Koenighaìn Fabràs Rainarch Vohn Janlan-Vronegard, VII

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"Mai combattere contro Ishtar Terra.
Risponderà ai tuoi piani meticolosi con imprevedibile stupidità."

"Il grande nodo al pettine dei prossimi anni, segnatevi le mie parole, partirà da qualche dannata topaia laggiù, nella Nube della Turanghilea."

-Koenighaìn Altarior Odìnn Vohn Thorian, estratti dal "Della Guerra e Altre Necessità".



La spianata del Cammino dei Giuramenti si apriva innanzi alla prua dell'auto-carrozza. Era bianca e liscia, con quattro corsie, separate da ringhiere dalla trama di Dayre-Aquile con le ali spalancate e da coppie di statue simili a quelle della Gran Galleria.

La trama del lastricato tagliava il Cammino sia in lungo, terminando agli archi d'ingresso al Mastio, sia lateralmente, inserendosi nelle passeggiate laterali affacciate su tre distinte aiuole esagonali. Il lembo esterno era colpito da residui raggi di sole, mentre la coda a ridosso delle porte era illuminata dalle lucerne impresse nel barbacane.

Le aiuole avvolgevano sei grandi fontane. Sormontate da un complesso architettonico equestre, messo in rialzo da uno spesso basamento, salivano per più di quindici metri sul bordo delle vasche.

Sydara le rimirò per una manciata d'instanti. I suoi occhi rossi dardeggiarono dalla statua della florida euren-koenighìnne Adalghìs Dankrad-Zosern a quella di Valkyria IV Janlan-Vronegard, ritratta con la spada alta e un disco solare di fiamme ardenti sopra al suo cimiero da guerra.

Un tuono ruzzolò dal cielo, scuotendo i fiori e tutti i rami degli alberi. La Lendenn aveva esploso un'altra cannonata di rodaggio.

«Direi che sono sbarcata in tempo per il cambio della guardia» dichiarò Sydara, con un cenno soddisfatto teso a curvarle le labbra. Aprì il ventaglio, si fece aria con quattro veloci colpetti, dispiegandolo davanti alla bocca prima del quinto. «Temevo di perdermela.»

Fabràs inarcò un sopracciglio. «Per quale ragione?»

«Ah, tu sai come sono fatta! Adoro vedere i tuoi elmetti puntuti che fanno il saliscendi con quel loro passo da oca.»

Rollus stava facendo declinare i giri del motore e rallentare la crociera dell'auto-carrozza. Il sospiro dei cerchi in lega scorreva leggero, assecondato dal ritmo degli zoccoli dei quattro servo-cavalli, scolpiti in argento e lega di akrena-herishtallium, aggiogati alla prua. La loro andatura era smorzata dai riduttori audio, incarnati nelle ferrature.

«Non è da oca.»

«Oh.» Inclinò il ventaglio sulla sinistra, puntandone la cresta al basso. «Ti aggrada di più se dico che è da papera?»

«Da papera?»

«Vorresti negarlo?» chiese lei, rincarando la dose. Mimò il passo con l'indice e il medio della mano libera, cadenzandoli a mezz'aria. «Tic-tac, tic-tac...»

«Non degnerò questa onomatopea di una replica, Sydara. Mi rifiuto di commentare.»

Piccata, lei chiuse il ventaglio con uno scatto. «No! Non puoi farmi questo! Protesto in veste ufficiale! Io non sarò ignorata.»

Fabràs curvò le labbra, accennando un sorriso beffardo alla sua ospite. Risentita, Sydara celò il viso dietro la schioccante apertura del ventaglio, che poi abbassò, liberando alla vista dell'anfitrione il profilo dei suoi occhi. Le rispose con un mezzo assenso e si volse al finestrino.

Impettito e dritto come un fuso, il conte-console heìrrzen Alyssio Coronize di Verana-Amalfa stava passeggiando al centro del camminamento di destra. Era in buona compagnia, con sua zia lady Myrehca a braccetto sul lato protetto. Sul fianco esterno, mishrè Zhuan-Rhoi-Ry'Nell dell'Oligarchia di Horual-Adan teneva il passo, camminando con una mano chiusa dietro la schiena e la testa ben alta. Portava i baffi lunghi fin oltre il mento, impomatati e sottili. Erano bianchi come i suoi capelli, appena visibili sotto la tesa del cilindro nero.

Il volo dell'Aquila DayrakynaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora