1. Due Bambini

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Iniziò tutto con il suono del campanello e i passi veloci delle "tate" che andavano ad aprire frettolosamente la porta gridando: << Si, un secondo!>>.
Sam se ne stava lì, fermo sull'ultimo gradino delle scale che si affacciavano quasi direttamente sulla porta che Tata Penny, una donna abbastanza paffuta, con una coda alta molto simile ad uno chignon e un volto buono e arrossato, aprì velocemente facendo schioccare i lucchetti che la tenevano chiusa. Fuori non c'era nessuno, almeno a prima vista.
Sam, curioso, ignorò il parlottare degli altri bambini dietro di lui e si avvicinò alla porta, tremando quando un alito  di vento scompiglio i capelli neri che gli ricadevano scomposti sugli occhi azzurri e trasparenti come l'acqua incastrati nella pelle lattea; il vestito nero e lungo di Tata Penny si avvicinò pericolosamente al suo viso impedendogli di vedere cosa stesse succedendo fuori dalla porta, in più si stava innervosendo perché la Tata in questione non aveva mosso un solo muscolo da quando l' aveva aperta. Così decise di agire e passò spazientito sotto il tessuto nero.
Tata Penny si accorse di lui e gli fece spazio mostrando il  misterioso oggetto fuori dalla porta che si rivelò poi, non essere un oggetto, ma un piccolo bambino, molto più piccolo degli altri, che guardava i due con gli enormi occhi verdi, le mani accartocciate al petto e le gambe ripiegate.
Aveva, oltre agli occhi che sembravano un prato in primavera, dei capelli rossicci che si spiegavano in tanti boccoli.
Sembravano quasi la rappresentazione di un esplosione, sì, i ricci capelli aranciati gli erano esplosi come un mazzo di fiori sul capo.
Il bimbo era comodamente adagiato dentro una cesta ovale con dei manici ai lati e dentro, oltre a lui, c'era una coperta azzurra ripiegata un po' di volte e che andava a coprire il corpo del bambino. Sam, che aveva solo 3 anni, rimase incantato dalla visione di quel bambino. Rimase a guardarlo per un po' e non si accorse che Tata Penny stava facendo scivolare gli occhi da lui all'altro bambino. Sam si piegò sulle ginocchia e diresse la mano con l'indice puntato verso la guancia del bambino, arrivando poi a toccarla con delicatezza. Poi gli diede un pizzicotto. Si avvicinò di più al bambino, che ora aveva lo sguardo sulle sue dita, e iniziò a guardarlo intensamente; sgranò leggermente gli occhi quando sentì il dito indice inumidirsi così abbassò lo sguardo e vide che il dito era dentro la bocca del piccolo. <<Aah!>>urlò Sam, preso alla sprovvista togliendo immediatamente il dito da dentro la sua bocca e asciugandolo con l'orlo della maglia. Tata Penny rise. <<Oh, suvvia Sam... è solo un bambino>> disse piegandosi su Sam, che ora si era alzato e guardava il piccolo con sguardo truce. <<Anche io!>> Disse con la vocina stridula, voltandosi verso la tata.
<<Si, ma lui è più piccolo!>>
Sorridendo, prese la cesta e si girò verso la porta, per poi guardare Sam che aveva seguito con lo sguardo i movimenti della donna. <<Sam fa freddo... vieni dentro>> disse lei. Il bambino annuì e la seguì nell'edificio. Appena tutti i lucchetti furono chiusi, Sam vide una massa di bambini avventarsi contro la donna, curiosi, aggrappandosi alla sua veste cercando di vedere cosa portava in braccio,ma lei li ignorò e portò il fagotto che aveva tolto dalla cesta in cucina dove altre due tate la guardarono poggiare qualcosa sul tavolo. A quel punto il bambino, che non aveva aperto bocca fino a quel momento se non per cercare di mangiare il dito di Sam, si mise a urlare e a piangere, dimenandosi e scalciando ovunque. La tata, presa dalla sorpresa, lo lasciò alle cure delle altre due e si mise a chiamare: <<Sam? Sam!..eccoti,vieni subito, dammi una mano.>> il volto leggermente paffuto della donna si era arrossato ancora di più, così Sam, che ormai era a metà delle scale, scese di corsa dirigendosi verso la stanza dove era stato portato il bambino che, appena vide il più grande andargli in contro, smise di piangere e ribellarsi, anzi,portò subito gli occhi su di lui. Sam fece la prima cosa che gli venne in mente e portò la mano, sempre con l'indice teso, verso la bocca del più piccolo, che aprì. Rimasero così qualche secondo, ignari del fatto che le tre donne intorno a loro li stavano guardando con tanto di occhi.<<Sam...>> cominciò Tata Penny portando una mano sulla sua spalla<<ti va di diventare il suo fratellone?>> lui si girò verso di lei. Annuì, poi la sua fronte si corrugò. << Amico-fratello>> disse poi  ridendo. Le tate chiamarono gli altri bambini per presentare il nuovo arrivato.
<<Come si chiama?>>chiese una quarta tata a Sam, che disse il nome che preferiva di più a parte il suo. <<Peter!>>
E siccome non c'erano biglietti nella cesta che dicessero il contrario, il nome del bambino fu quello: Peter.

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