Girls

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-Solo più questo.- aveva detto -Resisti solo più a questo, fra qualche giorno ce ne andremo. Andremo in Inghilterra, ovunque tu voglia.-

E Mavis stava resistendo, teneva stretto tra le dita il tessuto del suo vestito scuro.
Era la prima volta dopo mesi che si metteva un qualcosa che non era la solita tuta verde. Si sentiva quasi a disagio.
Si spostò sulla panca di legno, la stanza era piena di gente, i fotografi e i giornalisti erano rimasti fuori, fortunatamente.

La ragazza continuava a guardarsi attorno, nessuno la stava guardando e ringraziò il cielo.

-Stai bene dolcezza?- una mano le si posò sulla coscia.

-Si, certo.- rispose.

Louis le fece un cenno, era potuto venire solo lui dei ragazzi. E ovviamente Marcus non li avrebbe fatti uscire tutti quanti insieme.

Mavis fece un lungo respiro quando delle guardie aprirono la porta dentro alla piccola staccionata.

Niall aveva detto che avrebbe dovuto sopportare solo più quello, e Mavis ci stava provando.

Stava provando a sopportare il fatto che Niall avesse sempre le manette ai polsi. Anche in quell'occasione.
Le due guardie lo accompagnarono al centro dell'aula. Tutti si zittirono.

La ragazza lo osservò, indossava un completo elegante e lei riuscì solo a pensare a quanto fosse bello.

Vederlo con dei vestiti normali, le faceva quasi senso. Per la prima volta vide i capelli biondi tenuti fermi da un po' di gel e il viso totalmente pulito e rasato.

Anche lei aveva avuto l'occasione di sistemarsi, si vide più carina con i capelli legati in una coda alta ed un filo di mascara.

Spostò lo sguardo al suo fianco mentre la sala era ancora in un silenzio afoso.
Anche Louis stava guardando Niall, e forse pensava a cosa sarebbe successo.
Aveva la camicia abbottonata fino al collo e una sottile cravatta ad aggiragli il collo. I capelli erano stati sistemati da un lato e quella poca barba completamente fatta sparire.

Gli occhi di Mavis non erano abituati.

-In piedi, per favore.- disse ad alta voce un'altra guardia -Entra in sala il giudice Johns.-

Tutti obbedirono, un'anziana signora entrò e camminò fino al piedistallo si dove era stata messa una scrivania massiccia e antica. Aveva l'andatura lenta e importante.

-Seduti.- disse, per poi accomodarsi.

Aprì un plic di fogli.

-Siamo qui presenti per l'ultima sentenza del caso che riguarda il signor Niall James Horan, nato a Mullingar in Irlanda nel 1993.- girò foglio -Oggi chiameremo in causa le 8 ragazze che saranno sottoposte a domande varie. Prego, iniziamo pure.-

Mavis riuscì a vedere l'avvocato di Niall, era un uomo sulla cinquantina. Di fianco ad egli sedeva una ragazza giovane con i capelli mori che Mavis riconobbe come Jessica.

Niall era seduto in mezzo a loro.

-Il primo testimone chiamato in causa è Margot McAne.-
Entrò una ragazza dai capelli neri e lunghissimi.
Una leggera tensione iniziò a crearsi tra le interiora di Mavis.

Sapeva chi era quella ragazza, e quando Margot iniziò a raccontare quello che Niall le aveva fatto, semplicemente non ascoltò più.

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Erano tutte in fila, 8 ragazzi le davano le spalle.
Stavano dritte con le schiena ed indossavano vestiti o completo eleganti.

Mavis le guardò e una leggera nausea le si posò sullo stomaco.

Come poteva essere possibile che un ragazzo di appena vent'anni fosse riuscito a fare del male a così tanta gente?
Guardò Niall, aveva la testa abbassata mentre le ultime domande venivano fatte alle ragazze.
A Mavis venne quasi da ridere, le sembrava uno scherzo. Il Niall che conosceva lei non avrebbe mai fatto del male a qualcosa, ma probabilmente era solo cambiato.

Per quanto Mavis non reggesse questa cosa, era così.
Lei non aveva mai creduto nei cambiamenti delle persone, non avevano senso, ma in Niall non poteva non pensare ad altro che non a quello.

Per un secondo riportò l'attenzione al caso.

-Una corda, signore.- rispose una ragazza, aveva i capelli corti e biondi -Ha usato una corda per legarmi.-

Mavis distolse subito l'attenzione di nuovo, spostò lo sguardo e notò gli occhi di Niall.

La stava guardando, sembrava dispiaciuto.

Louis, al fianco di Mavis, le stava accarezzando un braccio.

-È quasi finita.- la rassicurò.

La ragazza corrugò la fronte tra se e se, era tutto sbagliato.

Avrebbe voluto gridare a Niall che quello sguardo doveva donarlo alle 8 ragazze davanti a lui, avrebbe voluto girarsi verso Louis e ordinargli di andare a rassicurare quelle ragazze, non lei.

Niall non le aveva fatto niente, non l'aveva fatta soffrire.

Si alzò di scatto.

-Vado in bagno.- sussurrò a Louis, quest'ultimo annuì e lasciò la presa sul suo braccio.

Mavis spinse la porta pesante di legno ed uscì dalla stanza, respirò a pieni polmoni un po' di aria pulita.
La stanza che aveva appena lasciato era piena di ricordi ed emozioni di cui non faceva parte.
Ma lo stava facendo per Niall.

Seguì la freccia che indicavano i servizi.

Entrò, cercò di soffermarsi il meno possibile sulla sua figura riflessa allo specchio e si chiuse in uno dei piccoli bagni.
Era aperto sia al di sopra che al di sito della porta. Non le erano mai piaciuti quei bagni, era come se non si sentisse totalmente sola.
Infatti non lo era, nella testa aveva la compagnia di Niall, dei suoi baci e del suo sorriso.
Pensò a come sarebbe stato vivere in Inghilterra, si immaginò tornare a casa da lavoro e abbracciare Niall nella loro calda dimora, magari riempita un po' di più da qualche pianto di un bambino.
Avrebbe tanto voluto avere dei figli.

Niall ne voleva? Gli piacevano?

Pensò a tutto quello che poteva essere necessario per ricominciare. Le venne un dubbio enorme quando iniziò a realizzare che non avevano soldi.

Appoggiò i gomiti alle ginocchia e appoggiò il mento contro le mani.
Tese la sua attenzione al di fuori del suo piccolo bagno quando la porta principale si aprì.
Sentì il aprirsi e quasi subito chiudesi, lasciando gocciolare per qualche secondo.

Lentamente si alzò dal water su cui si era seduta, uscì dal piccolo bagno e quasi sbiancò.

Una ragazza dai capelli ramati la guardava attraverso lo specchio.

-Ciao.- disse quest'ultima.
Mavis fece aderire la schiena contro il primo muro che incontrò.
Sapeva chi era, davanti al processo con lei aveva fatto più fatica a concentrarsi su qualcun'altro.

Era così piccola.
-Sono Anne.- disse, fece un piccolo sorriso e confermò i dubbi di Mavis.

Una delle 8 ragazze era davanti a lei, e non aveva intenzione di andarsene.

MessWhere stories live. Discover now