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"Odio il mercoledì con tutto il cuore"

Sbuffai, posando la giacca nell'apposito appendiabiti e sentii Hope ridacchiare.

Avevo sempre avuto problemi con il mercoledí, insomma, io non gli avevo mai fatto niente di male eppure lui come giorno ci metteva un eternità a passare.

Ero stanca morta dato le ore piccole che avevo fatto e quasi non riuscivo a reggermi in piedi.

Sembrava impossibile come, dormire meno di sei ore, mi facesse questo terribile effetto.

Alla fine, dopo essere rientrata ed essermi -leggermente- ripresa, mi ero messa il pigiama, infilata sotto le coperte e poi ero rimasta a fissare il soffitto fino a quando non avevo sentito il campanile rintoccare le due del mattino.

Non riuscivo a capire come, solamente in una settimana e mezza, Chris era riuscito a stravolgere -almeno un po'- la mia vita.

Mi eri ritrovata in una situazione in cui non avevo la minima intenzione di farmi assecondare da nessun uomo, eppure senza neanche volerlo a Chris l'avevo lasciato fare.

Se ero davvero io la sua certa persona, quella un po' speciale di cui mi aveva parlato solo qualche ora prima, ancora non riuscivo a crederci.

Ero tesa e nervosa al fatto di dovermi lasciare andare in una situazione in cui sapevo che poi non avrei trovato un'uscita.

Questa volta non ci sarebbe stato nessuno davanti a me ad indicarmi la strada giusta da percorrere per arrivare alla fine del tunnel, ed in effetti, durante la notte passata quasi del tutto in bianco, avevo capito che probabilmente la fine del tunnel l'avevo trovata in Chris, ma non potevo esserne certa.

Non ero certa più di niente, e quando passavo del tempo con lui, quando stavo con Chris, era così: non capivo più niente.

E in questo preciso momento non riuscivo neanche a capire se fosse giusto oppure no.

Ma in fondo: chi decide se è giusta o no una cosa, se non noi stessi?

Era giusto provare qualcosa di più di una semplice amicizia nei confronti di un uomo con si hanno quattordici anni di differenza?
Era giusto mentire alla propria sorella, complice  e migliore compagna di vita?

C'era il mio cervello: che continuava a dire un no dietro l'altro. E poi.. c'era il mio cuore, che ad ogni pensiero rivolto a quell'uomo biondo dal sorriso smagliante, perdeva un battito.

Mi strofinai le mani sugli occhi e sbuffai sonoramente, cercando di non pensare al sonno e non pensare -non troppo- a Chris.

"Com'è andata con i bambini?"

Come non detto. Quando non vuoi parlare di qualcosa, c'è sempre chi invece fa di tutto pur di fartene parlare. Hope era così, e Chris era simile a lei caratterialmente.

Basta. Basta Chris.

"Bene" - finii il mio cappuccino e posai la tazza sul tavolo -"sono due angioletti, di sicuro non hanno preso da Robert"

Hope rise.

Anche lei aveva avuto il piacere di conoscerlo, qualche anno prima, duemilaotto o giù di li, quando Scarlett ci aveva portato entrambe sul set di Iron Man 2.

Hope lo trovava estremamente affascinante e cordiale. Robert era così effettivamente, e non aveva niente di più e niente di meno di diverso dal personaggio che era solito ad interpretare: Tony Stark.

"Ma.." - la mia amica alzò la mano, portandosela poi alla nuca -"dov'è che erano?"

"Ad una cena di beneficenza"

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