Capitolo 19

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(M)

Quella mattina ero alla stazione centrale di Milano a prendere mia sorella che venne finalmente a trovarmi, una volta presa andammo a casa a posare tutte le sue cose e poi subito in studio con gli altri, ero troppo ansioso di farle sentire i nuovi pezzi che non volli aspettare un minuto di più.

In studio eravamo io, chris, sfera, izi e charlie e dopo una session lampo di un paio d'ore andammo a casa da noi, dove ad aspettarci c'era rkomi che si era gentilmente offerto di preparare da mangiare a tutti.

Ero al settimo cielo nel vedere mia sorella con tutti noi, e allo stesso tempo continuavano i miei sensi di colpa per averla abbandonata per l'ennesima volta anche dopo averle promesso che non sarebbe più successo.

Mi sembrava di essere tornato alla normalità con tutti i miei amici e Diana li, anche se mi sembrò di notare atteggiamenti strani tra Diego e mia sorella, erano soliti darsi attenzioni particolari l'uno all'altra ma sta volta c'era qualcosa di diverso, non riuscivano letteralmente a staccarsi gli occhi di dosso.

Volli credere che fosse solo una mia impressione, qualora fosse stato Diana me l'avrebbe sicuramente detto, e Diego non avrebbe mai avanzato nessun tipo di proposta strana alla sorellina più piccola del suo migliore amico, così cercai di rimanermene tranquillo.

Ero sempre stato gelosissimo di mia sorella, forse perché la trovavo una persona troppo in gamba per dei delinquenti come noi, ma del suo rapporto con Diego ancora di più, sembrava avessero un feeling particolare, quasi quanto il nostro.

Cercai di togliermi quei pensieri dalla mente e di godermi il weekend con mia sorella in pace, ma dovunque decidessimo di andare lei voleva il mio amico con sé e questo cominciò a farmi insospettire.

Io dormivo in stanza con Diana per quel fine settimana che passò li, e la domenica mattina mi svegliai a causa di alcuni rumori provenienti dal bagno accanto alla nostra camera da letto.

Quando mi tirai su controllai l'orario ed erano appena le 6 di mattina, fuori il cielo era ancora scuro e al bagno la porta era aperta e con la luce accesa, così mi alzai a controllare.

Mi trovai mia sorella piegata sul cesso, con la faccia di un pallore preoccupante, che vomitava, e quando si accorse della mia presenza, senza che potessi dire o fare nulla, mi chiuse la porta in faccia.

Preoccupato dalle condizioni di salute di Diana non riuscì a riprendere sonno e la aspettai seduto sul letto, ma quando tornò, barcollante e con l'espressione appesa, si buttò sotto le coperte senza dire 'a' e si riaddormentò.

Per le 10 ci alzammo tutti e senza darle modo di poter sviare l'argomento o farlo passare in cavalleria, la prima cosa che feci fu andare da lei a chiederle cosa le fosse preso quella mattina.

"Sono stata male con lo stomaco."

"E basta?"

"Mario ho vomitato, non mi è preso un infarto."

"Ma così? Nel mezzo della notte?"

"Innanzitutto erano le 6 di mattina quindi non era proprio notte fonda, e poi mi sono svegliata con il mal di pancia e quando mi sono alzata mi è venuto da vomitare, stop."

"Non hai digerito bene la cena?"

"Bro ma che ne so, non sono un medico." E mi liquidò con quella frase.

Cercai di farmi scivolare addosso anche quel pensiero, forse ero semplicemente troppo apprensivo e Diana era diventata ormai un enorme punto interrogativo per me, me la sarei fatta prendere a bene e basta.

Il pomeriggio restammo a casa per il maltempo, talmente era brutto fuori che Diana dovette posticipare la partenza al giorno dopo perché le linee ferroviarie erano sotto manutenzione, e la cosa non mi dispiacque affatto.

Eravamo presi a giocare alla play con Mirko, Ciccio e tutta la banda quando mi accorgo dell'assenza sia di Diego sia di mia sorella e qualcosa in me scattò, lasciai subito il joystick ad uno dei miei compagni e andai a cercarli.

Li trovai in cucina a fumare e a parlare, nonostante sapessi benissimo quanto sbagliato fosse mettermi a origliare le loro conversazioni non riuscì a farne a meno e mi appostai lungo in corridoio ad ascoltare.

Diego: "Sei un pò pallida"

Diana: "Non sono stata particolarmente bene sta mattina."

Diego: "Come mai?"

Diana: "Ma niente di preoccupante, tranquillo."

Diego: "Allora? Ti piace qui?"

Diana: "Si è un bel posto tutto sommato, poi so che Mario sta bene ed è questo ciò di cui mi importa soprattutto."

Diego: "E tu? Tu come stai?"

Diana: "Mi mancate tanto, ogni tanto vedo Ale ma ora anche lui sta infognato con la ragazza e non ha più tanto tempo...tu mi manchi."

Diego: "Cercherò di venirmene giù più spesso, te lo prometto."

In quell'istante mi affacciai leggermente per vedere cosa avesse interrotto la conversazione dando spazio al silenzio e mi si spezzò il fiato in gola, mia sorella e il mio migliore amico si stavano baciando come se nulla fosse.

Tutto il mio corpo mi diceva di intervenire in qualche modo a metter fine a ciò a cui stavo assistendo ma la mia razionalità prese il sopravvento, fare una sceneggiata davanti a tutti non mi sembrava proprio il caso.

Sta di fatto che me ne andai, e lasciai che tutto passasse inosservato, tanto prima o poi sarebbero entrambi passati sotto le mie mani e ne avremmo avute di cose di cui parlare.

«Come siamesi»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora