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Are you okay?
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No limit in the sky
That I won't fly for ya
No amount of tears in my eyes
That I won't cry for ya,oh no
With every breath that I take
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Sky

É pomeriggio e finalmente sono riuscita a tornare a casa per fare una benedetta doccia dato che ero ancora zuppa da capo a piedi. Dopo ciò che stava per accadere nello stanzino,non ho più incontrato Ian. Esco dal bagno uscendo dal torpore caldo che si é creato,avvolta in un asciugamano frizionando i miei capelli velocemente con un altro. Nell aria c'è profumo di cocco e Vaniglia,lo stesso profumo che si sente sulla mia pelle e sui miei capelli. Il mio profumo. Alzo lo sguardo alla porta quando sento il campanello. Cazzo,Ian. Avevamo le ripetizioni e me ne sono completamente dimenticata. Come se nulla fosse scendo velocemente e apro,trovando subito i suoi occhi furbi e curiosi vagare sul mio corpo coperto solo da quella pezza bianca striminzita.

-"Dovresti coprirti.." mormora con voce roca mentre avanza facendomi spostare di lato,lo faccio entrare e richiudo la porta. Arrossisco per il tono della sua voce estremamente eccitante.

-"Si..ci vado subito. Intanto tu puoi salire e accomodarti dove di solito studiamo.." mi permetto di balbettare un po' involontariamente,che ci posso fare? Ian mi fa questo brutto effetto,anche se non voglio ammettere a me stessa che accade. Inaspettatamente il moro annuisce e semplicemente comincia a salire le scale condotto nella mia stanza. Aggrotto le sopracciglia per lo strano comportamento,Ian non ha mai fatto così. Non ho ancora sentito una battutina uscire dalle sue bellissime labbra sottili. È malato? Magari più tardi controllerò. Alzo le spalle smettendo di pensarci e salgo le scale tornando in bagno.
Velocemente asciugo sia il mio corpo che i capelli,successivamente,indosso le mutandine grigie,il reggiseno dello stesso colore,un leggings nero semplice e infine una felpa grigia dell università che ha frequentato Thomas. È stato un suo regalo,uno degli scorsi natali,quando ancora tutto era stupendo. Adesso invece Thomas vive lontano e mia madre non è quasi mai presente in casa per il suo dannato lavoro. Sempre rinchiusa in un ufficio a finire e perfezionare progetti su progetti. Capisco che lavora anche per me,per non farmi mancare nulla,ma ogni tanto un giorno di vacanza potrebbe anche concederselo. Mi manca così tanto averla in casa tutto il giorno,mi manca così tanto averli in casa. Mi mancano le cene in famiglia,quando si poteva parlare di tutto a tavola. Quando Thomas tornava stanco dall'alternanza scolastica e raccontava sia a mamma che a papà quanto gli davano fastidio i giudizi dei professori infami. Mi manca la mia vita di tanto tempo fa.

Sospiro guardandomi allo specchio,prendo un elastico nero dal contenitore di ceramica sul lavello e mi lego velocemente i capelli in uno chignon disordinato,lasciando qualche ciocca fuori. Il mio viso è più pallido del solito,privo di trucco. Spengo la luce uscendo dal bagno e raggiungo Ian che è seduto al suo solito posto con il cellulare tra le mani grandi e tatuate. Sta digitando in un modo velocissimo,e io vorrei tanto sapere a chi sta scrivendo con così tanto vigore.

-"Fidanzatina Gelosa.?" Entro nella stanza spostando la sedia per poi sedermi accanto a lui e aprendo sia i libri che i quaderni che ci servono per fare le ripetizioni di oggi. Appena parlo smette di digitare bloccando il cellulare e riponendolo accanto alle chiavi della macchina appoggiate sul mobiletto di fianco alla scrivania.

-"Forse." Risponde vago,con la voce ancora gelida. Aggrotto le sopracciglia svoltando le pagine e infine trovando quella che mi serve al momento. Forse? Che diamine significa ora? Sta giocando a Scacchi? Non ha capito minimamente cosa sta facendo.

-"Fai un po' come ti pare." Taglio corto subito prendendo una penna dal mio astuccio nero semplice.

-"Si infatti." la sua voce così calma e fredda,mi fa incazzare troppo. Ha quella sua solita espressione da stronzo indifferente.

-"Oggi sei strano. Anzi,molto più strano del solito." Senza guardarlo comincio a scrivere qualche esercizio di matematica sul suo quaderno,che ha imparato a portare dopo tante lezioni.

-"Sono Normalissimo." Taglia corto anche lui appoggiandosi alla sedia con la schiena. Lo guardo e sospiro.

-"Ian. Se c'è qualcosa che non va,soprattutto con me. Devi dirmelo.." cerco di spiegarglielo con calma guardandolo negli occhi. Ricambia lo sguardo e alza Le spalle.

-"Ho detto che sto bene." Menefreghista. Bene.

-"Fottiti." Mi alzo andando alla libreria,dandogli le spalle. Io cerco di aiutarlo e lui preferisce fare lo stronzo. Non so cos'ha ma vorrei capirlo..so che c'è qualcosa che lo disturba,in poco tempo ho imparato anche in minima parte a capirlo. Mai vista una mente tanto incasinata quanto affascinante.

Silenzio. Ian in Silenzio. Poi sento un sospiro pesante,successivamente la sua voce.

-"ogni volta che cerco di avvicinarmi o mi prendi a schiaffi o qualcuno rompe il cazzo" parla più calmo,diverso. La voce più tranquilla,più rilassata. Sospiro e mi giro guardandolo direttamente negli occhi.

-"Mi..dispiace per lo schiaffo..e per i momenti interrotti,ma giuro di non pianificare nulla..succede e basta." Spiego velocemente tornando a sedermi accanto a lui,stavolta con le gambe rivolte verso il suo corpo.

-"Hm.." gira il viso serrando la mascella,gli occhi rivolti a quello stupido libro che di tanto in tanto in settimana ci unisce. Piano porto la mano alla sua mascella contratta e la accarezzo con due dita lentamente,con dolcezza. Sospira rilassandosi un po',chiude gli occhi a quel gesto assorbendo tutta la mia dolcezza. Mi avvicino e lascio un piccolo e tenero bacio sulla sua guancia,poi sorrido e torno dritta. Si tocca la guancia guardandomi come confuso,poi sorride leggermente,senza mostrare i denti.

-"Dai..ora a lavoro."

Let The Game Begin Where stories live. Discover now