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Erano appena passate le due del pomeriggio e Chris non vedeva l'ora di recuperare tutte le decorazioni natalizie per preparare la casa al meglio.

Avevo capito che il Natale era la sua festa preferita e subito dopo aver finito di mangiare, quando mi ero offerta di andare con lui in cantina a prendere le ultime decorazioni, si era palesemente rifiutato dicendomi che avrebbe fatto lui il lavoro duro: cioè portare kili di roba su per le scale.

Dodger si era seduto in punta alle scale, teneva la testa bassa e ogni tanto spostava le orecchie sentendo il rumore che faceva il suo padrone al piano di sotto.

Non sembrava intenzionato a scendere neanche un gradino.

Girovagavo per casa Evans quando il padrone di Dodger risalì dalla cantina con un grosso scatolone fra le braccia e un'altro un po' più piccolo sopra. Non sembrava avere nessuna difficoltà a salire le scale senza neanche vedere dove stesse andando.

Rimasi a fissare le sue braccia muscolose imbambolata. Mentre Dodger scondizolava felice,come se non lo vedesse da tempo.

Appoggiò gli scatoloni a terra chiudendo poi la porta dello scantinato e cominciando a tirare fuori tutte le parti dell'albero di Natale e le palline colorate. Guardavo ogni suo movimento , quasi sicuramente cona bocca aperta dato che lui alzò lo sguardo verso di me e rise.

Feci finta di niente, appoggiando una mano sulla testa di Dodger che nel frattempo non aveva ancora smesso di scodinzolare.

Non appena ero entrata in casa, Chris gli aveva subito detto di mettersi composto e non fare il matto e lui si era seduto e mi aveva fatto un abbaio come a salutarmi.
Ero rimasta incantata dalla loro affinità,Chris sembrava amarlo con tutto il cuore, e Dodger lo guardava come se fosse l'umano più bello del mondo, ed effettivamente non aveva tutti i torti.

Erano passati minuti infiniti da quando era tornato su dallo scantinato e aveva già montato l'albero sotto il mio sguardo sempre attento.

Chris alzò il braccio, schioccando poi le dita a Dodger che si precipitò immediatamente nella sua cuccia accanto alla poltrona e poi mi rivolse tutte le sue attenzioni allungando il braccio nella mia direzione.

Mi alzai dal divano, sistemandomi la gonna e maledicendomi per aver avuto l'idea di indossarla quella mattina.

Non era scomoda, tutto il contrario, ma sentivo che tutte le attenzioni di Chris erano rivolte alle mie gambe coperte solo dai collant neri.

Afferrai la sua mano cercando di non pensarci più e lui con uno scatto veloce mi tirò a se. Per non cadergli addosso appoggiai le mani sui suoi pettorali, sentendo ogni parte del mio corpo cedere.

Alzai lo sguardo sul suo viso. Mi guardò divertito, facendo pressione con la mano sulla mia schiena.

"Che dici di aiutarmi ad addobbare l'albero?" - le mie dita si strinsero attorno al tessuto del suo maglione -"o se vuoi possiamo stare così ancora un po'"

Con la mano libera si grattò il mento ricoperto dalla barba e poi mi sorrise prima che io, anche se un po' incerta, annullassi quel contatto spostandomi di qualche passo.

Gli diedi le spalle, cominciando a raccogliere alcune decorazioni e metterle sull'albero.

Sobbalzai quando sentii le sue mani afferrarmi i fianchi e spostarmi più indietro, fino a quando la mia schiena non raggiunse il suo petto. Spostò i capelli dal mio collo e si abbassò leggermente avvicinandosi al mio orecchio.

"Magari più tardi" - sussurrò.

Una scarica di brividi mi attraversò il corpo. Sapevo che Chris non intendeva ciò che la mia mente però continuava a pensare.

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