7. dammi un secondo... per realizzare

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" Lunedì: siamo andati in centro

martedì: è venuto a casa mia

mercoledì: siamo andati al cinema

giovedì: sono andato a casa sua e poi abbiamo fatto un giro.

venerdì: abbiamo studiato in biblioteca

e poi... gli altri giorni..."   

Sam si ripasso nella mente tutto quello che avevano fatto negli ultimi giorni, perché se avesse dovuto ripassare quello che avevano fatto nell'ultimo mese ci sarebbe voluta un'eternità. Era stanchissimo, certo, ma era anche felicissimo. Era sempre occupato, aveva sempre qualcosa da fare e anche se era faticoso, gli piaceva. Era una domenica mattina particolarmente fredda e nuvolosa. le nuvole avevano preso possesso della città da ormai molto tempo e, per quanto Sam amasse la pioggia, ora desiderava tanto vedere il sole... e allora perché non andare da lui invece di aspettarlo?
Era stravaccato sul divano ma poi, appunto, decise di alzarsi e andare da Peter. Non lo avrebbe nemmeno avvertito, gli avrebbe fatto una sorpresa, tanto di certo non gli sarebbe dispiaciuto. Poi, dopo essersi vestito, uscì di casa. Un freddo, gelido vento gli stava pungendo la faccia, tanto da fargli lacrimare gli occhi. Arrivò a casa di Peter, suonò il campanello e, così a caso, gli venne in mente che in un mese aveva visto il patrigno del suo amico solo due volte. La porta si aprì e Sahara lo abbracciò salutandolo e baciandogli la guancia, come sempre.
<<Non pensavo saresti venuto! prego, entra>>
<<Non disturbo vero?>>
<<Sam, tu non disturbi mai, Peter è di sopra>>
<<Grazie>>
Si avvicinò alle scale e cominciò a salirle ma poi, quando arrivò a metà, iniziò a sentire dei rumori provenire dalla stanza di fianco a quella di Peter...  alcuni rumori erano molto famigliari. "Si starà davvero...?"
Decise comunque di continuare a salire le scale. "Tanto siamo uomini... se la prenderà male basterà riderci su". Arrivò davanti alla porta da cui provenivano i rumori e, senza neanche bussare, entrò.
<<Hey Pet->>le parole gli morirono in gola e sgranò gli occhi, ciò che vide lo lasciò sasso, ma proprio pietrificato. Peter era su un letto matrimoniale e si stava masturbando, come aveva pensato Sam... ma non nel modo in cui se lo era immaginato. Di fatto, oltre a masturbarsi normalmente, aveva le gambe aperte piegate e vicino al petto, la schiena poggiata alla spalliera e la sua mano, be', le sue dita, sparivano fra le natiche.
Capì che era appena venuto - oltre che dallo sperma sul suo petto- dallo sguardo sopraffatto dal piacere, che incontrò subito quello di Sam completamente stravolto. Peter sgranò gli occhi ancora prima di realizzare chi fosse entrato.

