Capitolo 1 ♡

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Mi sveglio di soprassalto quando la sveglia suona.

Mi alzo dal letto, la lunga vestaglia di seta mi tocca le caviglie ogni volta che faccio un passo, ma cerco di fare piano, entro in cucina e alzo gli occhi per guardare l'orologio che è appeso lì da non so quanto tempo. Segna le sette del mattino, come al solito mia madre è mattiniera,infatti è in piedi e sta già preparando il caffè

-Buongiorno amore- Dice e mi schiocca un leggero bacio sulla fronte..Come al solito le sue labbra sono dolci e le sue mani congelate, ma ormai ci ho fatto l'abitudine.

-Pronta per la terza superiore?-

Ci penso su.. Sono pronta? Penso di si..L'anno scorso sono uscita con la media del nove e quest'estate ho fatto tutti i compiti, ovvio a parte allenarmi per la corsa in educazione fisica.

Mi sta preparando il latte per la colazione. "Hai bisogno di forze. " È la sua frase di routine.. Non posso rifiutare una sua prima colazione, infatti appena è pronta la mangio e poi torno in camera mia per potermi preparare: apro l'armadio, ma non ho bisogno di pensare ai vestiti che voglio indossare, ho deciso cosa mettere già tre giorni fa,perciò cerco la mia maglia nera preferita, quella con la scritta "Stay strong", i jeans sbiaditi ed un paio di nike fin troppo vecchie per essere indossate, ma non mi interessa più di tanto, sono ancora abbastanza intatte e soprattutto sono comode..

Niente mascara o terra e fard,solo un filo di matita ed eyeliner, devo andare a scuola, non ad una sfilata di moda.

In 20 minuti sono pronta. Sono le otto meno dieci, saluto mia madre ed esco, la scuola è a due angoli da casa mia, da una parte sono felice di tornarci, almeno cambio un po' routine, dall'altra però no e potete capire perché.

Mi fermo davanti al cancello per aspettare Michele,dovrebbe arrivare tra pochissimo e quando arriverà entreremo in classe assieme, come sempre.

Guardo nella direzione da dove dovrebbe arrivare e lo vedo infatti avvicinarsi, vestito come immaginavo:jeans stretti al punto da strizzargli il corpo, t-short normale e cresta..Di questo passo, il primo giorno litigherá da subito con la Castrelli.

-Vedo che la minaccia di farti bocciare se non smetti di farti la cresta,non ti ha fatto paura.-

Lui ha già le braccia al collo e mi stringe in un abbraccio forte, tre mesi senza vedere il tuo migliore amico sono duri, certo ci sono i messaggi, ma vuoi mettere un 'ciao come stai' scritto ad un abbraccio come questo?

-Zitta paletta- Mi dice e non posso fare a meno di pensare da cosa deriva quel soprannome: visto che vado bene a scuola tutti mi chiamano secchiona o secchia, perciò lui per ironia mi chiamava secchiello, a me non piaceva e alla fine dal secchiello siamo passati alla paletta, avevamo 14 anni, perché era la prima superiore...Ma ormai sarebbe anormale se non mi chiamasse così.

Entriamo in classe e siamo sette persone in meno :5 bocciati e due hanno cambiato scuola. L'aula è stranamente quella dell'anno scorso, ma i banchi sono diversi..

Io e Michele ci sediamo vicini, visto che entrambi odiamo abbastanza la nostra classe, non parliamo con i nostri compagni se non per i compiti, verifiche o 'mi dai un pezzo di panino?' Ma è fin troppo scocciante dover parlare con qualcuno di loro. Va be'..Qualcuno però è abbastanza normale.

-Allora? Lei come sta?- Chiedo,solo per educazione.

-Smettila, tanto so che la odi.-

A dire il vero non è proprio così..Io non la odio,solo non la posso vedere,Claudia ha quel non so che di odioso,è troppo vanitosa e Michele si merita una fidanzata decisamente migliore, non in aspetto fisico, perché per quanto mi duole ammetterlo è stupenda, ma caratterialmente.

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