Use somebody

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Accarezzava il bordo della finestrella passando il polpastrello tra le rifiniture di metallo. La testa era appoggiata al braccio mentre gli occhi viaggiavano nella stanza su cui vegliava. Le sue pupille guizzarono da un piccolo particolare all'altro. Si ogni piega del lenzuolo che copriva il piccolo corpo rivestito di verde.
I capelli biondi gli cadevano in avanti, la fronte era coperta ma i pensieri riuscivano ad uscire lo stesso. Alcune notti lo faceva, stava sveglio a pensare che certe notte avrebbe voluto che tutto quello crollasse. Che lui crollasse con esso, certe notte invece non lo sapeva?
Cosa non gli faceva chiudere gli occhi? Forse la consapevolezza che sarebbe morto in una cella, marchiata all'entrata dal numero 105.
Aveva trovato 105 motivi per andarsene e solo uno per restare.
Smise di muovere le dita sospirando, lei si era girata nel sonno, regalandogli una vista perfetta del suo viso.
Non sapeva perché ma quella notte lo sapeva. Doveva ancora scoprire cosa, ma aveva quella consapevolezza di pienezza. Socchiuse gli occhi chiari per guardare meglio Mavis. Le labbra schiuse si liberavano in leggeri fiotti, Niall chiuse gli occhi. Dei piccoli flash lo attraversarono da una parte all'altra, ricordi delle sue labbra e dei suoi gesti ancora così poco conosciuti da lui. Alzò la testa, si tirò su le maniche della tuta arancione fino ai gomiti.
Morfeo gli aveva voltato le spalle come un traditore quella notte, lo aveva guardato da lontano facendo una smorfia disgustata.
Gli occhi erano più spalancati, strofinò il dorso della mano contro la porta fissandola dalla finestrella. Sembrava di cristallo, intoccabile ma invitante.
Niall inspirò quando sentì uno spostamento d'aria dietro di lui. Un profumo forte lo investì, non riusciva a comprendere come, dopo quattro anni, Zayn riuscisse ancora a puzzare di fumo.

-Lei non deve saperlo.- sussurrò Niall.

Abbassò lo sguardo prima di girarsi, Zayn era appoggiato alla parete con le spalle inarcate. I piedi erano incrociati tra loro mentre i pantaloni li cadevano lungo i fianchi. Il ciuffo moro si spostò quando Zayn alzò il viso.
Alcuni lividi erano ancora visibili si di lui. Come un avvertimento per li altri ragazzi nell'istituto.

-Sai,- ridacchiò Zayn -io so che tu potresti usare qualcuno per uscire da qui.-

Niall aggrottò la fronte ma il ragazzo lo interruppe.

-Potresti usare qualcuno come te, o come lei. E io so perché non vuoi che lei sappia la causa della tua prigionia.-

Il biondo guardò per un secondo all'interno della stanza, la sua debolezza era così calma. Così inoffensiva ma letale allo stesso tempo.

-Tu hai paura che lei potrebbe lasciarti, hai il terrore che lei possa scappare senza di te, o rimanere qui per sempre.-

Niall lo prese per il colletto della maglia spingendolo contro il muro.

-Devi stare zitto, io voglio che lei venga via con me perché è l'unica che è finita in questa merda di posto.- soffiò.
Zayn si scansò dalla sua presa sistemandosi la maglia.

-Ma sta il fatto che tu te lo meriti di stare qui, come me, o Harry o chiunque altro. Lei non se lo merita ma noi si, e lo sai.-

Niall strinse le mani in due pugni poi li rilassò, certe notti pensava anche a quello. Stare tre anni in un riformatorio non faceva altro che aumentare i ricordi, renderli più vividi e chiari ai suoi occhi.

Uscì dalla stanza passandosi una mano tra i capelli umidi, sospirò soddisfatto prima di camminare verso il tavolo e lanciare dei pezzo di corda sul tavolo. Zayn alzò lo sguardo dal suo fumetto sorridendo, prese una delle cime della corda intrecciata prima di giocherellar ci, poteva ancora sentire l'odore di sudore con una nota dolciastra.
Il suo sorriso divenne più grande, Niall si piegò davanti al frigo per prendere una bottiglietta d'acqua fresca e portarsela alle labbra.

-Ti sei divertito?- chiese Zayn.

Niall stirò le labbra, sottolineando il rossore delle sue guance affaticate. La maglietta era un po' stropicciata e bagnata.

Annuì prendendo di nuovo le corde in mano.
Si girò di scatto verso il corridoio sentendo il rumore di una porta sbattere, Zayn si alzò lanciando il suo giornalino sul lavello della cucina.

-Vado io.- disse sorridendo prima di prendere dalle mani di Niall la corda.

Gli rivolse un ghigno prima di abbassare il viso e scomparire dietro al corridoio.

-No.- disse convinto, alzando una mano verso l'alto -Lei non deve sapere nulla, niente.-

-Come vuoi.-

Zayn scrollò le spalle facendo qualche passo.

-Come intendi procedere?- chiese ancora Zayn.

Niall incrociò le braccia al petto.

-Devo farla uscire di qui Zayn, con o senza di me.-

Il moro si fermò sui suoi passi, si girò verso Niall storcendo la testa.

-Ti aiuteremo, io e i ragazzi.- propose -Ma cercherai di farla uscire anche con la consapevolezza che Mark potrebbe venirlo a sapere?-

Niall alzò gli occhi su Mavis, era ancora sdraiata da un lato ad occhi chiusi.

-Mi prenderò io la colpa, così Mark avrà qualcuno da esiliare nell'Ala Sud.- il biondo non spostò lo sguardo dalla ragazza -Tanto sono destinato a marcire in questo posto.-

Zayn annuì prima di scomparire oltre la soglia della sua stanza.

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L'acqua le cadeva lungo i capelli trasformandosi in piccole goccioline che le ricadevano lungo la schiena, era divisa dalle altre doccia solo la sue muretti ricoperti di piastrelle. La tenda che le copriva il davanti era leggermente opaca. Chiuse gli occhi beandosi di quella sensazione di purezza per qualche secondo. Il getto era basso ma abbastanza per farla stare in piedi senza chinarsi sulle ginocchia. Si passò la spugna insaponata su tutto il collo prima di riaprire gli occhi e uscire dalla doccia.
Si fasciò in un asciugamano per poi camminare verso gli spogliatoi.

-Mavis.-

La ragazza si girò, tenendo in mano la maglia verde. Francesca aveva i capelli corti ancora umidi dalla doccia e un sorriso che le ornava il viso pallido. Le occhiaie erano diminuite.

-Possiamo parlare?- chiese un po' in imbarazzo.

Mavis annuì guardandosi intorno e scoprendo che erano le uniche due persone nello spogliatoio.

-Ho visto che parli con 105,- iniziò - ti ha fatto del male?-

Mavis spalancò gli occhi.

-No! No, perché dovrebbe?- chiese interdetta.

-Lui non ha mai parlato con nessuno, mai. E all'improvviso siete quasi...amici.-

-Siamo tutt'altro che amici.-

Francesca si rilassò, le sue spalle si rilassarono mentre il suo sguardo si addolcì.

-Bene, mi preoccupo soltanto per te. Sei l'unica amica che ho.-

Mavis alzò lo sguardo su di lei, sorrise vedendola sollevata.

-Perchè sei qui?- chiese ad un tratto.

La ragazza si irrigidì, si guardò intorno prima di sedersi su una panchina di ferro e legno. Era a piedi scalzi e disegnava cerchi nell'umidità dell'ambiente.

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