocca e gli chiesi sottovoce "Posso?" lui si avvicinò ancora di piu' e mi disse "Fallo e basta" subito dopo mi ritrovai con le sue labbra contro le mie e i nostri respiri irregolari e in men che non si dica mi ritrovai stesa sotto di lui, era senza maglia, era dannatamente bello, ogni volta che ci staccavamo per prendere fiato lo guardavo e sentivo le farfalle nello stomaco, erro innamorata persa. Dopo quel lungo bacio passionale si stese di fianco a me e io mi accostai e appoggiai la mia testa sul suo petto nudo e caldo e con le mani tracciavo un sentiero tra i suoi addominali provocando la sua risata per via del solletico, ma ad un certo punto tutto fu interrotto dal suono del campanello di casa al che Adam si alzò con aria dubbiosa perché non aspettava nessuno e io sgattaiolai verso di lui e mi avvicinai e lui mi appoggiò un braccio in torno ai fianchi ed andò ad aprire, non potevamo credere ai nostri occhi...

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spazio autore

avevo promesso niente piu' capitoli lunghi ma ops...

spero vi stia piacendo, baci Giada

SEI MIO E BASTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora