Capitolo 12 - Mi sono innamorato.

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«Sono felice che tu stia meglio Liz.»

Disse Harold soppesando le parole e cercando di non essere troppo sdolcinato, ma semplicemente sollevato.

Lei sorrise, il suo solito sorriso a trentadue denti, inarrestabile.

«Ti voglio davvero bene, Har.»

Si buttò contro di lui con tutto il peso, lo cinse con le braccia e strofinò entusiasta una guancia contro il suo petto.

Harold la strinse a sua volta, mentre con una mano le accarezzava piano i capelli. Poi la allontanò, facendole capire che era arrivato il momento di tornare a casa.

Sentendo sbattere la porta di casa, la madre di Louis si precipitò all'ingresso per capire cosa stesse succedendo.

«Fottuto idiota! Fottutissimo, maledettissimo, idiota!»

Louis imprecava salendo le scale con passo pesante. Sbuffava, sembrava sconvolto.

«Tesoro…»

La madre cercò di ricondurlo alla realtà. Provò a farsi notare, ma non ricevette risposta. Lui salì le scale fino all'ultimo gradino. La donna contò mentalmente. Quattro secondi esatti e sentì sbattere con un colpo anche la porta della stanza di suo figlio. Qualcosa non andava.

Prese un respiro e salì al piano superiore, arrivando davanti la stanza di Louis.

E lì, rimase senza fiato. I muscoli molli, la vista annebbiata, la mente improvvisamente vuota.

Sentiva chiaramente i singhiozzi di Louis anche attraverso la pesante porta d’abete. 

“No. Non piangere. Ti prego. Non piangere tesoro.” Pensò.

Un mix di emozioni le attraversarono il corpo. Paura, tensione, curiosità, sconforto.

Posò una mano sulla maniglia che si abbassò lentamente sotto il suo tocco.

Louis era raggomitolato sul suo letto, sembrava così piccolo, con le mani sotto il cuscino e la testa piegata in avanti, nascosta quasi dalla giacca aperta che ancora indossava.

Lei non disse nulla, si limitò a sederglisi accanto. Accarezzandogli i capelli, si rese conto che i singhiozzi lo stavano facendo tremare da capo a piedi. Era senza parole.

«Sono stato così stupido, mamma.»

Esordì lui mentre si asciugava le ultime lacrime che gli correvano sulle guance.

«Cos'è successo, tesoro?»

«Mamma», disse lui mettendosi a sedere sul letto, «io mi sono innamorato.»

A quelle parole, sul volto della donna spuntò l’ombra di un sorriso. Oh, il suo bambino si era innamorato, che cosa stupenda.

Louis però abbassò lo sguardo, quasi colpevolizzandosi di qualcosa.

«Tesoro è meraviglioso. Allora, perché piangi?»

«Perché…»

Lasciò le parole sospese nel vuoto. Avrebbe dovuto dirglielo? Era il momento di dirle la verità? Avrebbe reagito bene? Cosa sarebbe stato del loro straordinario rapporto?

Non avrebbe retto ancora molto con quel tarlo nella testa. Doveva dirle le come stavano. Doveva essere sincero con lei. Era sua madre cazzo, avrebbe capito.

«Perché lui non ricambia. Mi vede come un amico.»

La donna si sforzò di restare impassibile, ma fu impossibile per lei celare lo smarrimento che provò.

Oh. E quindi si parla di un lui. Non di una lei. Perché la cosa non la sorprendeva più di tanto? Louis non aveva mai accennato ai suoi gusti in fatto di ragazzi. In effetti non aveva mai parlato neanche del suo ideale di ragazza. Ed ecco svelato il perché di tanto mistero.

«Harold?» Domandò lei a bruciapelo, senza rimandare ulteriormente.

Louis fu scosso da un brivido. “Harold?” si ripeté mentalmente. Sì. 

Sua madre sembrava non essere esageratamente sconvolta dalla sua rivelazione ed era facile leggerle in viso la preoccupazione. Era preoccupata per la reazione della gente? O per lui? Forse per entrambe.

Il ragazzo annuì alla madre. Incapace di pronunciare anche un semplice “sì”.

Lei sorrise spontaneamente, e prima di dire qualunque altra cosa, lo strinse in un abbraccio. Non un semplice abbraccio. Un abbraccio spontaneo e premuroso. L’abbraccio di una madre.

«Sei un ragazzo fortunato tesoro.»

«Si mamma, perché ho te.»

Lei sorrise alzandosi dal letto, e si avvicinò alla finestra. Stava scendendo la sera e i lampioni in strada iniziavano ad emanare un leggero barlume dorato.

«Ad Harold piaci tesoro», fece una pausa per essere sicura che lui la stesse ascoltando, «non so se è innamorato, ma di certo gli interessi. Si percepisce quando ti guarda.»

Lui scosse la testa in segno di disapprovazione.

Assolutamente no. Non era così e mai lo sarebbe stato. Ad Harold piacevano le ragazze. Ad Harold piaceva Liz.

Lei lo guardò intensamente stringendo gli occhi in una piccola fessura.

«Louis, fidati di questi», disse indicandosi gli occhi con l’indice, «so riconoscere del sentimento quando lo vedo.»

Louis arrossì.

«Mamma, sei una donna straordinaria. Grazie.»

Non avrebbe potuto dar voce in modo migliore ai suoi pensieri. Quante madri avrebbero mantenuto il suo autocontrollo? Quante avrebbero accettato così facilmente le idee del proprio figlio? E quante l’avrebbero addirittura incoraggiato?

Non c’erano dubbi, sua madre era una gran donna.

Our Secret. -Larry Stylinson-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora