Capitolo 1.

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Nella mitologia classica Artemide nasce con il fratello Apollo da Leto

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Nella mitologia classica Artemide nasce con il fratello Apollo da Leto.
Armata di arco e frecce, errava per i boschi con un corteggio di ninfe ed era legata a eroi, come Orione, Atteone e Ippolito, di cui finì per causare la rovina. Si credeva inoltre che Artemide desse la morte per mezzo dei suoi dardi.

«Artemide»

Abbasso il capo e faccio un respiro profondo, le mani sono appoggiate sul marmo freddo del lavandino, ne stringo il bordo così forte che le nocche sono quasi dello stesso colore del marmo.
Un altro respiro. Mi riempio il petto d'aria e dopo qualche secondo la butto fuori rumorosamente: «Okay Artemide, ce la puoi fare»

Alzo lo sguardo sullo specchio, strizzo gli occhi pensando al dolore che mi causerà. Non importa, devo farlo lo stesso, così prendo la pinzetta e la avvicino molto lentamente al viso, puntando alle sopracciglia folte e scure.

Afferro e strappo per un paio di volte, il dolore mi deforma la faccia e la voglia di urlare è alle stelle. «Perchè cazzo deve fare così male?!» Mugugno con gli occhi che mi pizzicano.

«Dai, manca poco»

Lo sussurro al mio riflesso che compare sullo specchio pulito, ma non manca poco proprio per niente: ho completato il lavoro per metà e ora mi manca il sopracciglio sinistro.
Dio, che dolore.

Mi chiedo perchè dobbiamo passarle tutte noi donne queste faccende dolorose. Perchè cavolo la società chiede a noi di farci la ceretta e non a quei babbuini dei ragazzi?

Perchè, parliamoci chiaro, di peli ne hanno molti più loro.
Sbuffo e, rassegnata al mio destino, avvicino la pinzetta dal lato opposto del viso.
La porta del bagno si apre all'improvviso e io soffoco un urlo di spavento.

«Senti, Dea dell'Olimpo dei miei stivali, vedi di darti una mossa che stiamo aspettando tutti te» Mio fratello, con la stessa velocità con la quale è entrato, esce.

«Ti ho detto di non chiamarmi così!» Urlo attraverso la porta ormai chiusa, ma sono sicura mi abbia sentito perchè sento una risata profonda provenire da fuori.

«E poi in caso non lo avessi capito, sono nel bel mezzo di un lavoro che richiede sforzo, energia e precisione.» Sbotto, arrabbiata nera con mio fratello gemello.
«E richiede anche una buona dose di palle, stronzo» Sussurro guardando attentamente la pinzetta che strappa qualche pelo di troppo.

Finisco nel giro di qualche minuto, e osservo il lavoro completato con una faccia soddisfatta.
Sicuramente ora il viso è più pulito.
Avvicino il viso allo specchio, arrivando a qualche centimetro da questo, e controllo attentamente di non aver fatto danni.

Allontano il viso e sorrido a trentadue denti, per il risultato perfetto, potrei fare l'estetista.

Infilo la pinzetta nella tasca dei jeans e quando mi giro verso la porta del bagno, e sono in procinto di abbassare la maniglia, sento la chiave scattare.

Il ragazzo con la cicatrice Kde žijí příběhy. Začni objevovat