Touch

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-Su cosa?-

Fece dei passi indietro fissando il ragazzo curiosa, la sua voce era soave e roca visto che non la usava mai. Quel suono l'aveva svegliata da un lungo sonno, quella voce era il male e il bene nella stessa persona. Come i suoi occhi, parti di lui nascoste. E lei non ne conosceva neanche una di esse.

Lo fissava strofinare le proprie mani tra di loro. Passò le dita sui polsi arrossati prima di guardare Mavis, passò gli occhi su tutto il suo corpo per poi fermarsi sulla guancia destra.

Alzò una mano prima di sfiorare la pelle lattea della ragazza. La accarezzò lentamente prima di sfociare in una cadenza quasi musicale.

Lei chiuse gli occhi, di nuovo il senso di stanchezza la pervase. Sentiva i polpastrelli ruvidi del biondo accarezzarle il viso. Così leggere, in tutto contrasto con la sua voce roca e profonda.

-Su cosa mi sta mentendo?- riuscì a dire.

Il tono di voce era basso, tenne gli occhi chiusi quando sentì anche l'altra mano del ragazzo accarezzarle il fianco. Faceva piccoli movimenti sulla stoffa della maglia, poteva sentire i muscoli rilassarsi sotto il suo tocco.

Premette la mano sulla vita più pesantemente prima di farle fare qualche passo all'indietro, lei non si scompose quando i suoi polpacci entrarono in contatto con il bordo di ferro del materasso della stanza 105.

Il suo respiro divenne più pesante quando il ragazzo spostò le dita sulle sue labbra.

-Su tutto.- parlò ancora la voce roca.

Lei deglutì prima di premere anche la schiena contro il materasso. Le gambe molli erano stese e a contatto con i pantaloni arancioni del ragazzo.

Il suo tocco era divino, quasi peccaminoso. Le dita scesero lungo il collo facendola sospirare.

-Tutto cosa.-

-Lui non è qui per una azzuffata.- soffiò il biondo.

Mavis si sorprese per quanto vicino fosse, poteva sentire la brezza del suo respiro infrangersi contro il suo collo come mare sugli scogli.

-Tutti siamo qui per un motivo, non importa quale.- rispose la ragazza.

-I motivi come il suo non te li scordi facilmente, principessa.-

Mavis deglutì ancora, era senza ossigeno, la gola secca le faceva quasi male.

-Tu perché sei qui?- sussurrò la ragazza a corto di forze.

-Perchè non riposi, ti porterò in cella appena saranno finite le terapie.- propose il ragazzo cambiando discorso.

-Non parli da chissà quanto tempo con qualcuno, non puoi chiedermi di riposare. Ho troppe cose da chiederti e proporti.- ridacchiò Mavis.

Afferrò il polso del ragazzo che viaggiava per il collo accompagnandolo nei suoi movimenti incantatori. Sfiorava le sue dita come se fossero un magnifico e delicato strumento. Come acqua nell'arido deserto.

-Propormi?-

Mavis annuì prima di aprire gli occhi, il ragazzo la fissava.

-Ma prima le domande.-

Sentendo il silenzio da parte del ragazzo continuò a parlare.

-Da quanto sei qui?-

-3 anni.-

La ragazza schiuse le labbra, era sorpresa.

-Perchè mi hai aggredito nell'Ala Ovest?-

Il ragazzo dalla pelle chiara si avvicinò ancora di più a Mavis, i loro fianchi si sfiorarono mentre il naso del biondo scopriva il viso della ragazza.

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