'La Terza Legge' di soundless_wind

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Per riassumere, bisogna dare giusto un'occhiata ai vari segni di punteggiatura, ma perlopiù è tutto perfetto.

- Verbi. Con i verbi non abbiamo riscontrato alcun problema. Il tempo utilizzato è il passato remoto, e la consecutio temporum è stata rispettata dall'inizio alla fine se non per una frasetta:

La maga approfittò dello stato catatonico indotto a Linna per spogliarla di ogni vestito, quindi recuperò il coltello e inciderla con una lunga e profonda linea verticale dal torso all'inguine -> "e la incise". Oppure, se il problema non è il verbo, manca un pezzo di frase che dovrebbe renderla più sensata.

- Altro. Nel primo capitolo c'è una ripetizione che ti segnaliamo:

con un gesto gli intimò di infilarsi nella camera dove il figlioletto sognava beato.
Lei invece s'introdusse quatta quatta nella camera[...]

Sempre nel primo capitolo, a volte mancano degli spazi:

chel'incantatrice

furidotto

Nulla poteva fare se non accompagnarla nel viaggio di non ritorno verso la pazzia che presto, lo sapeva, avrebbe intrapreso anche lui. -> in questo modo, il pronome "che" si riferisce a pazzia, non a viaggio, e serve rileggere la frase per capirla bene, quindi intrapreso non è proprio il termine più adatto. Se vuoi che il pronome si riferisca a "viaggio", potresti mettere una virgola prima di esso, oppure, scelta più consigliata, riformulare la frase in modo che quel che non sembri riferito a pazzia.

Quando si usano i trattini per fare un elenco, dopo il trattino va lasciato uno spazio:

-Non usare la magia per [...] -> - Non

2. Narrazione:

- Terminologia. Il registro si colloca sul medio-alto, adatto a questo genere di racconti. A tratti, la terminologia è forbita, il vocabolario molto vario è utilizzato in modo da dare alla storia quell'arcanità che racconta anche. C'è un'interessante scelta di parole nei momenti più cruenti, l'autore si è impegnato davvero molto a sottolineare i punti crudi e risaltarli.

Abbiamo solo alcune cose da segnalare:

Sotto braccio, teneva il bambino, anch'esso vittima -> nonostante talvolta ci siano particolari scelte di parole, il bambino è una persona (anche se ormai è morto), non una cosa, quindi sarebbe più adatto "egli" come pronome.

sei peccatoreeee! -> fermo restando che è sempre poco carino leggere una vocale strascinata, alcuni affermano che quando si vuole inserire una ripetizione di una lettera, bisogna scriverla per tre volte e non oltre, un po' come i punti di sospensione. Altri invece che è una cosa che non si fa proprio in un romanzo. Per sicurezza, noi consigliamo sempre di non utilizzare vocali ripetute e, tutt'al più, specificare nella narrazione il modo in cui una parola viene prolungata.

- Descrizioni. Qui abbiamo vari tipi di descrizioni. Una di queste è senza alcun dubbio quella degli omicidi e del rituale: cruda, spietata, ma chiara, non adatta ai cuori deboli, ricca di particolari e scritta minuziosamente; l'altra, meno importante, è quella delle abitazioni e delle persone: per le abitazioni si può sorvolare, poiché l'azione di entrare in casa per uccidere i "peccatori" deve essere rapida e furtiva, mentre quella dei corpi dei bambini (quando sono ancora integri) o anche di Judar è un po' scarna, cosa che non è valida per Gillian, l'Araldo ed Enya. Sarebbe carino aggiungere giusto qualche accenno ai capelli, occhi, statura (o anche brevissimi aneddoti di quando erano in vita) per le vittime, magari evidenziando il terrore nei loro occhi, l'unico punto che possono muovere.

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