<<Oh, merda!>> disse Sam. fu la prima cosa che gli venne in mente, letteralmente. Per qualche motivo entrò, si chiuse immediatamente la porta alle spalle e si voltò poggiando le braccia sul muro e affondandoci la faccia in mezzo, imprecando.
<<Oh, Cristo! Che cazzo...?>>
"solo i gay si masturbano così!" Pensò - in futuro si sarebbe pentito di averlo pensato, ma in quel momento la sua testa non riuscì a formulare altro.
Peter si tirò su il lenzuolo fino alla vita e si inginocchiò sul letto. <<Sam! che cavolo...>>
<<OH MIO DIO!>>
<<Sam ascol->>
<<MERDA! MERDA, MERDA!>>
<<SAM MI DEVI AS->>
<<No! No! Non dire niente! Sta' zitto!>> sospirò. <<Ti prego, taci...>> disse a bassa voce.
<<Sam>> provò a dire Peter.
<<No...>> ribatté lui.
<<Io...>>
<<Taci...>>
<<Io sono... >> gli tremava la voce.
<<No, per favore...>>
<<Io sono->>
<<No! No...! N->>
<<SAM, IO SONO GAY!>>sbottò Peter.  Sam fece uno strano,verso simile ad un gemito sofferente. A quel punto il più piccolo si alzò dal letto portandosi dietro le coperte per coprirsi e andò verso il più grande che, appena sentì Peter vicino, si voltò di scatto,con gli occhi ancora spalancati, come se fosse spaventato.<<Sam, ascolta... i-io non...>>e si avvicinò ancora di più a Sam che indietreggiò di scatto.
<<Hem... scusa... n-non riesco a parlare così... hem,vestiti... ti... ti aspetto giù>>alzò gli occhi, incontrando quelli tristi di Peter. Li riabbassò subito per poi uscire dalla stanza senza dire niente. Non era tanto il fatto di aver scoperto che il suo migliore amico fosse gay ad averlo sconvolto... erano stati tutti gli avvenimenti messi insieme: i gemiti, le sue intimità, le sue dita dentro... quello... ed il fatto che glielo avesse tenuto nascosto. Si sedette sul divano poggiando i gomiti sulle gambe e mettendosi le mani fra i capelli. Sentì dei passi, si fermarono e poi sentì il divano rialzarsi appena e abbassarsi sotto il peso di qualcuno. Sam rimase in quella posizione e disse. <<Quindi sei gay>>
<<Si, ma->>
<<Perché non me lo hai detto... ? E non dirmi che lo hai scoperto da poco perché tanto non ci credo>>
<<Scusa... pensavo lo avresti trovato strano o che magari non mi avresti voluto, però non è proprio un segreto... cioè se qualcuno me lo chiede io lo dico che sono Gay... quasi sempre.>>
<<Anche da piccolo ti piacevano i ragazzi, vero?... ora capisco perché... e capisco anche il perchè degli orecchini e degli anelli...>>
<<Gli orecchini e gli  anelli non sono collegati a questo>> rispose Peter, offeso.
ci fu un momento di silenzio, Sam non rispose.
<<Quanti lo sanno?>> ora aveva sollevato la testa dai palmi delle mani e si era messo a guardare Peter.
<<Solo mia madre. E ora... tu e, boh, forse anche qualcun' altro, ma non mi interessa>> disse abbassando lo sguardo.
<<E tuo padre non sa niente? Come mai? è omofobo?>>  
<<No anzi, mamma ha detto che lui mi accetterebbe ma sono io che non voglio farglielo sapere, credo che infondo si sentirebbe a disagio... e anche io. Insomma, sapere che suo figlio ama gli uomini e, be', lui è un uomo... quindi si creerebbe tensione per lui, penso, non lo so.... >>
<<Giusto>> sussurrò Sam.<<Hey, scusa se ho urlato, non ero in me... mi perdoni?>> disse dopo un po'.
<<Certo che ti perdono... comunque sei proprio stupido se non te ne eri davvero accorto prima, lo sapevo, eri più sveglio da piccolo>> alzò lo sguardo e gli sorrise, per cercare di alleggerire la tensione, poi gli sorrise anche Sam.
<<Scusa se non te l'ho detto>>disse in un sussurro. Sam lo abbracciò. <<Ho preso un cazzo di infarto>>
<<Veramente il cazzo lo hai visto>> disse ridendo Peter .
<<Dai! ti sei vergognato a farti vedere da me... vero?>> rise Sam.

Passò qualche minuto e poi: <<... Io ora vado, scusa>> si alzò dal divano gli scompigliò i capelli e in poco tempo si ritrovò già in strada.

Non ci credeva, era strano... però non era dispiaciuto. Non lo voleva emettere, nemmeno a se stesso ma quello che aveva visto...

<<Si stava->>
<<scopando con le dita? sì>> disse Sam al ragazzo con qui stava parlando al telefono.
<<Quindi... è gay o altro? N-non che queste cose le facciano i gay a prescindere eh... >>
<<Sì>>
<<E tu com'è l'hai presa?>>
<<beh... all'inizio gli ho urlato contro... ma solo perché tutto quello che è successo mi è piombato addosso con la delicatezza di un elefante! comunque abbiamo chiarito... >>
John si mise a ridere e Sam iniziò ad insultarlo, passarono un bel po' di tempo a prendersi in giro.
Tutto sarebbe finito in poso tempo.

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