Capitolo 16 - Te amo.

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"Non è pericoloso? Non siamo nel miglior quartiere di Torino." sentenziai, con una leggera smorfia di disgusto,
"Hai paura?" chiese Paulo,
"Non con te." risposi semplicemente, sincera come sempre.
"Non è pericoloso, non è una zona malfamata, è solo un po' dimenticata da tutti."
"Perché ami così tanto questo posto?" chiesi d'improvviso,
"Proprio perché è dimenticato da tutti. Nessuno sa della sua esistenza, e così si perde tutta la sua bellezza. In Argentina avevo un posto come questo, era molto diverso, ma ci andavo quando volevo staccare, un po' come quando vengo qui." disse, e dalla sua voce trapelò una nota nostalgica,
"Che posto era?" chiesi, la curiosità di scoprire come viveva Paulo prima di venire in Italia mi stava mangiando dentro,
"A Laguna Larga c'è un lago, non è molto grande, ma comunque è lì." spiegò, sorridendo, "Iniziai ad andarci qualche mese dopo la morte di mio padre, quando volevo stare solo o non sentire tutta l'angoscia che si respirava in casa."

Deglutii più e più volte per scacciare le lacrime che minacciavano di uscire al pensiero della sofferenza che Paulo aveva dovuto sopportare.

"L'ho scoperto un giorno in cui stavo scappando dai miei fratelli, che mi avevano trovato sulla riva del lago e volevano riportarmi a casa per cena. Ho cominciato a correre e sono arrivato in una specie di piccola scogliera, e sono rimasto lì fino a sera tardi. Quando sono tornato a casa tutti erano preoccupati, ma non dissi a nessuno del posto che avevo trovato. Volevo che fosse solo mio, in modo da andarci quando non volevo essere trovato."
"Deve essere bellissimo." sorrisi, mentre la grande mano di Paulo mi accarezzava la schiena,
"Un giorno ti ci porterò. Te lo prometto." sussurrò sporgendosi verso di me, per poi baciarmi senza darmi tempo di rispondere.

Solo quando realizzammo che fosse l'una di notte decidemmo di tornare a casa.

Ora eravamo nell'ascensore di Paulo, e lui non la smetteva di baciarmi.

Ecco la rivincita di cui parlava al cinema.

Mi prese per mano, ed entrammo in casa.
Scoppiai quasi a ridere per la foga con cui chiuse la porta alle nostre spalle, ma mi trattenni.

"La vuoi proprio tanto la tua rivincita, vero?" gli chiesi, stupendomi per il tono provocatorio che avevo usato, anche se la mia intenzione era di essere ironica,
"Non usare quel tono con me in questo momento, dico davvero." disse lui, con la voce più graffiata che mai dal desiderio .

Lasciammo cadere i cappotti a terra, e poi cominciammo a toglierci i vestiti, andando in camera da letto mano nella mano, inciampando l'uno nei piedi dell'altra per non interrompere il bacio.

Se qualcuno fosse entrato in casa in quel momento, gli sarebbe bastato vedere i vestiti sparsi a terra in corridoio per trovarci.

Quando arrivammo a letto, eravamo solo con la biancheria intima.

Ma presto Paulo fece sparire dal mio corpo anche quella, poi sentii il rumore della carta del preservativo, che Paulo stava aprendo.

Scivolò dentro di me, mentre le mie mani si muovevano in mezzo ai suoi capelli, poi sulla sua schiena abbronzata, e poi di nuovo tra i capelli.

"Amo come il tuo corpo combacia con il mio." disse Paulo con la voce ancora affannata, pochi secondi dopo aver terminato, stendendosi a pancia in su accanto a me e intrecciando le nostre dita,
"Amo quello che riesci a farmi provare." risposi, con un filo di voce,
"Amo il fatto che non stai zitta nemmeno quando facciamo l'amore." sorrise, e io cercai di trattenere una risata,
"Amo il fatto che noti sempre i dettagli, devi sempre precisare tutto, e lo fai sempre con il sorriso." gli confessai sinceramente.

Mi guardò negli occhi, girandosi sul fianco, ed io feci lo stesso:

"Io amo te."

Strinsi più forte la sua mano.

Io amo te.

Non poteva averlo detto sul serio.

"Cos'hai detto?" chiesi, incredula ed emozionata allo stesso tempo, ed ebbi paura che si pentisse, e non lo ripetesse,

"Ti amo. Ho detto che ti amo."

Ecco fatto.

L'aveva detto.

Sapevo che lo stava dicendo con tutto il cuore, e che per lui quelle non erano solo parole dette ad una ragazza qualsiasi dopo aver fatto l'amore.

Quelle due parole, quelle cinque lettere, erano state come un tatuaggio per me: avevano inciso i sentimenti di Paulo su di me, ed essi si erano uniti ai miei nel mio cuore.

L'ultima volta che mi era stato detto "ti amo" io ero scappata via, per paura dei miei sentimenti. Per paura di soffrire, o di perdere.
Perdere una persona che amavo: era sempre stata una delle mie più grandi paure.
Avevo paura di sbagliare, e di conseguenza lasciarmi sfuggire qualcuno di importante per me.

Questa volta era diverso.
Con Paulo era sempre tutto diverso, tutto speciale.
Non avevo paura, con lui.
O meglio, ne avevo, ma la voglia di stare con lui era più forte di qualsiasi altra cosa.
Dentro di me c'erano i fuochi d'artificio.

Presi coraggio, non avrei lasciato Paulo senza una risposta:
"Ti amo anche io."

L'avevo detto.
L'avevo detto con tutto il cuore, perché era ciò che provavo davvero.

"Davvero?" chiese lui,
"Sì, davvero. Non avrei mai potuto dirlo, se non l'avessi provato davvero. L'amore, intendo. Perché è questo quello che provo per te, Paulo. Ti amo." gli diedi la conferma di tutto, sapevo che ne aveva lui tanto quanto ne avevo bisogno io.

"Te amo, Martina." ripeté, parlando ora nella sua lingua madre,
"Yo también, Paulo."


Hello people!
Capitolo importantissimo e che ho amato scrivere. 🥰
Spero vi piaccia.
All the love. ♥️
Sofia.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Where stories live. Discover now